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Buon Natale ad un uomo speciale

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Quando lo guardo sento sempre un colpo al cuore. È strano da spiegare, ma basta quella piccola frazione di secondo dove i miei occhi incrociano i suoi, e ogni cosa appare più chiara. Tutti i problemi che fino a qualche secondo prima pesavano come macigni, diventano leggeri, come solo l’aria sa esserlo.
Del suo passato non so molto, non è mai stato un chiacchierone, tutt’altro. Sinceramente non mi importa, ma ammetto, mi ha sempre colpito il suo voler evitare di parlare dei tempi trascorsi, come se non fossero rilevanti, o meglio ancora, come se ricordarli, lo portassero verso quella via che noi tutti vogliamo evitare; quella dei rimpianti, all’angolo con il vicolo dei rimorsi.
I pochi dettagli riguardanti la sua vita prima di me, li conosco grazie ai racconti di chi ha avuto la fortuna di stargli accanto in quegli anni. Lui no, raramente si è lasciato andare parlandomi di quello che è stato; poche volte mi ha accennato della sua infanzia o di quando si è ritrovato costretto a divenire uomo, imparando a cucinare, stirare, cucire, lavare, nonostante la sua età fosse quella del calcetto e dei giochi con gli amici.
Del suo essere così prezioso, ho nel cuore bontà d’animo quasi surreale e la grande forza di volontà; due caratteristiche che a prescindere dall’amore incondizionato che provo nei suoi confronti, l’hanno reso ai miei occhi sempre speciale.
Grande lavoratore, quasi stacanovista, non l’ho mai sentito lamentarsi dinnanzi a una giornata pesante o a delle snervanti ore di straordinario. Generoso e fin troppo altruista, ho assistito a situazioni spiacevoli dove persone a lui care hanno tradito gravemente la sua fiducia, ma nonostante ciò, non l’ho mai visto cambiare o peggio ancora, “imbastardirsi” nei confronti della vita né tantomeno del prossimo.
I suoi occhi sono scuri, talmente tanto che quando li guardi rischi di perdertici dentro, lasciandoti avvolgere da quella malinconia che li rende così unici e profondi. Ho sempre desiderato che lui fosse orgoglioso di me come io lo sono di lui e invece mi ritrovo a sentirmi in difetto, come se quello che sono e – soprattutto – che sono stata, non bastasse a renderlo abbastanza fiero.
Quando ero piccola era l’uomo che volevo sposare e l’unico che non avrei mai voluto lasciare. Oggi ho 32 anni e nelle tante consapevolezze del mio “essere donna”, mi rendo conto che, nonostante abbia provato in svariati modi a dimostrargli il mio amore, non sono mai riuscita a farlo come avrei voluto. Ecco spiegato il perché, oggi, a pochi giorni dalla Vigilia di Natale, anziché parlarvi di argomenti futili come panettoni ripieni, chilocalorie o scarpe con il tacco, sono qui che scrivo di lui, per voi semplicemente uno sconosciuto che viene descritto come se fosse un super eroe, ma che in verità ai miei occhi risulta tale, perché è stato e continua ad essere non solo l’uomo della mia vita, ma il padre e l’amico migliore che potessi desiderare.

Buon Natale papà,
Alessandra Crinzi
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