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TRASPARENZA DEGLI ATTI: E LE COMMISSIONI?

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Riceviamo e pubblichiamo quanto scritto da un nostro lettore, che mette a confronto i sistemi adotatti dal Comune di Pomezia con quelli dei Comuni limitrofi riguardo le Commissioni Consiliari. Le convocazioni delle Commissioni si svolgono “a porte chiuse”, senza dare opportunità al cittadino di assistere alle discussioni degli argomenti che vanno a toccare l’intera vita amministrativa delle città, nonostante lo Statuto Comunale non preveda espressamente tale limitazione, che dovrebbe essere tutt’al più applicata per le Commissioni congiunte. Alcuni mesi fa il Segretario Comunale, dott Scimè, assicurò la possibilità di assistere allo svolgimento delle Commissioni, ma tutto è rimasto fermo a livello di intenzioni, visto che finora è stato impossibile accedere.

Anche il lettore ha provato, con esito negativo, ed ora si interroga sul significato della parola trasparenza applicato al Comune di Pomezia.

Il  vocabolario della lingua italiana dello Zingarelli al lemma trasparenza recita: qualità di ciò  che o di chi è trasparente, anche in senso figurato. Questo sostantivo è stato oggetto di un vero e proprio abuso da parte della politica per accreditarsi agli occhi dei cittadini elettori.  Questo è il dritto della medaglia; il rovescio è tutt’altra cosa.  Gli amministratori pometini, sia quelli passati che i presenti non sfuggono a questa constatazione; mi auguro non lo saranno i futuri. Una rapida, personale indagine da me condotta consultando i siti ufficiali dei maggiori Comuni della Provincia di Roma, ha dato un risultato sconosciuto a Pomezia, anzi in controtendenza.

L’art. 12 dello Statuto del comune di Pomezia recita:  il Comune riconosce nell’informazione libera  e obiettiva la condizione essenziale per assicurare la partecipazione responsabile dei cittadini alla vita sociale e politica , e a tal fine favorisce ogni possibile iniziativa alla sua diffusione. L’art. 33 tratta della composizione e del funzionamento delle commissioni consiliari permanenti e non fa accenno alcuno alla pubblicità delle stesse. La mia indagine fornisce tutt’altri risultati: la maggior parte dei Comuni della Provincia garantisce al pubblico, come per i consigli comunali, di partecipare alle sedute delle commissioni consiliari permanenti. Essi sono: Tivoli*, Velletri*, Nettuno*, Ladispoli*, Roma*, Marino*, Ardea*, Bracciano*, Colleferro*, Monterotondo*. L’asterisco indica che esistono possibilità di restrizioni che debbono comunque, come da Statuto, essere  giustificate e motivate. Il comune di Ladispoli notifica addirittura ai comitati di quartiere oggetto e data delle sedute. Le commissioni consiliari permanenti sono lo strumento dal quale la politica amministrativa della città trae impulso; da qui discende la necessità di renderle pubbliche anche nella nostra città al fine di attuare quella trasparenza tanto sbandierata ma poco praticata.

Valentino Valentini

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