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Pomezia, viaggio nell’area con la proposta di vincolo del ministero: ecco cosa vogliono ‘portarci via’

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Un patrimonio di estremo valore storico, culturale e archeologico (e, pensate, perfino cinematrografico) nell’area di Tor Maggiore e Valle Caia. L’Associazione Latium Vetus, con al seguito molti cittadini e alcuni esponenti del gruppo No Biogas Pomezia, da sempre in prima linea per la salvaguardia del territorio, ha voluto dedicare una delle tappe estive delle proprie attività alla scoperta di questa immensa area – circa 2000 ettari in totale su cui anche il grande Pasolini, pensate, girò una delle scene del film “Uccellacci e Uccellini” – al fine di sensibilizzare tutta la cittadinanza circa questo immenso tesoro che in molti, in nome di un presunto progresso, vogliono cancellare (o peggio: far finta che non esista) e, per così dire, portarci via. Il viaggio, che si è svolto sabato scorso, ha fatto tappa, tra le altre,  al casale turistico detto “di Tor Maggiore”, all’area esterna del complesso medievale di Tor Maggiore, di Torre Fausta e del Cerqueto

E’ stato un intenso appuntamento che ha permesso a tutti di apprezzare le bellezze storico paesaggistiche di un territorio che in molti purtroppo ancora ignorano. Così, mentre attendiamo che anche il Comune di Pomezia recuperi il tempo perduto e scenda (di nuovo) al fianco dei cittadini per difendere questo provvedimento storico, è giusto, da parte nostra, diffondere il più possibile e parlare ad altri delle bellezze di questo territorio in modo tale da metterlo al riparo da ulteriori, probabilmente fatali, ferite sconsiderate.

Un vincolo provvidenziale? 300 giorni per decidere il destino di quest’area

Lo scorso 18 maggio, come è noto, è stata inviata dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale la Proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico  denominata “Ambito delle tenute storiche di Torre Maggiore, Valle Caia e altre della Campagna Romana” ed i relativi allegati ai Comuni di Pomezia e Ardea, alla Città Metropolitana di Roma Capitale, alla Regione Lazio (Direzione Regionale Territorio, Urbanistica, Mobilità e Rifiuti – Area Pianificazione Paesistica e Territoriale) e agli uffici competenti del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, Segretariato Regionale per il Lazio-Commissione per il patrimonio culturale). L’area racchiude un insieme paesaggistico di notevole bellezza, che conserva, nonostante vari fenomeni sparsi di urbanizzazione e gli ambiti industriali che la circondano, le caratteristiche agro-silvo-pastorali che per secoli hanno connotato, in generale, la Campagna Romana con interessanti esempi di insediamenti agricoli, inscindibilmente coniugati a numerose preesistenze architettoniche (casali, torri, castelli) e archeologiche.  

L’iter di apposizione del vincolo è iniziato lo scorso 22 maggio ma arriverà a conclusione solamente con la sua ratifica da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo dopo un procedimento che durerà circa 300 giorni e che prevede la raccolta delle osservazioni di associazioni e cittadini. Se la proposta di vincolo verrà così ratificata a quel punto sarà impossibile realizzare su quell’area ulteriori manufatti a destinazioni d’uso tecnologico-industriale e quindi proseguire nelle attività speculative legate al ciclo dei rifiuti.

Oltre Cogea, cosa c’è in ballo

La posta in gioco intorno a Pomezia quale nuovo distretto del rifiuto, non si esaurisce con il progetto targato Cogea: su Santa Palomba infatti si sta combattendo una battaglia molto più grande nel silenzio degli enti, che rischia di trasformare il nostro territorio in una nuova Malagrotta romana. Vanno infatti in questa direzione i numerosi progetti legati al ciclo dei rifiuti attualmente in corso di approvazione, come il progetto della discarica di inerti in località Tor Tignosa e l’ultimo arrivato, un progetto presentato alla Regione Lazio lo scorso 18 maggio (tra l’altro ad appena 2 settimane dopo l’incendio alla ECO X di via Pontina vecchia, ndr) ed attualmente in corso di valutazione di impatto ambientale per la realizzazione di un impianto per il recupero e lo stoccaggio di rifiuti da raccolta differenziata. 

 

 

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