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35.000 persone per gli Red Hot Chili Peppers a Roma

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35mila persona di tutto il mondo, ieri sera, davanti al palco del Postepay Sound Rock in Roma, per  i Red Hot Chili Peppers.

L’apertura del concerto l’ha tenuto con un assolo il batterista Chad Smith, classe 1961, che ha subito suscitato emozioni adrenaliniche; di poi si sono aggiunti il chitarrista Josh Klinghoffer e il bassista Flea che hanno dato sfogo ai loro virtuosismi per annunciare l’ingresso di Anthony Kiedis: con “Can’t Stop”, e lo scatenarsi della band motivano il Sold Out del grande concerto all’Ippodromo delle Capannelle.

Veri geni della musica che hanno tenuto il ritmo al massimo per tutta la durata del concertone, prima tappa italiana, dimostrando di essere sempre una travolgente macchina da live.

Oggi replicano a Milano, all’Ippodromo di San Siro, con il loro entusiasmo che li marchia da sempre.

Klinghoffer, che ha anche accennato un brano in italiano, si è inserito bene in una band al posto di Frusciante.

 Con gli ultimi due album, “I’m With You” e soprattutto con l’ultimo “The Getaway” il sound della band si è un po’ addolcito, virando verso il pop. Ma brani come “Dark Necessities” o “Goodbye Angels”, non sfigurano in una scaletta dove ci sono dei titoli bomba come “Dani California”, “Under The Bridge”, “Californication”, “By The Way”, e poi comprese le cover di “I Wanna Be Your Dog” degli Stooges, idoli della band, e una versione hendrixiana di “Higher Ground” di Stevie Wonder.

Per non dire del brano manifesto “Give It Away”, insuperabile esempio di fusione tra punk e funk uscita da quel “Blood Sugar Sex Magik” che resta non solo il capolavoro dei RHCP ma uno degli album migliori della storia del rock.

Flea e Chad Smith sono e resteranno una delle ritmiche più spettacolari della scena mondiale, due virtuosi dello strumento, con una naturale vocazione allo show.

Anthony Kidis dal canto suo è un atleta del rock: sul funk rap ancora non teme confronti, la tecnica accademica non è il suo forte ma sul palco ha una presenza spettacolare, e poi non è da tutti reggere un volume di fuoco come quello scatenato dalla sua band.

Dopo un concerto così, è davvero difficile pensare che i Red Hot Chili Peppers possano smettere davvero di fare tour mondiali, come spesso hanno lasciato intendere.

La delusione sarebbe grande per tutti i loro seguaci giunti da tutto il mondo ieri sera per acclamarli, come la piccola  delegazione di giovanissimi di Aprilia ha raggiunto il Postpay alle 8 della mattina per aggiudicarsi i posti migliori, per il concerto che sarebbe iniziato alle ore 21.

Ma è stato il concerto della loro vita e l’attesa è valsa per non dimenticare mai più quella esperienza unica e magnifica.

Marina Cozzo – Giovanni Di Micco

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