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Elezioni Ostia, De Donno contro la mafia. Intanto spunta il quinto candidato

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Ad Ostia, in vista delle elezioni del X Municipio romano fissate al prossimo 5 novembre, c’è fermento. Franco De Donno, l’ex parroco di Santa Monica, vuol far dimenticare le polemiche ed ha lanciato l’attuazione di un protocollo antimafia. Nel frattempo ancora attesa nel centro-destra e nel centro-sinistra, mentre arriva il candidato del “Popolo della Famiglia“.

DE DONNO: PROTOCOLLO ANTIMAFIA E CANDIDATI CIVICI ALLE ELEZIONI

De Donno ha incluso nel programma elettorale della sua campagna il protocollo, proposto e formulato dall’associazione Da Sud nel novembre 2013, dal titolo “Municipi senza mafie”.

Il documento, pensato per essere stipulato con i minisindaci del Comune di Roma in carica, prevede l’approvazione e la messa in atto di una delibera antimafia.

Un passo necessario – commenta De Donno – per dare un chiaro segnale ai nostri concittadini. Il Municipio X deve, a testa alta, immaginare un futuro nuovo e diverso, fatto di spirito civico, trasparenza e cultura della legalità. Per questo, nel mio programma, non potevo non includere un protocollo del genere”.

La delibera in questione verte su 5 punti fondamentali. Qui li potete trovare ampiamente spiegati.

L’ex parroco, nel frattempo, ha stabilito un altro protocollo, questo operativo per la campagna elettorale, volto a disciplinare le candidature a suo sostegno. Tutti i candidati, oltre che aderire alle linee programmatiche, dovranno avere una chiara impronta civica, non aver avuto ruoli nelle precedenti amministrazioni locali o in segreterie di partito ed essere inseriti in liste senza il simbolo di alcuna formazione politica. A valutare l’aderenza a queste norme ci sarà un’apposita commissione istituita dai membri della lista principale di De Donno, Laboratorio Civico X.

ATTESA A DESTRA E SINISTRA

E’ ancora attesa nel centro-destra e nel centro-sinistra. Nel primo schieramento, che unirà Fratelli D’Italia, Forza Italia e Noi con Salvini non si è ancora sciolto il nodo fra le coordinatrici locali dei primi due partiti Monica Picca e MariaCristina Masi. Qualche giornale ha parlato di riunione decisiva avvenuta ieri: la sensazione, però, è che ci vorrà ancora qualche giorno per conoscere il candidato.

Stessa cosa vale per il centro-sinistra, che tuttavia è diviso. Sembra sicuro, infatti, che Mdp e Sinistra Italiana sosterranno un candidato diverso dal PD, ma ancora non sono chiare le scelte di entrambi gli schieramenti.

Nei giorni scorsi si è parlato di alleanza PD-NCD con interessamento diretto della Lorenzin attorno ad un progetto di realizzazione di “Ostia Comune” (i più maligni hanno anche parlato dell’investimento di 55 milioni di euro nell’Ospedale Grassi di Ostia da parte del Ministero della Salute, di cui la Lorenzin è responsabile, come una mossa elettorale).

Nulla, però, è ancora certo: si tratta solamente di indiscrezioni non confermate e c’è bisogno di attendere ancora per conoscere i nomi e le formazioni di appoggio.

IL CANDIDATO ALLE ELEZIONI DEL “POPOLO DELLA FAMIGLIA”

Nel frattempo il quinto candidato certo alla tornata elettorale per “Il Popolo della Famiglia”, il movimento sorto dopo la manifestazione del Family Day e guidato dal giornalista ultra-cattolico Mario Adinolfi, è l’imprenditore Giovanni Fiori.

C’è stata una chiamata e abbiamo risposto– ha commentato Fiori- la difesa della famiglia vera ed unica cellula vitale della società, della natura e dei conseguenti valori non negoziabili, dell’integrità costitutiva della persona umana e della sua infinita dignità, saranno alla base d’ogni nostra scelta nella gestione del bene comune che ci siamo candidati ad amministrare in questo splendido territorio, oggi ferito ed umiliato, che è il nostro decimo Municipio“.

“Vogliamo offrire ai cittadini di Ostia, di Acilia, di Palocco, dell’Infernetto, di Malafede, di Castel Fusano e di Castel Porziano- ha aggiunto Adinolfi– una valida alternativa ai partiti che hanno sgovernato il municipio negli ultimi quindici anni, provocando l’incredibile scioglimento del consiglio per infiltrazioni mafiose che ha costretto a sospendere la democrazia per due anni e mezzo.Ora per ritornare alla normalità non ci si può affidare alle soluzioni palingenetiche avaloriali del grillismo che i romani stanno già penosamente subendo a Roma per mano di Virginia Raggi, né agli opposti estremismi del prete spretato Franco Di Donno e di CasaPound“.

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