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Castel Romano, Rocca chiede la chiusura definitiva del campo nomadi

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E’ categorica la linea di Fratelli d’Italia verso il campo nomadi di Castel Romano, da anni ormai puntuale protagonista delle cronache locali e nazionali per i continui disagi provocati ai residenti della zona e soprattutto ai tanti pendolari della Pontina. Per gli esponenti del partito di Giorgia Meloni quell’area serve chiuderla definitivamente, senza esitazioni e ulteriori disagi per la cittadinanza. 

L’ultimo tra questi episodi di forte disagio sociale è stato l’incendio che ha colpito la stessa area vissuta dai nomadi, che forse per mano di queste stesse persone ha bruciato le loro baraccopoli e soprattutto un’immensa quantità di rifiuti anche tossici.

Un fenomeno non estraneo a questa realtà di Castel Romano, che quasi in ogni stagione dell’anno tende ad andare in fiamme e recare numerosissimi disagi alla cittadinanza locale e i quartieri – o comuni – limitrofi che si affacciano sulla Pontina. Oltre al concreto pericolo per l’incolumità degli stessi nomadi durante i roghi nel loro campo, c’è anche un serio problema ambientale da dover affrontare sulla faccenda: questi incendi sono dei palesi mezzi d’inquinamento, con sostanze tossiche che vengono inalate dai cittadini che vivono nel raggio di pochi chilometri da questo immenso centro e soprattutto questi stessi fumi vengono assorbiti dai terreni limitrofi inquinando i raccolti. 

Una condizione su cui si è voluto esprimere in maniera categorica Federico Rocca, responsabile regionale di Fratelli d’Italia del Dipartimento Sicurezza e Legalità: “Bisogna evitare di ripetere gli errori del passato, ossia, sgomberare i campi spostando il problema da una zona all’altra e la soluzione indicata dalla Regione Lazio rischia di andare proprio in questa direzione. E’ altrettanto vero e palese che non vi è traccia del piano rom presentato dal M5S capitolino. Pochissime famiglie sono state spostate dai campi o hanno preso il contributo per tornare in patria ma nessun campo è stato chiuso, mentre il numero di rom in città continua ad essere approssimativo, poiché il censimento è stato fatto solo nei campi regolari o tollerati ma tutti sappiamo che nella nostra città non ci sono circa 5000 rom ma oltre 15000 se consideriamo tutti gli insediamenti abusivi“.

Ha proseguito Federico Rocca: “Recentemente il campo rom di Castel Romano è tornato alla ribalta delle cronache grazie ad un servizio delle Iene ma nulla di nuovo, i roghi tossici e l’incendio delle baracche ci sono da sempre, così come i cumuli di rifiuti, le carcasse delle auto rubate, per non parlare del lancio degli oggetti contro i veicoli sulla Pontina, quindi, alle autorità competenti di ogni ordine e grado non servivano le Iene per sapere cosa accade in quel campo. Leggo che la Regione Lazio avrebbe intimato a Roma Capitale di chiudere il campo in 7 giorni. Una follia, una balla, perché nessuno riuscirà a chiudere quel campo in 7 giorni al massimo ci sarà una grande opera di bonifica, l’ennesima a spese dei contribuenti e il campo rimarrà lì fino a quando qualcuno non avrà il coraggio di approvare una norma che vieti l’esistenza dei campi rom“.

Ha concluso Federico Rocca a riguardo del campo nomadi di Castel Romano: “Continuo a ribadire da anni che la soluzione è una sola, la chiusura definitiva di tutti i campi e il divieto di crearne di nuovi, permettendo la sola sosta temporanea di chi vuole transitare per Roma mentre i rom, sinti e caminanti che vogliono rimanere nella Capitale e in Italia, devono seguire il percorso per la residenzialità nel rispetto delle normative nazionali ed europee vigenti. Chi avrà il coraggio di farlo? Nel 2015 presentammo una proposta di delibera d’iniziativa popolare che andava in questa direzione ma nel 2017 M5S e PD bocciarono la nostra proposta, pertanto oggi le lacrime di coccodrillo di questi partiti sono ridicole e offensive per i tutti i cittadini romani che continuano a subire la presenza dei campi rom nei loro quartieri con tutti i problemi ben noti che comportano“.

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