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Ardea, paralisi politico-amministrativa: per Ludovici la colpa è anche della stampa

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Sulla situazione politico-amministrativa di Ardea, ormai in stallo da tempo, prende la parola il consigliere di opposizione Stefano Ludovici.
“Paradossale – scrive Ludovici in una nota stampa – è la situazione politica amministrativa: Ardea è caduta in un letargo politico che la dice lunga nei confronti della città, sembra ci sia un tacito consenso da parte di tutti i partiti compresi quelli esterni al consiglio comunale. È assordante il silenzio delle forze politiche che si propongono quale alternativa al governo Di Fiori, è fuori dubbio che la minoranza debba fare l’opposizione ma non condivido l’ostruzionismo alla città e di riflesso ai cittadini, in questo preciso momento si dimostri chi siamo e cosa siamo capaci di fare, il consiglio comunale fermo alla elezione del presidente del consiglio. Si arriva in assise per discutere della mozione di sfiducia contro il sindaco e invece il capro espiatorio guarda caso diventa il presidente facente funzioni Abate dapprima attaccato dal consigliere Mauro Giordani che lamenta nientemeno l’esito delle primarie 2012 passa la parola ad Acquarelli e anche lui fa facile bersaglio Abate chiedendogli le dimissioni da presidente e ricordandogli che anche lui glie le aveva chieste, probabilmente in quel frangente Abate ha ritenuto nel suo ruolo istituzionale non rispondere più del dovuto ma ad oggi che non ricopre più tale incarico sarebbe giusto sentire la sua opinione in merito. Certo è che la politica impone determinate regole e queste invece sono state disattese senza una logica: perché invece di discutere seriamente sulla mozione di sfiducia contro il sindaco si è voluto spostare il tiro su Abate? Cosa bolle in pentola? A cosa è servito, se poi non si è capace di uscirne fuori? Il sindaco è comunque fermo al palo da mesi con una giunta monca, la maggioranza dorme e non è capace di dare una soluzione a questa crisi che nel mese del bilancio e a un anno dalle elezioni segnerà in modo indelebile il futuro di Ardea per i prossimi anni”.
Ludovici poi se la prende anche con i giornalisti, neanche fossero loro il problema di Ardea, dimenticando che proprio lui, capogruppo consiliare del Partito Democratico, nel gennaio scorso era stato “rinnegato” dal suo stesso partito, che lo aveva accusato di complicità con la maggioranza.
“Talmente paradossale è la situazione – scrive infatti Ludovici nel suo comunicato – che sembra sia caduta in letargo anche la stampa, nessuno scrive più, tutti d’accordo, destra, sinistra, cittadini e stampa, a questa situazione per il rispetto che ho della mia città e dei miei cittadini ed elettori pretendo uno scatto di orgoglio da parte di tutti, o si va a casa o si prenda in mano la situazione per il bene di Ardea accantonando colori ed ideologie e si inizi a fare quello che tutti noi dichiariamo riempendoci la bocca di buoni propositi”.
Un sussulto di orgoglio che ci pare non solo tardivo, ma anche male indirizzato: la stampa, noi compresi, non solo ha sempre mantenuto alta l’attenzione su quanto succedeva (o non succedeva) ad Ardea, ma ha criticato apertamente l’atteggiamento di politici e politicanti. Il Corriere della Città più volte ha usato toni duri e di condanna verso il teatrino Ardea (facendo anche vignette satiriche sulla finta volontà di mandare a casa l’Amministrazione.
Vorremmo sapere se il consigliere, prima di scrivere, legge.
“Al mio partito e a tutta la minoranza – conclude Ludovici – chiedo di dimostrare il nostro valore si pretenda la presidenza del consiglio e si cominci a dettare le regole visto che mancano da troppo tempo in questa città. Ogni giorno mi si avvicinano persone che lamentano qualcosa, un mancato pagamento da parte dell’ente, una pratica inevasa o assenza di risposte, così anche numerosi imprenditori del territorio, gli operai dell’igiene urbana sono in sciopero continuo per stipendi non percepiti e intanto l’amministrazione è nei dodicesimi di bilancio, le strade sono ridotte un colabrodo le scuole sono vergognose, non si parla più degli usi civici, come mai? Intanto si avvicina la stagione estiva. No, io non ci sto più a questo immobilismo, sono abituato a lavorare e a rispettare tutti e per una sciocca condotta politica non accetto di andare contro quei valori che sono stati sempre faro del mio cammino”.

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