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Testimoni di Geova: il 3 Aprile si ricorda la morte di Gesù

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Si terrà il prossimo Venerdì 3 aprile 2015 la Commemorazione della morte di Gesù da parte dei Testimoni di Geova. A Pomezia due i luoghi dove seguirla (dalle 19.30): l’Hotel Selene e la Sala del Regno dei Testimoni di Geova (via Pontina Vecchia km 33.350). Di seguito il comunicato giunto alla nostra redazione.

“L’ultimo giorno di vita di Gesù come uomo sulla terra, così come i Vangeli raccontano.”

Quest’anno la Commemorazione è venerdì 3 Aprile 2015 a partire dalle 19.30.

Il racconto biblico – 14 Nisan dell’anno 33 del calendario dell’epoca, 1982 anni or sono: Gerusalemme è avvolta dalla luce soffusa del crepuscolo mentre sul Monte degli Ulivi splende la luna piena. In una grande camera ammobiliata Gesù e i dodici giacciono intorno a una tavola apparecchiata. “Ho grandemente desiderato mangiare con voi questa pasqua prima che io soffra”, dice Gesù. (Luca 22:14, 15) Dopo un po’ gli apostoli notano con meraviglia che Gesù si alza e depone le vesti. Prende un asciugamano e una bacinella d’acqua e comincia a lavare loro i piedi. Che indimenticabile lezione di umile servizio! — Giovanni 13:2-15.
Gesù però sa che uno di loro — Giuda Iscariota — ha già disposto di tradirlo e consegnarlo ai capi religiosi. Comprensibilmente, Gesù è molto afflitto. “Uno di voi mi tradirà”, rivela. Gli apostoli ne sono grandemente addolorati. (Matteo 26:21, 22) Dopo aver celebrato la Pasqua, Gesù dice a Giuda: “Quello che fai, fallo più presto”. — Giovanni 13:27.
Dopo che Giuda se ne è andato, Gesù introduce un pasto per commemorare la sua morte imminente. Prende uno dei pani non lievitati, rende grazie in preghiera, lo spezza e dice agli undici di mangiarne. “Questo significa il mio corpo”, dice, “che dev’essere dato in vostro favore. Continuate a far questo in ricordo di me”. Poi prende un calice di vino rosso. Dopo aver pronunciato una benedizione, lo porge loro, dicendo di berne. Gesù aggiunge: “Questo significa il mio ‘sangue del patto ’, che dev’essere versato a favore di molti per il perdono dei peccati”. — Luca 22:19, 20; Matteo 26:26-28.
Nel corso di quella sera memorabile, Gesù insegna ai suoi fedeli apostoli molte lezioni preziose, fra cui l’importanza dell’amore fraterno. (Giovanni 13:34, 35) Assicura loro che riceveranno un “soccorritore”, lo spirito santo, il quale rammenterà loro tutte le cose che egli ha detto loro. (Giovanni 14:26) Più tardi quella stessa sera dev’essere stato molto incoraggiante per loro udire Gesù pronunciare una fervida preghiera a loro favore. (Giovanni, capitolo 17) Dopo aver cantato cantici di lode, lasciano la stanza superiore e seguono Gesù all’aperto, nella fresca aria della notte.

Attraversando la valle del Chidron, Gesù e gli apostoli raggiungono uno dei loro luoghi preferiti, il giardino del Getsemani. (Giovanni 18:1, 2) Mentre gli apostoli rimangono ad aspettare, Gesù si allontana di poco per pregare. Mentre supplica Dio di aiutarlo, prova un indescrivibile stress emotivo. (Luca 22:44) Il solo pensiero di recare biasimo al suo caro Padre celeste, se dovesse venir meno, lo angoscia oltre ogni dire.

Gesù ha appena finito di pregare quando arriva Giuda Iscariota con una folla armata di spade, bastoni e torce. “Buon giorno, Rabbi!”, dice Giuda, baciando teneramente Gesù. È il segnale perché arrestino Gesù. All’improvviso Pietro trae la spada e stacca un orecchio allo schiavo del sommo sacerdote. “Riponi la tua spada al suo posto”, dice Gesù mentre sana l’orecchio dell’uomo. “Tutti quelli che prendono la spada periranno di spada”. — Matteo 26:47-52.

Tutto accade così in fretta! Gesù viene arrestato e legato. Confusi e in preda alla paura, gli apostoli abbandonano il loro Signore e fuggono. Gesù viene condotto da Anna, ex sommo sacerdote. Poi viene portato da Caiafa, il sommo sacerdote in carica, perché sia processato. Nelle prime ore del mattino il Sinedrio accusa falsamente Gesù di bestemmia. Successivamente Caiafa lo fa portare dal governatore romano Ponzio Pilato. Questi manda Gesù da Erode Antipa, governante della Galilea, il quale con le sue guardie lo schernisce. Poi Gesù viene rimandato da Pilato, che ne conferma l’innocenza. Ma i capi religiosi ebrei insistono perché lo condanni a morte. Dopo aver subìto numerose ingiurie e violenze, Gesù viene portato sul Golgota, dove viene spietatamente inchiodato su un palo di tortura e muore fra atroci sofferenze. — Marco 14:50–15:39; Luca 23:4-25.

Sarebbe stata la più grande tragedia della storia se la morte di Gesù avesse significato per sempre la fine della sua vita. Ma non fu così. Il 16 nisan del 33 E.V. i suoi discepoli appresero con stupore che era stato destato dai morti. A un certo punto più di 500 persone poterono constatare che Gesù era tornato in vita. E 40 giorni dopo la sua risurrezione un gruppo di fedeli seguaci lo vide ascendere al cielo. — Atti 1:9-11; 1 Corinti 15:3-8.

La vita di Gesù e voi – In che modo questo influisce su di voi, anzi, su tutti noi? Ebbene, il ministero, la morte e la risurrezione di Gesù esaltano Geova Dio e sono essenziali per l’adempimento del Suo grandioso proposito. (Colossesi 1:18-20) Sono di vitale importanza per noi in quanto possiamo ottenere il perdono dei peccati in base al sacrificio di Gesù e stringere così una relazione personale con Geova Dio (Giovanni 14:6; 1 Giovanni 2:1, 2)

Influisce anche sugli esseri umani che sono morti. Grazie alla risurrezione di Gesù potranno tornare in vita sulla terra paradisiaca che Dio ha promesso. (Luca 23:39-43; 1Corinti 15:20-22)

Se volete saperne di più, i testimoni di Geova vi invitano ad assistere alla Commemorazione della morte di Cristo che si terrà la sera di venerdì 3 Aprile alle 19,30 a Pomezia nella Sala del Regno in Via Pontina vecchia km 33,350 ore 19,30 (mappa) e all’ Hotel Selene ore 19,30.

Contatto per i media

Bruno Di Battista –tel. 3356582037 – brundiba@gmail.com
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