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Lo sport come mezzo terapeutico: per tornare in forma e stare bene con sé stessi

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In forma con l’EMS a chi giova di più?

Lo sport come mezzo terapeutico: questo principio guida combina la consapevolezza che una terapia sportiva che si basa su istruzioni ed evidenza deve essere prescritta, monitorata e adat-tata in base alle esigenze individuali da parte di un medico.

É stata ormai sufficientemente avvalorata l’idea che un allenamento moderato della resistenza è in grado di migliorare la diagnosi dell’insufficienza cardiaca cronica nella prevenzione secondaria. È noto dall’esperienza che solo pochi pazienti, per lo più giovani, ben diretti e fortemente motivati, rimangono in una terapia di accompagnamento costante nell’ambito della prassi clinica. Le nostre esperienze con l’allenamento full body con elettrostimolazione (allenamento con EMS) mostrano finora un potenziale sconosciuto nella riabilitazione dai sintomi di disturbi neuroumorali, infiammatori e muscolari nell’ambito dell’insufficienza cardiaca cronica (ICC).

Effetti specifici sugli organi dell’attività fisica regolare nella prevenzione primaria e secondaria

Nella medicina preventiva meta-analisi hanno fornito le prime indicazioni metodologiche sugli effetti cardioprotettivi dello sport quando si mettono in correlazione attività fisica e mortalità. La riduzione della mortalità di individui che svolgono attività sportiva con un’intensità di almeno 1000 kcal/settimana era pari al 30-40% rispetto alla popolazione media inattiva.

In base a questi risultati è stata formulata la raccomandazione di essere fisicamente attivi per almeno 30-45 minuti al giorno. L’intensità dovrebbe essere fissata al 70% della frequenza cardiaca massima adeguata all’età dell’individuo.

In base al livello attuale delle conoscenze, gli effetti dello sport come forma di terapia possono essere ricapitolati come illustrato nella figura in alto. Queste conoscenze aprono una nuova prospettiva che considera l’ICC un’affezione del sistema e non una malattia isolata del cuore.

Alla luce di queste considerazioni, abbiamo sviluppato riflessioni autonome per scoprire l’approccio terapeutico migliore per alleviare i disturbi muscolari, infiammatori e neuroumorali che prendono di mira – indipendentemente dalla capacità mentale e psichica dei pazienti con ICC – il muscolo dell’organo, al fine di ottenere effetti secondari sugli altri disturbi di ICC.

La nostra ipotesi era basata sulle seguenti considerazioni:

I pazienti con ICC sono limitati regolarmente da un aumento considerevole della frequenza cardiaca mentre svolgono forme dinamiche di allenamento come jogging, ciclismo, ecc.. Di conseguenza non raggiungono il carico necessario per un allenamento efficace.

Utilizzando l’allenamento con EMS sono stimolati esternamente grandi gruppi muscolari, indipendentemente da altre condizioni del paziente. Sembra possibile raggiungere un’intensità dell’allenamento tale da consentire specialmente a questo gruppo di pazienti di trarre profitto dall’ottimizzazione di numerosi parametri metabolici e fisiologici dei muscoli.

Metodi

Uno studio pilota prospettico (voto etico n° reg. 27/2008, Università di Bochum) è stato condotto con pazienti con diagnosi verificata di cardiopatia cronica, che si sono allenati per sei mesi con il full body con EMS di miha bodytec (www.- miha-bodytec.de). All’inizio, dopo tre e sei mesi sono stati eseguiti prove di efficienza (spiroergometria), esami del sangue (creatinchinasi, ecc.), ecocardiogramma e altri esami. Sono stati inoltre controllati la pressione arteriosa e la glicemia.

