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La tassazione delle rendite finanziarie in Italia: dove investire oggi?

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L’aumento della pressione fiscale in Italia, verificatosi negli ultimi tre anni, ha coinvolto anche le rendite finanziarie. Alcuni aspettavano da tempo che l’attenzione del fisco si spostasse dal lavoro al capitale. Tuttavia, si è verificato anche uno spiacevole effetto collaterale: l’inasprimento della tassazione delle rendite finanziarie ha colpito anche il risparmio, dunque dalla classe media in giù. Gli ultimi ritocchi di tipo legislativo sono stati varati nel 2014 a opera del Governo Renzi, il quale ha operato una differenziazione dei prodotti finanziari. Insomma, la tassazione non è affatto omogenea. Lo scopo è facilitare quelle attività finanziarie che, seppur indirettamente, sono di interesse collettivo.

Rendite finanziarie: gli investimenti speculativi

La scure del Governo si è abbattuta con forza sugli investimenti speculativi, ossia quei prodotti che puntano a generare rendite di un certo tipo, dunque non esplicitamente connesse al risparmio. Un provvedimento che potrebbe sembrare giusto ma che non tiene conto di un particolare: le necessità di diversificazione hanno dirottato non solo il capitale ma anche – e forse soprattutto – il risparmio su prodotti altrimenti definiti aggressivi. L’aliquota è in questo caso al 26% e riguarda le obbligazioni, i bond bancari e societari, gli Etf, le azioni, i guadagni generati con il trading (commodity, metalli, preziosi, Forex, opzioni binarie) ma anche conti correnti, conti deposito, fondi comuni e gestioni patrimoniali. L’aliquota è entrata in vigore il 26 giugno 2014 e ha ritoccato un precedente aumento varato dal Governo Monti (che l’aveva portata al 20%).

Sempre due anni, è stato deciso l’aumento della tassazione delle rendite finanziarie generate dai fondi previdenziali. Non si tratta di pochi decimali. Dall’11% infatti si è passati al 20%. Notizie se possibile peggiori per le casse pensionistiche private, che sono state adeguate agli investimenti speculativi e subiscono oggi un’aliquota del 26%.

Dove conviene investire quindi ? Sul portale Comefaretradingonline.com, uno dei siti di riferimento per chi investe online, abbiamo letto un articolo interessante come spiega come investire oggi, dove sono elencate tutte le modalità di investimento dal breve periodo fino al lungo termine. E’ importante sottolineare che gli investimenti speculativi hanno una certa dose di rischio, chi vuole investire dunque deve conoscere bene il mercato di riferimento ed i rischi di perdita che ci sono in tutte le attività finanziarie.

Rendite finanziarie titoli di Stato: un’agevolazione

Il discorso è diverso per la tassazione delle rendite finanziarie derivanti dai titoli di Stato. L’aliquota applicata è molto più bassa e si attesta al 12,5%. Nello specifico riguarda i Btp, i Bot, i Ctz e i Cct ma anche i titoli di debito estero che fanno parte della white list. Da questo punto di vista, si segnala un forte calo della pressione fiscale: prima del 2014 i detentori dovevano corrispondere il 20%. Non fanno eccezione nemmeno le cessioni, che di per sé indicano un comportamento speculativo. L’obiettivo del Governo è chiaro: incoraggiare l’acquisto di titoli di Stato, in modo da svincolare il debito pubblico dai creditori esteri.

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