Home » Anzio » Anzio e Nettuno, 365 giorni di turismo: le proposte

Anzio e Nettuno, 365 giorni di turismo: le proposte

Pubblicato il

Un turismo pensato 365 giorni che faccia leva sull’identità culturale, sulla bellezza della natura, sulla ricchezza di biodiversità, sulla vocazione dei territori legata anche alla storia e alla tradizione enogastronomica. Un turismo sostenibile, culturale e di qualità fondamentale per rilanciare il territorio e le città di Anzio e Nettuno, oggi in affanno, rendendole sempre più appetibili e culturalmente interessanti, facendo crescere la loro immagine a livello provinciale, regionale e nazionale. È questa la sfida che ha lanciato l’Associazione culturale 00042 con il convegno “AnzioNettunoTurismo, 365 giorni di turismo”, organizzato giovedì scorso dalla stessa associazione e curato da Andrea Mingiacchi. L’incontro ha richiamato all’Hotel Lido Garda della città neroniana molti cittadini interessati al tema e ad ascoltare le proposte e le strategie, presentate al convegno, e pensate per migliorare l’offerta turistica delle due città costiere. Anzio e Nettuno hanno infatti grandi potenzialità, che meritano di essere valorizzate al meglio: ma in che modo?
Attraverso un’efficace valorizzazione territoriale e culturale, un’innovativa comunicazione web, progetti di rete d’impresa che uniscano le varie realtà territoriali: sono queste le tre macro voci che vanno a comporre il potenziale piano di sviluppo turistico e di cui hanno parlato esperti del settore, giornalisti, figure politiche e appartenenti al mondo della comunicazione e del web marketing. Tutti d’accordo nel ritenere il turismo una risorsa fondamentale per il Paese, una preziosa leva economica e sociale, sulla quale le due città costiere dovrebbero puntare attraverso una collaborazione congiunta tra le due amministrazioni, coinvolgendo imprenditori, operatori turistici e cittadini. E sul territorio sono già diverse le buone pratiche messe in campo da chi crede in uno sviluppo turistico sostenibile e di qualità: c’è ad esempio Il Faro, l’associazione dei Balneatori, che sta realizzando una rete di impresa che si ripropone di portare avanti iniziative per il miglioramento dei servizi balneari. L’azienda “Manaide”, realtà imprenditoriale che produce raffinatissime conserve di alici ed altri prodotti ittici seguendo l’antica tradizione antica e in linea con le norme europee di alimentazione sostenibile. Ed ancora Dormireinbarca, che si occupa di noleggiare le barche di diversa portata per uso turistico dando una valida alternativa all’albergo. Il turista può vivere l’esperienza del dormire cullati dalle onde, di conoscere, sia via mare sia via terra, i luoghi dove sosta associando al pernottamento un corso di surf o di immersione. Esperienze che meritano di essere replicate e che fanno bene ad Anzio e Nettuno. Le due città devono tornare a fare turimo 365 giorni l’anno, definendo un piano di sviluppo turistico aperto, innovativo e condiviso e mettendo a sistema quelle risorse e quelle esperienze che realmente servono ad accrescere la qualità dei servizi turistici e la visibilità del territorio. Come ha sottolineato recentemente il Mibact, il turismo rappresenta con effetti diretti, indiretti e indotti l’11,8% del Pil nazionale e il 12,8% dell’occupazione con 3,1 milioni di unità di lavoro. L’Italia resta una delle mete più amate dai turisti stranieri, nel 2015 sono cresciuti del 3,2% gli arrivi dei turisti stranieri nella Penisola ed è salita al 4,7% la spesa turistica, pari al 7,2% dell’export.

È soddisfatto dell’incontro Andrea Mingiacchi, ideatore tra l’altro del laboratorio “Anzio365ggt” che nel 2014 e 2015 ha visto cittadini ed esperti riflettere sul futuro della città neroniana e sulla necessità di avviare un rinascimento urbano coinvolgeno anche chi vive il territorio. “La partecipazione – spiega Mingiacchi – era l’idea fondamentale per l’avvio del percorso formativo e di pianificazione di AnzioNettuno Turismo, e questa aspettativa non è stata delusa data la buona presenza di persone al convegno. Questo a dimostrazione che abbiamo un territorio che si pone domande e cerca risposte sul suo futuro ed insieme sarà possibile costruirlo. Dello stesso parere Elisabetta Civitan, presidente dell’associazione 00042, che ha sottolineato come “sempre più cittadini credano ormai nell’importanza di avviare un cambiamento nel segno dell’innovazione e della sostenibilità per un rilancio della città a partire dal settore turismo”.

