Home » Ardea » Politica Ardea » Presunti brogli elettorali ad Ardea, il Consiglio di Stato rigetta il ricorso. L’amaro commento di Abate

Presunti brogli elettorali ad Ardea, il Consiglio di Stato rigetta il ricorso. L’amaro commento di Abate

Pubblicato il

Il Consiglio di Stato si è espresso sui presunti brogli elettorali durante le ultime elezioni, dando torto ai ricorrenti. Amaro il commento di Antonino Abate.
“Il Consiglio di Stato si è infine espresso rigettando tutti i ricorsi presentati che denunciavano le irregolarità avvenute durante le ultime elezioni amministrative – ha dichiarato l’ex candidato sindaco – Sono profondamente amareggiato per gli innumerevoli rinvii del tribunale che in prima istanza si è espresso in giudizio sulla vicenda, sono amareggiato per il ritardo con cui per ben tre volte lo stesso tribunale di Velletri ha mancato di inviare per tempo la documentazione richiesta dal Consiglio di Stato. Una questione come quella che si è verificata nelle elezioni amministrative del 2012, dopo quasi tre anni finisce per perdere di interesse e di efficacia. Gli stessi giudici si sono espressi nel merito affermando che quanto denunciato in quanto alla doppia presenza in lista di uno dei candidati è questione ininfluente ai fini del risultato, ininfluente è stata anche la dichiarazione dello stesso Fanco che ha dichiarato di essere entrato nella sede comunale ben oltre i termini di chiusura e passando attraverso una finestra”.
“Sostanzialmente il ricorso presentato da me, dalla collega Capraro e dal segretario SEL Porinelli è stato rigettato con giustezza ma senza fare giustizia – ha aggiunto Abate – Cavilli burocratici, ritardi da parte di chi avrebbe dovuto garantire giustizia, testimonianze non perfettamente coincidenti, rilievi non accolti come probanti al 100% hanno infine imposto ai giudici una sentenza ineccepibile quanto INGIUSTA. Non vi è cittadino ad Ardea che non abbia personalmente assistito ad irregolarità, strani passaggi di schede e soldi persino nei seggi elettorali e nei loro pressi, registrazioni audiovisive della compravendita di voti e ammissioni dei stessi. Questioni note a tutti ma non probanti per la giustizia che fa giustezza ma lascia l’amaro in bocca. Il sindaco esulterà e come è suo solito rivolterà la frittata, continuerà a negare, si beerà di una sentenza che non lo assolve ma evita di condannarlo. Resta aperto ancora il giudizio atteso nell’azione penale perché reati penali sono stati commessi e questa è questione non politica, non amministrativa. Confido in una giustizia che vada oltre i formalismi che hanno fatto solo giustezza amministrativa”.
Mario Savarese

Impostazioni privacy