Home » Anzio » CasaPound Italia litorale romano pretende l’intervento di Chiavetta e Bruschini contro la discarica di Lazzaria e l’impianto biogas di Colle Rosso

CasaPound Italia litorale romano pretende l’intervento di Chiavetta e Bruschini contro la discarica di Lazzaria e l’impianto biogas di Colle Rosso

Pubblicato il

“E’ ancora possibile preservare la sicurezza dei quasi centomila residenti fissi di Anzio e Nettuno, quantità che si triplica nella stagione estiva.” CasaPound si rivolge così in una nota ai Sindaci delle due Città affinché intervengano tempestivamente ed in maniera efficace nei confronti del primo cittadino del Comune di Velletri Servadio, amministratore del territorio nel quale sorgeranno sia la discarica di Lazzaria che l’impianto biogas di Colle Rosso. Si stima che i due impianti smaltiranno circa duecentomila tonnellate di rifiuti l’anno. La discarica della Contrada Lazzaria nascerà su di una vecchia cava di pozzolana di 9 ettari e darà vita ad un polo di proprietà della Ecoparco Srl (società costituita il 17 luglio scorso con un capitale sociale versato di appena 2500 euro!) composto da una discarica da 2 milioni di metri cubi, un impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti da 100 mila tonnellate, un impianto per trattare 30 mila metri cubi di liquami e un impianto a biogas da 40 mila tonnellate. Per quanto riguarda la realizzazione della centrale biogas della Volsca Ambiente invece, si tratta di un impianto a biogas che lavorerà 33 mila tonnellate di rifiuti l’anno. “I numeri espressi sono chiaramente sproporzionati alla quantità di rifiuti prodotti nel territorio dove sorgono i siti – prosegue la nota – e di conseguenza la certezza è che ci troviamo di fronte ad un mega-discarica che accoglierà anche i rifiuti della Capitale. Tutti gli impianti insistono su una zona a vocazione quasi esclusivamente agricola, nota per la produzione soprattutto di kiwi e vini D.O.P. e oltretutto a poche decine di metri dalle falde acquifere della sorgente di Carano, corso sotterraneo che rifornisce tutte le utenze dei comuni di Anzio, Nettuno e Aprilia. Non è necessario capire a fondo le cifre espresse ed essere degli ingegneri ambientali per avere la percezione della enorme spada di Damocle che pende sulle nostre teste. I rischi sarebbero costanti, quotidiani e fatali. Intimiamo dunque ai Sindaci in qualità di primi garanti della sicurezza e della salute pubblica di intervenire con qualunque mezzo a loro disposizione per evitare di lasciare le rispettive cittadinanze alla mercé di imprese che evidentemente sulla parte sinistra del torace accolgono solo il proprio portafoglio.” Il consiglio comunale di Velletri il 24 novembre avrebbe dovuto discutere anche un punto inerente la discarica ma una voluta ‘debacle all’italiana’ ha fatto sì che se ne parlasse in via estremamente superficiale. L’Ente si è alla fine espresso con parere sfavorevole alla realizzazione della discarica di Lazzaria, area che, in quanto cava dismessa, lo stesso Comune deve monitorare e controllare per legge per mezzo del delegato all’ambiente. A seguito di un’operazione congiunta tra Guardia di Finanza e Corpo Forestale dello Stato per ordine della Procura della Repubblica di Velletri invece si è appreso che la ex cava è stata posta in questi giorni sotto sequestro. In particolare una nota stampa diffusa dal Corpo Forestale dello Stato dichiara che “a seguito di indagini geognostiche condotte dal Nucleo specializzato del Corpo Forestale dello Stato in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, nel corso del controllo all’interno dell’originario perimetro di cava sono stati individuati siti con illecito interramento di rifiuti. Le operazioni di scavo, immediatamente disposte, hanno finora portato alla luce rifiuti di varia natura, tra cui fanghi di depurazione e materiali inerti provenienti da attività di demolizione, interrati. Nel corso delle operazioni sono stati rinvenuti anche resti di ordigni militari.” “In definitiva – conclude CasaPound – pretendiamo che il Comune di Velletri dimostri senso di responsabilità preservando un’area che va bonificata in quanto già compromessa dal percolato finito in falda e prodotto dai rifiuti già interrati negli anni passati affinché sia resa il più salubre possibile anziché il contrario e cioè quanto sta avvenendo con l’operato passivo, confusionario e perciò pericolosissimo dell’amministrazione comunale veliterna con il tacito consenso di chi ‘comanda’ anche ad Anzio e a Nettuno”.

Impostazioni privacy