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Mancano gli infermieri all’ospedale Grassi: niente presidi sanitari notturni a Fiumicino, Fregene e Casal Bernocchi

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Bimba di 2 mesi morta a Ostia

Niente cure primarie nell’orario che va dalle 20 alle 8 del giorno dopo nei nuclei di Casal Bernocchi, Fiumicino e Fregene a partire dal 20 dicembre.
La sconcertante decisione di tenere chiusi i presidi sanitari è stata presa dal commissario straordinario della Asl Roma 3 attraverso la circolare numero 87055 per carenza di infermieri all’ospedale Grassi di Ostia.
Ci sarà quindi una rimodulazione dell’orario di lavoro degli infermieri, con turnazioni sulle 12 ore invece delle consuete 24, e con l’ovvia chiusura nell’orario scoperto dai turni, ovvero nel notturno.
All’attacco i sindacati che attraverso Giuseppe Conforzi, segretario territoriale Uil Fpl Asl Roma 3, scrivono al presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti. “Si vuole togliere personale infermieristico per spostarlo al Grassi – si legge nella lettera – I nuclei di cure primarie sono nati per togliere affluenza e carichi di lavoro al pronto soccorso, nonché eliminare i disagi degli abitanti dell’entroterra dovuti alla distanza da Ostia. Che senso ha chiudere la notte un servizio molto importante per la cittadinanza per poi non risolvere il problema visto che i cittadini di Fiumicino, Fregene Acilia, Casal Bernocchi e dintorni si recheranno ad Ostia rendendo inutile quel poco aumento di personale? Anzi aumenterà notevolmente l’affluenza al Dea congestionando ancor di più e aumentando i tempi di attesa dei pazienti nelle barelle. Chiediamo l’annullamento del provvedimento e ci riserviamo tutte le proteste del caso”.
Sconcertato e contrario a questa decisione il sindaco di Fiumicino Esterino Montino.
“La disciplina dei LEA – ha dichiarato – anche nella nuova versione approvata nel 2016 (Repertorio atti Conferenza Stato-Regioni n. 157 del 7 settembre 2016), ribadisce all’articolo 5 il dovere del Servizio sanitario di garantire la continuità assistenziale per l’intero arco della giornata e per tutti i giorni della settimana. In particolare il testo al proposito recita testualmente: “Le aziende sanitarie
organizzano le attività sanitarie per assicurare l’erogazione, nelle ore serali e notturne e nei giorni prefestivi e festivi, delle prestazioni assistenziali non differibili”. Inoltre all’articolo 7, dedicato all’Emergenza sanitaria territoriale, al comma 3, sottolinea che “L’attività di emergenza sanitaria territoriale è svolta in modo integrato …..-omissis….- con le attività effettuate nell’ambito dell’Assistenza sanitaria di base e Continuità assistenziale. Dall’analisi dei dati delle prestazioni erogate presso i presidi sanitari di Fregene e Fiumicino, che assicurano un servizio di continuità assistenziale per una popolazione residente di circa 80.000 persone (più i vacanzieri nei mesi estivi), appare evidente che nei due presidi citati si eroghino prestazioni non differibili in numero affatto trascurabile (gennaio-settembre 1262 codici rossi e gialli) più un notevolissimo numero di codici verdi (gennaio-settembre 12070)”.
“Complessivamente – riassume Montino – gli accessi nei due NCP sono stati, da gennaio e settembre di quest’anno, 19.769, pari a 2.196 al mese. Riflettendo a mente fredda su questi dati, al di là della grave scorrettezza istituzionale di chiudere i presidi notturni senza nessuna informazione e confronto con il Sindaco della Città, commessa dal Commissario della ASL Roma 3, la decisione appare sconcertante sotto l’aspetto funzionale, della sicurezza dei cittadini e persino
contraria a una logica di razionalizzazione e risparmio della spesa pubblica. La scelta della Asl Rm 3 costringerebbe tutti a recarsi nei pronto soccorsi ospedalieri con tutte le conseguenze che sono note. Se la ASL dovesse quindi persistere nel suo atteggiamento di chiusura dei presidi citati senza nemmeno discuterne con chi, come il Sindaco, rappresenta comunque l’autorità sanitaria locale a tutela dei diritti dei cittadini residenti del Comune di Fiumicino, mi vedrò costretto mio malgrado a rivolgermi alle autorità competenti per segnalare una probabile violazione del dettato normativo richiamato in merito alla garanzia del livello essenziale di assistenza ‘Continuità assistenziale’ ”.

Ma se a Fiumicino e Fregene la preoccupazione è tanta, il problema non è meno sentito a Ostia e nell’intero X Municipio, come spiega Marco Possanzini di Sinistra Italiana. “La carenza di strutture e posti letto – dichiara – così come l’insufficiente numero di addetti, non permettono di far fronte alla enorme richiesta di assistenza sanitaria nel nostro territorio. Denunciamo da anni, completamente inascoltati, questa situazione. Al danno aggiungiamo la beffa, perché invece di assumere personale medico, la ASL RM3 decide di chiudere le strutture di primo soccorso, spesso unici presidi sanitari in zone totalmente privi di servizi, una decisione che condanniamo senza mezzi termini. Con le politiche sanitarie adottate dalla Regione Lazio si sta svendendo ai privati la sanità pubblica facendola a pezzi. Chiediamo al Governatore Zingaretti, alla Giunta Regionale del Lazio e al Dottor Legato di intervenire immediatamente per garantire la riapertura dei punti di primo soccorso e di procedere nelle assunzioni del personale medico e ausiliare così come previsto. Chiediamo inoltre alla Sindaca Raggi, responsabile della salute dei cittadini, di fare tutto quanto in suo potere per scongiurare l’impoverimento progressivo di sanità pubblica nel Municipio X”.

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