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Nettuno: l’odissea di Danilo tra disabilità, false speranze e abbandono

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E’ una storia toccante, quella che ci racconta Danilo Massimi, 25enne disabile di Nettuno che da 7 anni vede la delusione prendere il posto della speranza nella sua ricerca disperata di un lavoro.
Pubblichiamo integralmente il suo sfogo, nella speranza che qualcuno possa aiutarlo.

“Ho 25 anni, abito a Nettuno e mi sono diplomato nel 2009 presso Istituto Tecnico Industriale Statale Luigi Trafelli – racconta schiettamente Danilo – Vengo subito al dunque: sono un ragazzo che ha problemi disabilità, in quanto invalido civile (al 74%) a causa di un ritardo mentale e problemi di vista. Quando sono uscito dalla scuola, avevo necessita di lavorare, ma, nonostante i tanti colloqui realizzati, mai nessuna azienda mi ha preso in considerazione, anche se le aziende hanno l’obbligo di assumere un disabile (legge 68)”.
La sua è una vita in salita, che affronta però con determinazione e voglia di andare avanti tali da supplire al suo handicap.
“A Settembre del 2010 – prosegue Danilo – inizio a lavorare con una Cooperativa Sociale come assistente disabile nella scuola per un anno con un contratto a progetto, ma è solo un’illusione, e a Giugno dell’anno successivo mi mandano via.
Inizia cosi il mio purgatorio: rimango fermo per ben tre anni, fino al 2014, perché nessuna azienda mi considera viste le mie incapacità fisiche. Tutto quello che riesco a fare in tre anni, è un piccolo lavoro socialmente utile, come giardiniere con il Comune di Nettuno, per tre mesi.
Poi la speranza. Scopro su internet l’inizio (dal 1 maggio) del progetto Garanzia Giovani attivato anche dalla Regione Lazio, grazie allo stanziamento di fondi europei, cosi’ decido di iscrivermi e il mese successivo mi chiama il centro impiego per firmare il patto di servizio promettendomi di trovarmi un impiego nei successivi quattro mesi”.
Danilo è ottimista, ma le cose non vanno come spera.
“I quattro mesi successivi trascorrono con un solo colloquio dal quale vengo ancora scartato, quindi, stanco di promesse, a Novembre 2014 decido di rivolgermi all’agenzia Gi Group per trovare un tirocinio, ma non ricevo nulla, nemmeno una proposta, nemmeno un colloquio. Le aziende mi scartano sempre per la mia disabilità, e anche Gi Group mi abbandona”.
Ormai l’ottimismo è solo un ricordo lontano.
“Non mi sono mai sentito così solo, quindi cerco di reagire e a Febbraio 2015 chiamo alla Regione Lazio e faccio un casino. Mi richiama quindi il centro impiego, mi cancella dal precedente patto di servizio e mi riscrive per farmene uno nuovo. Mi propone di andare a fare un colloquio con un supermercato, ma anche li vengo scartato per l’invalidità. Ormai la situazione appare disperata, il centro impiego mi indica Saip Formazione S.r.l. di Latina, con la quale a Marzo 2015 comincio un corso di orientamento di otto ore.
Qualcosa sembra muoversi: a Giugno 2015 inizio un tirocinio con una cooperativa sociale dentro un parco pubblico che termina però a Novembre, sei mesi prima del previsto, a causa del fallimento della stessa cooperativa. A Dicembre mi riscrivo con Saip ma nulla… Il problema è sempre lo stesso: sono invalido. Le aziende non vogliono persone come me, non mi vogliono nonostante la legge mi dovrebbe tutelare, non mi vogliono nonostante i bonus di assunzione che potrebbero prendere, non mi vogliono nonostante il mio profilo “alto” dovrebbe consentirmi facilmente di trovare almeno un tirocinio da fare”.
Intanto il tempo passa.
“Sono ormai sette anni che cerco lavoro, mi sono messo in gioco in ogni modo. Credevo che Garanzia Giovani fosse finalmente un’opportunità concreta per potermi inserire nel mondo del lavoro, invece sono ancora qui, in attesa di una chiamata che non arriva mai e della prossima, inutile, promessa”.

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