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Caso Eco-X, alla conferenza del Rotaract Pomezia 5 professionisti parlano del disastro ambientale

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Si è tenuto ieri il convegno dal titolo “Ambiente: riciclaggio e smaltimento dei rifiuti. Il caso Eco-X”, organizzato dal Rotaract Club Pomezia-Lavinium.
Il tema ha richiamato tantissima gente, decretando il successo dell’evento che ha visto sullo scranno l’alternarsi di 5 professionisti che hanno analizzato il tema dell’ambiente, in generale, in particolare con riferimento al disastro ambientale, a seguito dell’incendio che ha colpito l’industria pometina Eco-X.

 


Ad aprire il tavolo è stato Stefano Pacetto che ha fatto un excursus storico della produzione di rifiuti prodotti dall’uomo, che fino a 50 anni fa ne produceva giornalmente circa 200 grammi, mentre ora stiamo ad una stima di 1,500 grammi al giorno per ognuno essere umano. Quindi l’esigenza della gestione dei rifiuti, la raccolta differenziata, il trattamento, lo smaltimento specie per rifiuti speciali e pericolosi. Insomma, concludendo, vi è sempre più la necessità di una economia circolare verso un programma per una Europa a rifiuti zero, entro il 2020.

Di poi, l’intervento dell’ingegnere Luca Andreassi che è entrato nel merito della triste vicenda della Eco x, esordendo con una cifra: 8,500 tonnellate di rifiuti bruciati sono ancora nel luogo dell’incendio.

Dopo 200 giorni dall’evento disastroso, ancora non si è provveduto alla rimozione e bonifica del sito, ma ancora peggio, non sappiamo in quel suolo cosa stia accadendo e cosa abbia bruciato oltre alle plastiche, poiché il sito era un centro di stoccaggio anche per batterie per auto, eternit e tanti altri  materiali tossici:

“Quel materiale che giace sul suolo non è inerte, per via delle piogge, per l’evaporazione e per il vento. Sottostante a quel sito vi potrebbero essere falde acquifere, soggette all’inquinamento dal percolato dei rifiuti. Dalla conferenza dei servizi del 23 novembre 2017 abbiamo appreso che il Comune di Pomezia riceverà 750.000 euro della polizza fideussoria e la Regione si è resa disponibile a fare la sua parte con l’elargizione di altri fondi. Di diverso parere la Città Metropolitana di Roma Capitale che affermando di non aver competenza in materia di gestione emergenziale dei rifiuti, di fatto se ne è lavata le mani. Il Comune di Pomezia ha richiesto una cifra oltre i 5milioni di euro per la bonifica, senza alcuna specifica, nè un dettaglio dello stato dei luoghi o degli strumenti necessari. (Riportiamo stralci del verbale della Conferenza dei Servizi del 23/11/2017 “Interviene la Dott.ssa Valeria Frittelloni dell’ISPRA evidenziando che allo stato attuale il contributo dell’Istituto, non di
natura economica ma scientifica e tecnica possa essere relativo alle attività riguardanti i rifiuti e le modalità di
campionamento e caratterizzazione. La rappresentante dell’ISPRA tuttavia, nel merito del documento oggetto della
Conferenza, rileva alcune carenze in ordine alla descrizione dello stato dei luoghi, ma anche in ordine alle modalità di
campionamento e caratterizzazione dei rifiuti ed anche per quanto riguarda gli analiti da ricercare. Per la rappresentante
dell’Istituto è pertanto auspicabile una relazione maggiormente dettagliata che descriva lo stato dei luoghi con particolare
riferimento all’area interessata dall’incendio e alle condizioni ambientali al contorno (ad esempio, eventuale presenza di
corsi d’acqua), le condizioni attuali di stabilità di manufatti e dei muri perimetrali resi fatiscenti dagli effetti dell’incendio
anche al fine di quantificare gli interventi di messa in sicurezza, smontaggio o demolizione delle infrastrutture, la verifica
dell’attuale stato della rete di gestione delle acque reflue e delle acque di origine meteorica nonché della rete
piezometrica per il monitoraggio delle acque sotterranee. La relazione dovrebbe, inoltre, essere corredata con una
planimetria generale o una ortofoto dello stato dei luoghi, e una planimetria dei coni ottici (report fotografico). :… L’ing. Gardi rappresenta altresì la disponibilità della Regione Lazio a voler fornire un proprio contributo economico, la cui misura, modalità e disponibilità è comunque da intendersi subordinata alla quantificazione esatta delle attività di messa in sicurezza, rimozione dei rifiuti e caratterizzazione del sito. – Prende la parola il Sindaco che riassume constatando che allo stato attuale emerge la necessità di rimodulazione e
revisione del documento oggetto della riunione odierna.
Prende poi la parola il Dott. Bruno Neri dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, che evidenzia
che la campagna dei prelievi e dei campionamenti effettuata a seguito dell’evento non ha fatto rilevare superamenti di
concentrazioni di sostanze sia organiche che inorganiche.
)

“Ad ora, dopo 200 giorni, ancora nessuna operazione è partita per la bonifica di quel sito.”

Da queste considerazioni fatte dal docente universitario  con carte alla mano si è passati, poi, ad analizzare dal punto di vista legale cosa preveda il diritto penale per la tutela dell’ambiente. 

L’intervento del professore Carmelo Leotta ha illustrato la Legge N. 68/2015, che disciplina la materia dei delitti contro l’ambiente, raddoppiando i termini di prescrizione per i reati, reprimendo le ecomafie, prevedendo la confisca del profitto del reato ambientale.

Infine, tra i relatori l’avvocato Giorgio Di Micco che ha analizzato nello specifico la nuova fattispecie penale del delitto di inquinamento ambientale, valutandone i pregi e le intenzioni del legislatore, sottolineando con soddisfazione come si sia passati da una accezione antropocentrica ad  una accezione ecocentrica. ” La nuova legge, di cui tutti anelavamo la promulgazione, ha colmato un grave vuoto legislativo. Adesso sarà molto più facile difendere il nostro ambiente dalle azioni scriteriate e deturpanti dell’essere umano. Chi commetterà azioni con eventi dannosi inquinanti sarà severamente punito!”

 

Marina Cozzo

 

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