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Povertà: il rischio per giovani e anziani è sempre presente

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Ancora in difficoltà 4 anziani su 10. Queste le stime rese note dallo Spi Lazio. Eppure anche negli ultimi giorni non si fa altro che tessere le lodi di questo o quel Governo che ha combattuto la disoccupazione che, stando alle recenti stime, sembra essere diminuita a una sorta di piccola ripresa generale del Paese. Invece, ci sono ancora molti anziani che vivono con meno di 11 mila euro annui, il che significa che sono a rischio povertà, o sono già andati oltre quella soglia. Ma allora questa discrepanza tra quanto viene detto e quello che realmente accade come la si può spiegare? Semplicemente col fatto che, probabilmente, a livello statistico effettivamente può esserci una minima parvenza di ripresa, ma che il nostro Paese non è fatto di statistiche quanto di persone, ognuna con la sua storia.

 

I giovani che si chiedono come fare soldi in questo scenario hanno solo due  soluzioni: partire fuori all’estero per cercare di mettere a frutto quanto studiato in anni di sacrifici, o cercare di aprire un’attività, creare una start up, posto che si ha la consapevolezza che più della metà del fatturato sarà destinato alle tasse. Un imprenditore in Italia non viene aiutato come invece accade altrove, viene ostacolato. Fare impresa è difficilissimo. E questo spiega perché moltissimi imprenditori abbiano stranamente la residenza a Dubai o Lugano.

 

In una città come Roma è facile rendersi conto della grande forbice che separa i grandi ricchi dagli indigenti, basta fare semplicemente un giro con la metro e sbucare ogni tanto in diverse fermate, guardarsi attorno e farsi un’idea dello spaccato economico di una città che rappresenta, bene o male, la condizione del Paese. Abbiamo anziani che non arrivano ad avere 500 euro al mese, giovani che vengono pagati 2,50 euro nei call center, ma che è ancora troppo e si preferisce dare il lavoro ad aziende che operano nell’est Europa dove la mano d’opera è pagata ancora meno, peccato però sia in proporzione alla capacità di spesa, qui non lo è.

 

E a Roma a soffrire di più sono i quartieri attorno alla cintura del raccordo, dove gli anziani, spesso soli, si trovano ai margini di una società che prima ha preso tutte le loro energie, impiegandole nelle guerre e nella costruzione di un agio che era quello nel quale abbiamo vissuto fino alla crisi, e ora li dimentica.

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