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Ostia, LabUr all’Anac: ordinanza balneare della Raggi illegittima

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LabUr, il laboratorio di urbanistica di Ostia, ha inviato un nuovo esposto all’Anac (l’Autorità Anti Corruzione di Raffaele Cantone) in cui denuncia la presunta illegittimità amministrativa dell’ultima ordinanza sulla nuova stagione balneare firmata il 1° maggio dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi.

L’associazione aveva già inviato un esposto all’autorità ad ottobre, circa le anomalie nella concessione del lotto n.8. In quel caso aveva trovato riscontro nelle verifiche dei funzionari di Cantone che avevano avviato una più larga indagine su molte concessioni.

La denuncia, inviata martedì scorso, 2 maggio, è stata inoltrata anche alla Guardia di Finanza, alla Corte dei Conti (per presunto danno erariale), al Comune di Roma e al Municipio X.

ORDINANZA ILLEGITTIMA

L’accusa di presunta illegittimità si basa innanzitutto sulla deliberazione dell’Assemblea Capitolina n.18 del 18/19 aprile 2011, in cui si attribuisce al Municipio X (ex XIII) di Roma Capitale “tutte le funzioni amministrative inerenti il demanio marittimo” e i “poteri di vigilanza e di polizia amministrativa-demaniale”. In secondo luogo si riferisce al decreto del Presidente della Repubblica del 27 agosto 2015 che conferisce alla Commissione Straordinari “le attribuzioni spettanti al consiglio municipale, alla giunta ed al presidente del Municipio X, nonché ogni altro potere ed incarico connesso”.

Dato quindi che una “ordinanza balneare, per il demanio marittimo, è la massima espressione dei poteri di vigilanza e di polizia amministrativa-demaniale attribuiti al Municipio X”, questa per LabUr doveva essere emessa dal presidente del Municipio X e dunque dalla Commissione Straordinaria, non dalla Raggi.

L’associazione denuncia, poi, che è stata controfirmata solo da Vulpiani e non dall’intera Commissione. E segnala: “un’errata emissione dell’ordinanza potrebbe generare un diffuso danno erariale a seguito di eventuali ricorsi amministrativi dei titolari di concessioni demaniali marittime nonché di eventuali procedimenti penali e civili intentati dall’utenza nei casi in cui non venga garantita la pubblica e privata incolumità”.

DI CHI E’ IL POTERE DI VIGILANZA?

Abbiamo raggiunto il presidente di LabUr, Andrea Schiavone, che ci ha ulteriormente spiegato la natura e la finalità dell’esposto.

“Il problema del litorale romano- ci ha spiegato Schiavone– è stato negli ultimi 40 anni la vigilanza sia sugli atti amministrativi che quella sulle infiltrazioni criminali. Le concessioni demaniali marittime sono a tutti gli effetti dei contratti pubblici ed esigono una chiarezza assoluta sull’individuazione dell’autorità di controllo. Si è visto chiaramente in Mafia Capitale come l’ex presidente del Municipio, Andrea Tassone, per cui la Procura ha richiesto una condanna di 4 anni, si sia approfittato della delega amministrativa concessa nel 2011 al Municipio sul controllo delle spiagge”.

“Prima che finisca il commissariamento- ha aggiuntodeve essere chiarito se il potere di vigilanza sul litorale, che si esprime con l’ordinanza balneare, spetti al sindaco o al presidente del Municipio X. Sono certo che l’ANAC raccoglierà questa nuova sfida così come ha raccolto il nostro precedente esposto sulle spiagge libere”.

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