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Una donna che non può avere figli è una donna a tutti gli effetti

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A volte scegliere di voler diventare mamma, sentire che è il momento giusto, avere accanto l’uomo perfetto non basta per coronare il sogno!
Non tutte le cicogne volano pronte a recapitare il tanto atteso erede e non tutti i cavoli nascondono fagottini urlanti.
Qualche volta il cammino è difficile e in salita.
I motivi possono essere tanti, può dipendere da lei oppure da lui, oppure da una tragica interconnessione di eventi, eppure il risultato non cambia… su quel test continua ad apparire sempre e soltanto una sola linea!

C’è chi si arrende all’inevitabilità del caso e chi invece si perde tra mille analisi, controlli, pareri e consigli per poi magari finire in un centro di sterilità a tentare una fecondazione in vitro, oppure chi si imbarca nella burocraticissima avventura dell’adozione!
Qualunque sia la strada intrapresa il cammino è pieno di buche!
Come tutte le situazioni per capirne la complessità certe esperienze bisogna viverle da vicino!

Una volta mi è capitato di leggere uno commento online di una mamma di quattro bimbi che diceva che le donne che si rivolgono ad un centro di sterilità perdono la propria dignità quando invece farebbero meglio ad adottare un bambino.
Al di là di quanto sia difficile riuscire ad adottare un bimbo, di quanto questo costi economicamente, di quanto tempo ci voglia, che spesso comporta il trasferimento in un altro paese per qualche mese, di quanto sia difficile accettare l’idea che qualcuno possa controllare la tua vita, il tuo conto in banca, quello che fai nel tempo libero, i tuoi amici, la tua famiglia e perfino se la tua casa è adatta ad accogliere un bambino, la frase lì per lì mi fece infuriare!

Come si può essere tanto superficiali e insensibili?
Poi ho riflettuto, ho respirato e ho sorriso di fronte a quella che secondo me non è altro che l’ingenuità di una frase fatta!
Una donna che non riesce ad avere figli percorre una strada molto molto lunga per fare pace con se stessa e non è detto che ci riesca!
Una donna che non può avere figli è una donna a tutti gli effetti e eppure si sente come un prodotto fallato, come un prodotto con un difetto di fabbrica.
Si sente meno donna di una ragazzina che rimane incinta per sbaglio e si colpevolizza.

All’inizio implode nell’autocommiserazione, poi magari prende il coraggio a due mani e mette a nudo la sua anima e la sua fragilità di donna rivolgendosi a qualcuno che non conosce, ma che potrebbe aiutarla a fare quello che di solito si fa al buio e in due, sussurrando parole dolci e accarezzandosi la pelle e non in un asettico laboratorio dopo essere stata anestetizzata e aver fornito un campione di sperma.

Non si sa quanti tentativi siano necessari, si va per livelli, si passa per analisi e percorsi ad ostacoli, si cade, ci si rialza, si spera, si perde e per fortuna si vince anche.
Ti imbottiscono di ormoni e il tuo solo pensiero è: a quanto sta il mio estradiolo? E i follicoli? Quanti sono?
Quando facciamo il pick up? E il transfer?
Qualcuna si perde, si dimentica della propria vita, del proprio lavoro e anche del proprio compagno e alla fine vincere magari non è così come lo si sognava all’inizio.
Il percorso può richiedere qualche anno di tentativi… e può unire una coppia ancora più saldamente o la può distruggere per sempre.

Quando frequentavo il reparto di infertilità in ospedale mi ricordo di quel corridoio di anime perdute e mi faceva paura… mi terrorizzava l’idea di quelle donne che si stavano perdendo, che stavano dimenticando il motivo principale che le aveva condotte lì e cioè l’amore per il proprio compagno o marito e il desiderio di costruire una famiglia con lui.
Con il tempo cambiano le prospettive e magari si scoprono tanti altri motivi per i quali stare male, ma anche tanti per i quali ritenersi fortunate!

Io poi sono abituata a parlare con le donne più che con gli uomini, ma un uomo che non riesce ad avere un figlio?
Cosa può essere per la sua autostima?
Sì, ok siamo nel 2017 e penserete che questi sono solo pregiudizi superati! Ne siete così sicuri?
Pensate ad una coppia appena sposata che deve affrontare tutto questo e che magari sente la pressione di amici e parenti in trepidante attesa dell’erede, vi assicuro che non è facile!
Quando vi viene da chiedere ad una coppia appena sposata quando farà un figlio, fermatevi!
La cicogna non è sempre in viaggio!!

Io non mi sono persa, ma sto facendo ancora pace con me stessa e con i sensi di colpa per aver privato mio marito della gioia di essere padre da circa 20 anni.
Una maternità mancata è una ferita che non si chiude facilmente, devi avere la fortuna di avere accanto le persona giusta!
Devi avere la fortuna di non perderti e di non sprecare quello che hai nella ricerca di quello che nonostante tanti tentativi alla fine non arriva!
Per me la sala parto all’inizio è stata una sofferenza, mi sentivo incredibilmente triste ogni volta che assistevo un parto o che nasceva un bimbo.

La mia capo ostetrica che sapeva cosa stavo passando e che mi aveva convinto a non mollare il mio lavoro un giorno mi è venuta a cercare proprio lì dietro l’autoclave dove mi nascondevo a piangere e mi ha detto “scegli! Puoi essere infelice per sempre, oppure puoi prendere quello che di buono ti ha dato la vita e usare il tuo lavoro per vivere ogni giorno un po’ di quelle emozioni che non sei stata destinata a sperimentare”.

Da quel giorno ho smesso di pensare che non sarei sopravvissuta facendo l’ostetrica e sono diventata una “ladra di emozioni”!
Amo il mio lavoro e ho un profondo rispetto per il miracolo della vita e tutto quello che ci gira intorno!
Auguro ad ogni donna che lo desidera e ad ogni coppia che lo desidera di riuscire a diventare genitori, ma più di tutto gli auguro di saper diventare famiglia a prescindere dal numero dei componenti!

Dott. Ost. Catiuscia De Renzis
dovevolalacicogna@libero.it

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