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La Crocifissione di Guadagnuolo esposta ad Ardea per la Settimana Santa

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La “Crocifissione”, del pittore e scultore Francesco Guadagnuolo  sarà esposta nella mostra a lui dedicata Domenica delle Palme 9 aprile 2017, con inaugurazione alle 18,30, al Centro di Cultura Domus Danae, via Pratica di Mare, 9 e si potrà ammirare sino a martedì 18 aprile 2017.
L’opera è stata realizzata nel 1987, a rappresentare il dramma dell’uomo contemporaneo.

Presentata a Roma all’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, la Crocifissione di Guadagnuolo ha sorpreso i presenti per aver prodotto una nuova immagine.

Grazie a tale opera viene indicato dalla critica come l’interprete del nuovo realismo del dopo Guttuso. Nella “Crocifissione” di Guadagnuolo, Cristo continua a morire in un mondo ancora da salvare.

L’artista fa vedere i vizi dell’umanità e i mutamenti dei popoli e dimostra che la classe politica, nonostante le sue insidie, menzogne e fallimenti, sia ancora a governare. Vediamo in quest’opera il nostro pianeta ferito, afflitto dall’ingiustizia, dallo spasimo umano e dalla cosiddetta cultura della morte (terrorismo), piaga nel terzo Millennio. Il tema prevalente in quest’opera è la meditazione sull’inquietudine e la crisi umana dei nostri tempi: l’uomo vive nel dubbio e trovandosi carente di certezze diventa inabile nel dare risposte circa la propria esistenza. Il dolore personale, unendosi allo strazio degli altri uomini, diventa universale. Ci si domanda quale destino sia riservato all’umanità: l’essere umano vive di rinunce, ma viene ancora sorretto da certi valori etici, nell’attesa di un’esistenza più umana. L’uomo riuscirà a dare senso alla propria vita? Questo interrogativo appare in tutta l’opera che è avvolta da un senso metafisico sul mistero della vita, della morte e della Resurrezione. Predomina la figura di Cristo, il cui corpo pare mutarsi in anima avvolta da intensa luce solare, che apre alla redenzione dello spirito. Nel 1999 Giuliano Vangi modella, con argento, oro, bronzo e nichel, un Crocifisso per il Presbiterio del Duomo di Padova, tributario nell’aspetto alla scienza tecnologica. L’opera manifesta la vittoria della vita sulla morte, la Risurrezione, e lo stesso artista a proposito delle braccia dice: “Spalancate non nel supplizio, ma piuttosto in quest’abbraccio redentivo per l’intera umanità”…».
Come non si può non ricordare “La Crocifissione con soldato” di Giacomo Manzù, anche perché essendo ad Ardea, città tanto cara allo scultore, al punto da lasciargli un bellissimo Museo con la sua “Raccolta Manzù” che è l’orgoglio della Città. L’opera tratta la storia, ossia l’occupazione tedesca, all’epoca della seconda guerra mondiale. Manzù ha modellato il bassorilievo evidenziando la dolorosa condizione dell’uomo per esprimere la sua ostilità alla guerra.
Conclude il saggio Renato Mammucari: «… Il Cristo è sempre più vicino alla condizione dell’uomo d’oggi e alla sua immagine che incarna la lotta per la dignità umana, la difesa dei principi di libertà e dei diritti umani».

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