Home » Aprilia News » Chikungunya, un virus debilitante ma non fatale. I più a rischio anziani e bambini

Chikungunya, un virus debilitante ma non fatale. I più a rischio anziani e bambini

Pubblicato il

Il virus Chikungunya è un virus trasmesso dalle zanzare tigre.

Si tratta di un microrganismo, fino a poco fa sconosciuto in Italia, ma molto diffuso in altri continenti e paesi come Africa, Asia, America del sud, le cui popolazioni sopportano vere epidemie

Le zone nere sono quelle di trasmissione del virus

 

Il termine Chikungunya deriva dall’africano che esprime “ciò che contorce”e fu usato per la prima volta durante un’epidemia degli anni ’50 in Tanzania.

La diffusione del virus in nuove aree, come Italia, Francia e Stati Uniti, è spesso dovuta all’importazione da parte di viaggiatori infetti.

Il nome la dice lunga sui sintomi più fastidiosi e comuni che si manifestano dopo un paio di settimane di incubazione.

 

La malattia manifesta spesso un andamento caratterizzato da due fasi distinte:

Nella prima fase, di durata pari a circa 6-10 giorni, il paziente manifesta

  • febbre alta (oltre i 39°),
  • cefalea,
  • stanchezza severa,
  • dolori articolari, in grado di limitare i movimenti (il paziente tende a rimanere immobile per non sentire dolore).

Il dolore si verifica più frequentemente nelle articolazioni periferiche, come

 
  • polsi,
  • caviglie,
  • articolazioni di mani e piedi,
  • spalle,
  • gomiti,
  • ginocchia.

La febbre passa dopo 4 giorni, ma nella seconda fase (di 2-3 giorni di durata) può comparire un rash cutaneo con prurito diffuso su tutto il corpo e, talvolta, la ricomparsa della febbre.

Raramente si manifesta anche attraverso la comparsa di congiuntivite e sintomi gastrointestinali come nausea e vomito.

In questa fase possono comparire anche manifestazioni neurologiche come le convulsioni, soprattutto nei bimbi più piccoli.

La guarigione avviene in circa una settimana o poco più, ma alcuni pazienti continuano a lamentare dolore alle articolazioni per mesi.

Si ritiene che il contagio permetta l’acquisizione di immunità, impedendo quindi di contrarre nuovamente l’infezione.

Complicazioni

I soggetti a maggior rischio di complicazioni sono:

  • neonati,
  • anziani,
  • malati cronici (ipertensione, diabete, coronaropatie, …).

Sono descritti talvolta

  • miocardite,
  • insufficienza cardiaca,
  • complicanze emorragiche.

Molto più comune è invece la persistenza del dolore articolare per molti mesi a seguito della guarigione.

Diagnosi

La diagnosi avviene spesso in base alla valutazione clinica, ma   specie in aree non epidemiche può essere necessario il ricorso a esami del sangue ad oc.

Non esiste ad oggi alcun vaccino per prevenire l’infezione da virus Chikungunya, quindi la strategia preventiva si basa in genere sulla protezione dalle punture di zanzare (repellenti, vestiti lunghi, zanzariere, …).

Cause e contagio

L’agente scatenante dell’infezione è il Chikungunya virus (CHIK), appartenente alla famiglia delle Togaviridae (genere Alphavirus).

 

 Il virus viene trasmesso agli essere umani attraverso punture di zanzara (da noi il vettore è in genere la zanzara tigre); quando la zanzara si alimenta con sangue di una persona infetta, il virus entra nell’insetto dove trova un ambiente ideale alla propria replicazione.
Dopo circa 8-10 giorni è in grado di trasmettere il virus ad altri essere umani per il resto della sua vita.

Raramente la trasmissione avviene per via verticale durante il parto da madre a figlio, mentre non si conoscono casi di contagio attraverso l’allattamento al seno.

Altrettanto rara, ma possibile in teoria, è il contagio attraverso sangue infetto, per esempio a seguito di trasfusione di sangue o donazione d’organi.

Marina Cozzo

 
Impostazioni privacy