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Trasparenza e lotta alla corruzione: ieri a Pomezia l’incontro “Legalità, lavoro, diritti”

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Proseguono gli appuntamenti nel territorio organizzati dalla CGIL Roma Sud Pomezia Castelli all’interno di Piazza Bella Piazza, la tradizionale festa della CGIL Roma e Lazio che si concluderà il 5 settembre con gli interventi di Claudio Di Berardino, Segretario Generale CGIL Regionale, e Sussanna Camusso, Segretaria Generale della CGIL Nazionale.

Ieri l’attenzione della Camera del Lavoro è tornata ancora una volta sui temi della legalità e della lotta alle mafie, già affrontati in varie iniziative, l’ultima a febbraio presso l’Istituto Alberghiero di Anzio nell’ambito della campagna CGIL “Viaggio nella legalità”.
L’iniziativa svoltasi a Pomezia, con il patrocinio del Comune, dal titolo “Legalità, lavoro, diritti” ha affrontato la drammatica presenza delle mafie sul territorio, “un radicamento che tocca la società, l’economia ed il mondo del lavoro – ha sottolineato Silvia Ioli, Segretaria Generale della CdLT – per questo il contrasto alla criminalità è per noi un impegno prioritario che parte dalla promozione di una cultura della legalità nelle scuole e nei luoghi di lavoro”.

“E’ questa una condizione essenziale per la tutela dei diritti, perché è proprio il restringimento di questi ultimi che lascia spazio alla criminalità” ha aggiunto Valter Conte, Segreteria CdLT, nella sua relazione introduttiva, nella quale ha evidenziato come nella provincia di Roma ci sia una forte penetrazione del malaffare nella politica e nell’economia, con gravi conseguenze per l’intero tessuto sociale e lavorativo: le imprese che operano nell’illegalità danneggiano lo Stato, alterano le regole del mercato, operano con una scarsa qualità dei materiali e della forza lavoro, rigorosamente in nero. “Sindacati, istituzioni, imprese si devono mobilitare per dare un segno forte nella lotta alle mafie e all’illegalità, per garantire un buon governo della cosa pubblica, un’economia sana, investimenti nel welfare, nell’istruzione, nello sviluppo”.

Giampiero Cioffredi, Presidente dell’Osservatorio Legalità della Regione Lazio, è entrato ancor più nel dettaglio, riportando alcuni dati del rapporto redatto dall’Osservatorio Tecnico per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio, in collaborazione con la Fondazione Libera Informazione. “Roma e la sua provincia sono state scelte dalle mafie come luogo di affari ed insediamento, e rappresentano una realtà del tutto particolare . A Roma convivono più mafie, in una sorta di “pace” che garantisce attività per tutti e addirittura alleanze su grandi affari e si basa sul modello poca violenza e tanti affari, poca intimidazione e tanta corruzione. Inoltre questo territorio si caratterizza per la presenza di mafie autoctone, si pensi che il Lazio, secondo i dati ufficiali della magistratura, conta ben 88 clan, di cui 50 nella provincia di Roma.

Dati che delineano una situazione da affrontare con urgenza, a tutti i livelli. Gli interventi del sindaco di Pomezia, Fabio Fucci, e dei Segretari della Categorie territoriali, hanno messo in evidenza alcuni punti fondamentali: la necessità di trasparenze e lotta alla corruzione, una maggiore attenzione alla regolarità degli appalti, lotta al lavoro nero, dialogo fra istituzioni e parti sociali, sostegno al lavoro della magistratura e delle forze di polizia.

Su quest’ultimo punto è intervenuta Elisabetta Branchesi, SILP CGIL, che ha sottolineato il grande lavoro delle forze dell’ordine per contrastare “un sistema mafioso diffuso nel Paese, che si autoalimenta e perpetra se stesso ed il proprio potere”. Ma Branchesi ha anche sottolineato come il lavoro della polizia e della magistratura sia reso sempre più difficile dai continui tagli, che vanno a toccare le risorse ed il personale.

E di un sistema mafioso che controlla l’Italia ed i territori ha parlato anche Fabrizio Marras, di Libera, un vero e proprio sistema economico che punta al profitto. “Noi di Libera facciamo molta informazione nelle scuole, il sindacato ha la grande opportunità di parlare con i lavoratori e di portare alla loro attenzione i temi della legalità”.

Dopo l’ampio dibattito Claudio Di Berardino ha concluso l’incontro riprendendo alcuni dei temi trattati, indicando come la CGIL metta al centro della propria azione la lotta all’illegalità. “Sugli appalti abbiamo presentato una proposta di legge regionale, se a settembre non avremo indicazioni chiare in merito siamo pronti a metter in campo iniziative di mobilitazione perché gli appalti, fino ad oggi, hanno spesso rappresentato un meccanismo che alimenta corruzione e criminalità”. Di Berardino ha parlato anche di lotta al caporalato e al lavoro sommerso, “punto concreto su cui agire per arginare lo sfruttamento dei lavoratori e la concorrenza sleale”. E poi i patti per l’equità e la giustizia sociale con i quali la CGIL chiede ai comuni un impegno comune contro l’evasione fiscale che nasconde e alimenta la criminalità.
In fine una questione di grande importanza sulla quale la CGIL ha lanciato la campagna “Io riattivo il lavoro”, cioè il riutilizzo dei beni confiscati alla mafia e soprattutto la garanzia per le aziende confiscate di una continuità produttiva ed occupazione, “per riattivare un luogo della legalità e del lavoro. Anche tutto ciò – conclude Di Berardino – è contrattazione sociale e territoriale”.

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