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Pomezia, il Comune condannato a risarcire 5.000 euro di spese legali all’Asilo Nido Monelli Ribelli

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Si è concluso con l’annullamento di tutti gli atti comunali negativi e la condanna alle spese di lite il ricorso proposto all’Associazione Cammino del Sole, che gestisce l’asilo Monelli Ribelli, contro i provvedimenti di chiusura e il diniego del Comune di Pomezia al cambio di destinazione d’uso dei locali “ad asilo nido” in Via Pisacane a Pomezia.
Il Comune, nella sostanza, aveva negato l’autorizzazione all’apertura dell’attività sostenendone l’incompatibilità con la destinazione industriale della zona e dunque non concedendo il cambio di destinazione d’uso. Al contrario tuttavia – come sempre sostenuto dall’Associazione e dai genitori intervenuti nel giudizio – la Legge Regionale in materia di asili ed il Regolamento Edilizio prevedono la possibilità di realizzare tali attività in qualsiasi zona urbanistica.

Il Tar: “Dal Comune di Pomezia una netta chiusura”

Il TAR ha perciò espressamente rilevato “un orientamento di netta chiusura del Comune di Pomezia” al permesso richiesto per l’asilo Monelli Ribelli. Eppure, nel corso del giudizio è emerso che in tanti altri casi il Comune ha sempre applicato correttamente la normativa di settore, concedendo tali autorizzazioni a molti altri asili nido, ricadenti non solo in zona industriale, ma persino agricola. Non solo. La sentenza è stata anticipata da ben due ordinanze cautelari che avevano già sospeso gli effetti dei provvedimenti comunali.
Il Comune tuttavia non ha mai inteso addivenire ad un bonario componimento più volte propiziato dai legali dell’associazione ed ha persino disatteso l’espresso ordine interlocutorio del TAR di riesaminare positivamente la richiesta dell’Associazione, preferendo, piuttosto, “tirare dritto” sino alla fine del giudizio, nonostante il rischio concreto di andare incontro ad una sconfitta.

Sconfitta che, come visto, è infine arrivata e comporterà per le casse comunali notevoli esborsi: la sentenza condanna, infatti, al pagamento all’Associazione di 5.000,00 euro oltre spese e accessori di legge. Tale condanna si aggiunge a quella delle due precedenti ordinanze cautelari da 1.000 Euro ciascuna, per un totale di euro 7.000, oltre spese, imposte e contributi, che graveranno sulle casse pubbliche, ovvero sui cittadini. Oltre, ovviamente, ai soldi spesi per pagare i legali ingaggiati dal Comune per questa causa, sempre prelevati dalle casse comunali, di cui non conosciamo l’importo totale.
“Vi è piena soddisfazione professionale e gratitudine dei miei assistiti per l’esito di questo giudizio, fondato sull’interesse a mantenere aperta una struttura di massima rilevanza sociale in quanto destinata ai bambini nella prima infanzia” hanno dichiarato l’Avv. Luigi Luzi e l’Avv. Luigia Lazzaro, che hanno assistito l’Associazione ed i genitori intervenuti nel giudizio anche per conto dei bambini dell’asilo.

La Presidente dell’Associazione, Franca di Matteo, ha inoltre dichiarato ai nostri microfoni: “Non abbiamo mai smesso di avere fiducia nella giustizia e torniamo finalmente ad operare sereni, certi – per parte nostra – di avere sempre agito in buona fede e soprattutto sul piano umano per il bene dei bambini, che è quello che di più ci interessa”.

L’Associazione valuterà ora, anche in base al successivo comportamento del Comune (che deve a questo punto conformarsi alla sentenza), l’opportunità di agire per il risarcimento dei danni cagionati dai provvedimenti dichiarati illegittimi dal Tar, tenuto debito conto del cospicuo danno all’immagine ricevuto.

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