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Eco x: assemblea cittadina ad Aprilia

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Mentre a Pomezia, dopo cinquanta giorni, sembra già tutto dimenticato paradossalmente il rogo della Eco X preoccupa ancora i cittadini e le istituzioni di Aprilia, città colpita molto marginalmente dall’incendio come si vede anche nella mappa sulla ricaduta degli inquinanti che è stata pubblicata dall’Arpa il 16 maggio scorso.
Sabato 17 giugno presso il centro CulturAprilia si è tenuto un incontro cittadino dal titolo «Amianto e diossina, tesi a confronto. Come proteggersi?», organizzato dal Comune e voluto soprattutto dall’assessore all’Ambiente Alessandra Lombardi. «Un dibattito tra tecnici ed esperti che mettano a disposizione dei cittadini le loro informazioni e un possibile vademecum sul come comportarsi» ha spiegato l’assessore.
Sono intervenuti: Maurizio Buzzoni e Amilcare Ruta (dipartimento Sanità Pubblica della Asl LT1), Florindo Micarelli (Asl di Latina, responsabile del servizio veterinario Aprilia-Cisterna), Lorenza Fiumi (CNR), Fabrizio Martinelli (presidente dell’Ordine dei Chimici di Roma), Pasquale Milo (Isde, Medici per l’Ambiente di Latina) Roberto Ronchetti (Isde, Medici per l’Ambiente Lazio), Ezio Bonanni (presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto).
L’incontro è stato aperto dal sindaco Antonio Terra che a proposito di ambiente ha sottolineato come il Comune di Aprilia abbia cofinanziato due anni fa un’indagine epidemiologica su territorio e popolazione, di concerto con Asl, Istituto Superiore di Sanità, Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio. A breve, secondo il sindaco, i risultati dovrebbero essere presentati alla città.
Non sarebbe una cattiva idea far partire, soprattutto dopo il disastro ambientale verificatosi ma anche per la presenza di tanti inquinanti sul territorio, un’indagine epidemiologica anche tra i cittadini di Pomezia. In fondo si può anche imparare dalle amministrazioni vicine.
Nell’incontro di Aprilia i rappresentanti istituzionali del monitoraggio della Asl hanno fornito i dati già noti sul campionamento dell’aria, degli ortaggi e degli animali, dati che non destano preoccupazioni se non nelle immediate vicinanze del rogo. Nonostante questo ad Aprilia si era costituita una «piccola unità di crisi» che ha effettuato campionamenti di controllo della zona ricadente nella mappatura. E sottolineano che sarebbe importante continuare a farlo, ovviamente su indicazione dei vertici Asl.
Il problema amianto
L’architetto Lorenza Fiumi si occupa per conto del CNR della mappatura delle coperture in cemento amianto (cd. eternit), ancora presenti massicciamente nei nostri territori nonostante l’amianto sia fuorilegge dal 1992. Ricordiamo che il tetto della Eco X era in amianto, che il tetto è caduto e si è frantumato e quindi le fibre di amianto si sono liberate anche se dai campionamenti tutto ciò non sembra emergere. La dottoressa Fiumi ha spiegato come viene effettuato il telerilevamento delle coperture in eternit con il sensore MIVIS. I sistemi ci sono, basterebbe investire nella salute e nella prevenzione.
Di amianto ha parlato dettagliatamente anche l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Ona (Osservatorio Nazionale Amianto). Ricordiamo a questo proposito che l’Ona, subito dopo il rogo della Eco X ha istituito una propria unità di crisi con personale a disposizione per rispondere alle domande dei cittadini. Circa un migliaio di persone nei giorni dell’incendio sono state assistite telefonicamente dal centralino dell’Ona.
«A noi risultava la presenza di amianto in quel capannone prima che lo dicesse lo Asl e ora -spiega l’avvocato Bonanni – è urgente che siano bonificati tutti i siti contaminati e non solo quello della Eco x che è sicuramente il più urgente» Infatti è ancora ignoto a tutti, forse con esclusione della Procura di Velletri, cosa è bruciato in quel sito.
«Andavano prese maggiori precauzioni – ha detto ancora Bonanni – il sito andava confinato e isolato. Abbiamo avuto un incontro con il sostituto procuratore di Velletri che ci ha detto di presentare a inizio luglio l’istanza per effettuare campionamenti sul materiale presente nel sito della Eco X. Ci costituiremo parte civile nel processo penale e daremo assistenza gratuita ai cittadini».
Recita il comma 2 dell’articolo 40 del Codice Penale (Reati omissivi) che «non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo», secondo Bonanni. In questo caso oltre al proprietario ci potrebbero essere altre figure a dover rispondere per «mancato controllo».
Le api nostre alleate
Il dottor Roberto Ronchetti, Isde Lazio, ha illustrato quello che a suo parere sarebbe uno studio epidemiologico efficace per capire cosa è successo nel rogo: «monitorare le api». Il progetto si chiama “DI” (Doppio Integrale) e potrebbe essere finanziato con poche migliaia di euro. Le api, spiega il dottor Ronchetti, portano nell’alveare tutto quello che si trova nell’ambiente depositato sui fiori. Sarebbe sufficiente raccogliere materiale apifero relativo ad un tempo precedente all’incidente, ad esempio la cera, e poi lo stesso nei dieci giorni successivi, nella zona ipoteticamente contaminata e nel raggio di un chilometro. «Se c’è la diossina (liposolubile nella cera) – ha spiegato Ronchetti – le api la portano nell’alveare». Anche altri inquinanti come i metalli pesanti si potrebbero rilevare con questo sistema.
Ho cercato di sintetizzare gli argomenti e il clima di tre ore e mezzo di presentazioni scientifiche e discussioni, anche animate con i cittadini. Mi resta lo stupore di come il Comune di Pomezia, città dove la Eco X è bruciata per 20 giorni di seguito, non abbia ritenuto utile intraprendere nessuna iniziativa per parlare con i cittadini se non attraverso ordinanze e comunicati, lasciando alla stampa il compito quotidiano di fornire informazioni più dettagliate.
Rosanna Impiccini

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