Risultati

Durante l’allenamento abbiamo potuto documentare un chiaro aumento del consumo di ossigeno alla soglia anaerobica (Vo2at). All’inizio del periodo di allenamento Vo2at era 19,39 (± 5,3) ml/kg/BW = peso corporeo). È aumentato significativamente a 24,25 (± 6,3) ml/kg/BW dopo il periodo di allenamento (p ≤ 0,05). Ciò indicava un miglioramento medio del 25,4%, mentre in singoli casi sono stati riscontrati livelli più elevati fino al 96%. Poiché il massimo lavoro fisico in condizioni di misurazione spesso dipende dalle condizioni attuali e dalla motivazione, è stato considerato esclusivamente alla soglia anaerobica (watt at).

L’andamento del lavoro fisico (watt at) durante la fase di allenamento (6 mesi)
Il Lavoro Fisico (Watt at) è aumentato nel periodo di osservazione da 109,7 (± 40,9) a 143,89 (± 42,4) watt. Il miglioramento medio è stato pertanto del 31,4%. In singoli casi abbiamo rilevato livelli fino al 100%.

Studio di risultati di prove in percentuale

La frequenza cardiaca è rimasta praticamente costante durante le unità di allenamento (74,4 bpm prima e 75,6 bpm dopo l’allenamento). C’è stata una variazione significativa in riferimento alla pressione arteriosa. All’inizio dell’allenamento la pressione arteriosa media era significativamente più elevata che dopo il periodo di allenamento (127,17/75,11 mmHg prima e 123,57/71,57 mmHg dopo).

Inoltre, l’allenamento di 20 minuti ha ridotto significativamente la glicemia (23%). All’inizio dell’allenamento il valore medio era 191,9 (± 31,0) mg/dl in contrasto con 156,8 (± 38,14) mg/dl dopo.

Non c’è stata alcuna variazione significativa del peso corporeo durante la fase di allenamento. L’Indice di Massa Corporea (BMI) era 26,8 (± 3,34) all’inizio del periodo di allenamento, rispettivamente 26,9 (± 3,2) dopo 6 mesi. Tuttavia la massa muscolare è aumentata del 5% ca. (2 – 14,9%) con una riduzione corrispondente del grasso corporeo. Il rapporto di massa priva di grasso – misurato con l’analizzatore della composizione corporea Tanita – è aumentato dal 57,2% (± 9,1) al 60,0% (± 10,2).

Come misura dell’intensità di allenamento individuale la creatinchinasi (CK) è stata misurata prima e 24 ore dopo l’allenamento con EMS. L’aumento di CK è stato in media di 250 U/l. In un solo caso si è raggiunto un valore di CK pari a 2270 U/l.

11 pazienti (il 73%) hanno iniziato con dolore dorsale, che è stato completamente eliminato dopo alcune unità di allenamento. Nel corso dell’indagine finale, 14 pazienti hanno riferito un livello di prestazioni notevolmente migliorato, un miglioramento della qualità di vita, potenza sica, buon umore e una valutazione positiva del corso di allenamento. Soltanto un paziente ha mostrato indifferenza.

Discussione

Siamo rimasti sorpresi dall’entità dell’aumento delle prestazioni.

Un progresso fino al 96% (media del 25,35%) del consumo di ossigeno alla soglia anaerobica non era mai stato raggiunto con nessun’altra terapia sportiva nella riabilitazione primaria e secondaria. Inoltre, lo stesso consumo di ossigeno è aumentato del 24,6%. Si tratta d’altra parte di un miglioramento che non si è mai potuto osservare finora utilizzando altri sport con modelli paragonabili. L’allenamento classico della resistenza aerobica nell’ambito della prevenzione cardiaca secondaria con pazienti con ICC fornisce un aumento delle prestazioni del 12 – 15% circa per quanto riguarda il consumo di ossigeno.

L’andamento dell’aumento di CK specialmente all’inizio degli allenamenti mette in evidenza l’alta efficienza dell’allenamento full body con EMS. In singoli casi i valori di CK hanno raggiunto valori paragonabili a quelli di atleti in buona salute in sport agonistici. Ciò significa che il carico relativo e individuale mediante full body con EMS ha effetti paragonabili a un carico massimo di uno sportivo in buona salute. 

