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Pomezia, vicenda Tacconi: dopo la sentenza del Consiglio di Stato parla il privato

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Riconvertire l’ex stabilimento industriale “Tacconi” per trasformarlo in un centro residenziale. Era questo il progetto presentato al Comune di Pomezia dal gruppo Cerroni attraverso la “Società Petromarine Italia srl” per riqualificare l’area sita il località Campo Selva a Pomezia. Lo scorso anno però, a seguito dello stop voluto dalla giunta Fucci (il Sindaco non firmò con il privato la convenzione atta a far partire i lavori ndr) avallato in seguito anche dal Tar, tutto l’iter venne bloccato e sul centro residenziale sembrava quindi apparsa la parola ‘fine’. Il Consiglio di Stato tuttavia, con la sentenza 4027/2016 del 29 settembre, ha ribaltato il tutto aprendo, di fatto, nuovi possibili scenari. La palla passa ora infatti (di nuovo) al Comune di Pomezia: Piazza Indipendenza dovrà decidere se bloccare definitivamente il progetto, ma in questo caso servirà una delibera di Consiglio Comunale, o arrivare a firmare la petizione con la società Petromarine Italia srl.

Il progetto: il ‘Biovillage di Pratica di Mare’

A dx il progetto della Petromarine Italia Srl, a sx una foto di repertorio dell'area così come appare oggi
A dx il progetto della Petromarine Italia Srl, a sx una foto di repertorio dell’area (così come appare ancora oggi)

Ripercorsa la cronaca della vicenda, anche giudiziaria, riserviamo ora un passaggio all’analisi del progetto presentato dalla Petromarine Italia Srl, proprio l’oggetto del contenzioso con il Comune di Pomezia. Per questo ci siamo rivolti ai vertici dell’azienda alla quale abbiamo rivolto le seguenti domande.

Alla luce della sentenza del Consiglio di Stato quali saranno le prossime mosse della Petromarine?

“Tengo a fare una premessa. Forse si ha una cattiva idea sul gruppo e di chi lo rappresenta perché noi fin dal primo momento, anzi dalla nascita del progetto, abbiamo cercato di fare un qualcosa di unico nel suo genere con un progetto edificatorio che, oltre al privato, pensasse alla qualità della vita degli abitanti di Pomezia e dei suoi cittadini. L’obiettivo è sempre stato quello di procedere alla riqualificazione di un sito problematico e di un area degradata diventata, con il passare degli anni, una discarica a cielo aperto. Abbiamo sempre cercato il confronto con questa amministrazione ma il Sindaco Fucci e la sua Giunta ci hanno proposto soltanto di eliminare completamente il nostro progetto per farne un’area completamente commerciale. Abbiamo ritenuto questa proposta improponibile ed inaccettabile in quanto lì vicino vi è già un centro commerciale distante appena 50 metri in linea d’aria (c.c 16 pini ). Ciò avrebbe voluto dire congestione del traffico e fallimento totale dell’intero progetto.”

Dove risiede allora la verità? E soprattutto: nel concreto cosa state offrendo ai cittadini tanto da sembrare benefattori?

“No, non siamo benefattori ma persone umili e rispettose le quali vorrebbero riaprire un dialogo serio e costruttivo con questa amministrazione anche in virtù della sentenza dei giudici che rende finalmente giustizia e non lascia più spazio a interpretazioni di parte riproponendo e facendo capire che quello che noi stiamo dando già in fase di approvazione del piano integrato (ovvero cessione al comune del 20% della cubatura e creazione di un parco usufruibile) non ha nulla a che vedere con tutte le altre operazioni immobiliari del territorio approvate e che la stessa amministrazione in questa fase sta cercando di condurre in porto attraverso un giusto ed equilibrato compromesso per mantenere il diritto del privato e nel contempo la pubblica utilità. Ma il nostro progetto va oltre quello che è scritto perché se fosse stato spiegato alla collettività, in termini chiari e veritieri alla collettività ed alla cittadinanza, avrebbe senz’altro riscosso il consenso di tutti. Infatti si sarebbe potuto vedere quello che oggi deve essere sotto gli occhi di tutti e cioè che, nei criteri di progettazione, è stato dato spazio alla vivibilità ed al miglioramento dell’area circostante tanto che il progetto contiene un parco per passeggiare e andare in bicicletta, la piantumazione di centinaia di alberi per creare un polmone verde, un centro sportivo, la bonifica del laghetto presente rendendolo un valore aggiunto, zone ludiche per i bambini, case costruite e pensate per dare la possibilità anche ai portatori di handicap di viverle con la massima armonia e senza disagi. Insomma il nostro progetto è davvero un qualcosa di diverso: innovativo e socialmente utile.

Cosa vi aspettate ora dall’Amministrazione?

“Diciamo che, leggendo i giornali, abbiamo potuto notare come ultimamente, onde evitare inutili cause giudiziarie e spreco di denaro pubblico, si sta diffondendo l’idea che, se non si parte da sciocchi preconcetti e analoghi pregiudizi ad personam, si può addivenire tranquillamente a un accordo tra amministrazione pubblica ed imprenditoria privata che rende soddisfatto sia l’imprenditore ma soprattutto evidenzia la capacità di un’amministrazione di lavorare nell’interesse dei cittadini ottenendo servizi ottimi a costo zero. Quindi ci auguriamo che, in questo lasso di tempo indicato dal giudice amministrativo, il nostro progetto possa essere seriamente preso in considerazione dall’amministrazione come già accaduto con altre realtà così da offrire ai cittadini un città migliore”.

Il Comune

“Non abbiamo firmato la convenzione – dichiarava lo scorso anno il sindaco Fabio Fucci all’indomani della sentenza del Tar – e abbiamo fatto bene. Come con tutti i piani urbanistici adottati dalle precedenti Amministrazioni, abbiamo proceduto con un’attenta analisi degli atti per verificare che l’interesse pubblico non fosse violato dall’interesse dei privati, oltre a far emergere le criticità del piano. Gli Uffici tecnici hanno rilevato tra le altre cose che l’area oggetto di intervento ricade in zona agricola, adiacente all’area archeologica e all’aeroporto di Pratica di Mare, e che l’area destinata a verde pubblico attrezzato e a parcheggio pubblico ricade nella fascia di rispetto delle viabilità. Elementi che hanno reso necessarie una serie di verifiche sull’attività svolta da alcuni funzionari del Settore Urbanistica che il giudice ha riconosciuto come legittime”. Ora però, come detto, il Consiglio di Stato ha nuovamente ribaltato tutto: la partita rimane dunque aperta ed ora tutti attendono il prossimo passo dell’amministrazione pometina.

 

 

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