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ARDEA, MINACCE DI MORTE ANONIME AD UN CONSIGLIERE COMUNALE

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Il senatore Moscardelli con AbateAd Ardea la mafia non c’è? Eppure sono tanti gli immobili e le auto sequestrati ai loro adepti. E, se la mafia non c’è, perché ancora ci sono politici che ancora subiscono atti di stampo mafioso? Perché sembra proprio essere un atto di stampo mafioso quanto accaduto ad un consigliere comunale che qualche mattina fa, quando ha trovato dentro la cassetta delle lettere un foglio con una scritta: “Lascia il partito o muori”. In un primo momento, se pur titubante e preoccupato, il consigliere pensava fosse una goliardata. Purtroppo non sembra essere così. Il giorno successivo il consigliere ha infatti rinvenuto, sempre nella cassetta della posta, un foglio con la foto di una Fiat 500 ultimo modello, uguale a quella da lui posseduta,  con i bordi del foglio bruciacchiati. Il consigliere, memore di quanto accaduto di recente alle autovetture di giornalisti, politici ed ex tutori dell’ordine, date alle fiamme per intimorirli affinché abbandonino la loro lotta per la legalità, ha iniziato a temere che non si trattasse di uno scherzo. Allarmato per sé, per la sua famiglia e per le sue attività commerciali, si è recato il 12 dicembre scorso, accompagnato da un valente avvocato ben conosciuto ad Ardea ma con studio a Pomezia, presso la locale tenenza e, nelle mani di un Maresciallo ordinario, ha  presentato una denuncia contro ignoti per le minacce ricevute. Il consigliere denunciate, alla domanda se aveva sospetti su qualcuno ha risposto no, mentre a quella se avesse avuto qualche diverbio con  alcuno, ha raccontato che qualche giorno prima c’era stato un diverbio tra il proprio figlio ed un altro politico locale – non consigliere, ma del suo stesso partito – per futili motivi politici, diverbio sfociato in una telefonata dai toni accesi. Certo i fatti non sono sicuramente collegabili, ma i carabinieri per “deformazione professionale” non trascurano alcuna ipotesi. Come non trascurano tutte le battaglie fatte dal consigliere in difesa dei cittadini per la risoluzione dei problemi legati ai terreni gravati dall’uso civico nei 706 ettari demaniali o quella fatta insieme all’ex consigliere Walter Roviglioni per non far installare la boa marina per lo scarico del GPL, oppure quelle per la trasparenza sugli appalti, non ultima quella sull’aumento delle mense dei bambini. Ma valutano anche le lotte in difesa del personale comunale. Un politico che ha partecipato in prima persona alla fiaccolata per la legalità ad Ardea, insieme a senatori e deputati della commissione antimafia. Le sue battaglie politiche nell’interesse dei cittadini e per la legalità lo hanno portato a denunciare presunti brogli elettorali nelle ultime elezioni comunali, fatto ancora pendente presso il tribunale e l’elenco sarebbe lungo, come lungo sarebbe l’elenco delle minacce subite in precedenza dallo stesso consigliere, come il ritrovarsi il mattino con dei gatti morti impiccati al cancello. Resta comunque il malumore nel constatare che a tutt’oggi sono ancora  ignoti sia gli autori dei precedenti atti incendiari che quelli delle lettere minatorie che da anni assillano i rappresentanti del popolo, come ignoti sono rimasti i responsabili delle aggressioni a consiglieri comunali, ed ignoti sono ancora gli autori dell’incendio all’ufficio tecnico comunale. Il consigliere, ultimo in ordine di tempo di minacce mafiose, sembra comunque essere fiducioso negli investigatori, anche se ha chiesto aiuto ad alcuni membri della commissione parlamentare antimafia. Ma dopo quest’ennesimo fatto di fare mafioso cosa ancora deve accadere ad Ardea? Speriamo che il Prefetto non debba venire ad Ardea a portare le condoglianze a moglie e figli, ma che prenda provvedimenti al più presto.

Luigi Centore

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