Un progresso fino al 96% (media del 25,35%) del consumo di ossigeno alla soglia anaerobica non era mai stato raggiunto con nessun’altra terapia sportiva nella riabilitazione primaria e secondaria. Inoltre, lo stesso consumo di ossigeno è aumentato del 24,6%. Si tratta d’altra parte di un miglioramento che non si è mai potuto osservare finora utilizzando altri sport con modelli paragonabili. L’allenamento classico della resistenza aerobica nell’ambito della prevenzione cardiaca secondaria con pazienti con ICC fornisce un aumento delle prestazioni del 12 – 15% circa per quanto riguarda il consumo di ossigeno.

L’andamento dell’aumento di CK specialmente all’inizio degli allenamenti mette in evidenza l’alta efficienza dell’allenamento full body con EMS. In singoli casi i valori di CK hanno raggiunto valori paragonabili a quelli di atleti in buona salute in sport agonistici. Ciò significa che il carico relativo e individuale mediante full body con EMS ha effetti paragonabili a un carico massimo di uno sportivo in buona salute.

Ovviamente l’elevata intensità dell’allenamento ha condotto alla degradazione temporanea di numerose mio brille con successiva risintesi di massa muscolare efficiente. Ciò potrebbe essere verificato misurando l’impedenza che mostra l’aumento della massa muscolare.

La relativa stabilità della frequenza cardiaca durante le unità di allenamento è sorprendente, non essendone chiara la spiegazione. Abbiamo atteso un considerevole aumento della frequenza cardiaca durante l’allenamento con intensità 8 su una scala di massimo 12 regolata dagli stessi pazienti. Sebbene molte fibre muscolari fossero innervate, l’aumento della frequenza cardiaca è rimasta inaspettatamente bassa. Comunque la stabilità della frequenza cardiaca è un effetto collaterale positivo durante l’allenamento con pazienti con ICC.

La regolazione verso il basso della pressione arteriosa, specialmente del valore diastolico, è significativa e può essere spiegata da una riduzione della resistenza periferica (apertura di capillari addizionali) e dal miglioramento della funzione endoteliale. La riduzione della resistenza sistemica e, rispettivamente, della pressione arteriosa sono state entrambe significative e paragonabili agli approcci della terapia farmacologica classica (p. es. inibitori dell’ACH).

Non si sono verificati abbandoni durante la fase di allenamento. Tutti i pazienti hanno documentato in un questionario un progresso della qualità di vita, una postura migliorata e un livello di prestazioni significativamente più elevato. Il 73% dei pazienti non ha più avvertito il dolore dorsale dopo una breve fase di allenamento, e ciò è attestato anche da numerosi altri studi scientifici in ambito sportivo. In seguito all’allenamento con EMS è stata inoltre misurata una riduzione altamente significativa della glicemia.

Riassunto

Siamo stati i primi a studiare gli e etti e l’accettazione dell’allenamento con EMS in uno studio pilota prospettico con pazienti a etti da insufficienza cardiaca. Il full body con EMS è stato utilizzato come forma di allenamento prevalentemente passiva, non dipendente da motivazione e prestazione fisica.

Siamo stati in grado di misurare miglioramenti fino al 96% del consumo di ossigeno alla soglia anaerobica (Vo2at 19,39 (± 5,3) ml/kg/BW = peso corporeo; Vo2at 24,25 (± 6,3) ml/kg/BW dopo il periodo di allenamento (p ≤ 0,05)).

L’acquisto di massa muscolare è stato del 14% a peso corporeo costante.

Il metodo di allenamento è stato accettato da tutti i pazienti senza abbandoni. I pazienti hanno riferito una prestazione considerevolmente migliorata.

I risultati offrono un potenziale considerevole nella riabilitazione cardiologica primaria e secondaria. Possono trarne particolare giovamento pazienti con forti limitazioni fisiche.

 

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