Valorizzazione del territorio – Per rendere Anzio e Nettuno appetibili tutto l’anno, è importante definire interventi mirati e recuperare il tempo perso. Come ha sottolineato il giornalista Gianni Del Giaccio, durante il suo intervento, “le occasioni le abbiamo, ma non le sfruttiamo. È ora di invertire la rotta, di fare quel salto di qualità partendo da mare, cultura e natura con servizi moderni e di qualità. Mare, cultura e natura sono davvero il punto di forza di queste due località; sono una linea di sviluppo chiara, marcata, solo da percorrere”. E la valorizzazione del territorio passa anche attraverso la definizione della destination brand reputation: dando un brand, una marca, per Anzio e Nettuno. Molte città come ad esempio “Otranto o Rimini, Roma o Londra sono mete turistiche che godono di reputazione differente, sono destinazioni turistiche di Marca quando riescono a colonizzare, nella mente dei clienti, l’associazione tra emozioni e il consumo di servizi/prodotti localmente disponibili per il turista”, ha spiegato Mauro Mattidi. Ed è a questo a cui devono ambire Anzio e Nettuno.

È però importante fare rete d’impresa e definire un marchio collettivo che deve avere una forte connotazione territoriale. Lo sviluppo turistico di un’area vasta e articolata come quella del territorio di Anzio e Nettuno non può che coinvolgere in modo integrato realtà produttive e imprenditoriali assai eterogenee. “Per fare questo – ha spiegato Michele Canalini- la legge mette a disposizione lo strumento della rete di imprese con l’obiettivo di realizzare quelle sinergie necessarie. Per raggiungere obiettivi più largamente condivisi è necessario unire le forze: per questo si parla di rete verticale, laddove le sinergie vengono attuate con raggruppamenti di imprese operanti nello stesso settore, rete orizzontale, laddove le sinergie si ottengono grazie al coinvolgimento, coordinato ad un fine più alto, di aziende operanti in settori differenti tra loro”.

Cultura e percorsi turistici – Risulta poi fondamentale definire una strategia culturale e azioni precise: un tema approfondito da Gabriele Federici che ha ribadito come “Anzio e di Nettuno siano due magnifiche località che necessitano di una strategia culturale, unica e condivisa per lo sviluppo economico dei territori”. Tra le azioni da mettere in campo, c’è la pianificazione di itinerari turistici, pedonali o ciclopedonali, per conoscere e far riscoprire il territorio, gli angoli più suggestivi e i posti più caratteristici. A questo riguardo sono tanti i percorsi sui cui si potrebbe lavorare come ha spiegato Valeria Davolo: dai percorsi naturalistici (Riserva di Tor Caldara e a Torra Astura) a quelli legati alla memoria e alla storia, dai percorsi urbani (a passaggio nelle vie del borgo, nel centro storico di Nettuno e visitando i principali palazzi storici e monumenti di Nettuno e Anzio) agli itinerari religiosi. Ma secondo Angelo Pugliese occorre anche avviare un lavoro di restyling e di valorizzazione in chiave multimediale dei musei delle città. Un concetto che ha approfondito durante il suo intervento, sottolineando che “l’aspetto multimediale in un museo del XXI secolo, in particolar modo avvalendosi di proiezioni che tendono ad utilizzare l’ologramma come si fa per esempio a Roma nella Domus Aurea, non può non essere essenziale per attirare e “divertire” e far ritornare i turisti “culturali”.

Comunicazione web – Infine un piano di sviluppo turistico deve puntare su una comunicazione web innovativa, a partire dal sito web, tema approfondito da Luca Del Vecchio e Giulia Scavizzi (l’intervento della Scavizzi, che all’ultimo momento non è potuta venire, è stato letto da Claudia Cersosimo). Il sito web di una città turistica svolge una funzione di biglietto da visita, essendo solitamente una delle prime interazioni che il potenziale turista ha con il luogo in cui sceglie di spendere il proprio tempo e denaro. È uno strumento fondamentale per la promozione turistica del territorio, per dare informazioni, notizie e suggerimenti. Secondo i relatori, la struttura ideale per lo sviluppo tecnico del sito, suddviso per sezioni, dovrebbere includere le seguenti indicazioni: “come arrivare”, “cosa fare” (punti di interesse, percorsi turistici e guida turistica elettronica), “eventi e newsletter”, “media gallery”. Senza dimenticare che ormai c’è un turismo 4.0 caratterizzato da un “consumatore sempre più attento, che cerca informazioni, confronta le località, chiede consigli. Ecco perché bisogna essere sempre all’altezza. “Nel turismo 4.0 il segreto è creare esperienze, occasioni, eventi, quindi instaurare nella città un vincolo emozionale con l’utente finale (quindi con il turista o il potenziale turista), in un’ambiente gradevole a tutti quelli che soggiornano, sia per i cittadini e sia per i turisti”, ha spiegato Giovanni Ferraiulo. Secondo Ferraiulo è importante avere una visione su siti web, fare campagne di marketing, studiare delle app ad hoc, sempre dopo aver fatto tutte le miglioramenti in città con una programmazione precisa. L’ultima parte del convegno è stata infine dedicata alle buone pratiche già in atto nel territorio e che hanno per protagonisti associazioni e realtà imprenditoriali che credono in uno sviluppo turistico sostenibile come l’associazione Balenatori “Il Faro”, l’azienda Manaide e Dormireinbarca.

Impostazioni privacy