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Qualità della vita: per ‘Italia Oggi’ Roma sale di 21 posizioni, ma per ‘Il Sole 24 Ore’ la Capitale peggiora

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Non ha mancato di esultare il Movimento 5 Stelle romano, un po’ in tutti i territori, dopo la pubblicazione dell’indagine curata dal Dipartimento di Statistiche Economiche dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma da parte di ‘Italia Oggi’ lo scorso 27 novembre. In questa classifica Roma è in ascesa e guadagna ben 21 posizioni piazzandosi al 67° posto.

 

Questo studio prende in esame nove parametri: ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, affari e lavoro, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tenore di vita e tempo libero. Ad ogni provincia italiana per ciascun settore è stato assegnato un voto da 1 a 4. Ciò che di interessante emerge da questa analisi, oltre al fatto che il primo posto è assegnato a Bolzano, è che non ci sarebbe più una netta distinzione tra un mezzogiorno arretrato e un centro-nord avanzato ma piuttosto una dicotomia tra ‘province minori’, dinamiche e contraddistinte da più favorevoli condizioni economiche, e ‘contesti metropolitani’, sempre più statici e incapaci di offrire un tenore di vita accettabile ai propri cittadini.

Ad ogni modo in testa a questa classifica vi è buona parte del nord-est: oltre a Bolzano compaiono Trento, Belluno, Vicenza e Treviso. E poi al nono posto Pordenone e al decimo Udine. E’ invece Potenza la prima classificata del sud collocandosi al 44° posto, che con il 51° di Matera assegna alla Basilicata il titolo di regione del meridione con la miglior qualità della vita.

 

Guardando alla capitale si nota che per quanto riguarda il parametro ‘Affari e Lavoro‘ Roma è in leggera ascesa guadagnando due posizioni classificandosi al 65° posto, ma nulla cambia rispetto all’83° in tema di ambiente, che risente del mancato miglioramento della differenziata e della dispersione delle reti idriche. Peggioramenti sensibili per il parametro ‘disagio sociale’ dove Roma scende dal 58° al 64° posto. In leggera ripresa però la spinta demografica e la sicurezza; quest’ultima però si giova del calo generale di omicidi ed eventi efferati come le violenze sessuali.

Passo da gigante invece su ‘tenore di vita’: si passa dal 103° al 28° posto.

 

Ma se nello studio de ‘La Sapienza’ a Roma la qualità della vita migliora, secondo un’altra analisi curata da ‘Il Sole 24 Ore’ negli ultimi dodici mesi questa sarebbe peggiorata assai.

Qui Roma perde 11 posizioni chiudendo al 24° posto. Sono 42 gli indicatori presi in considerazione stavolta, divisi in sei macro aree: ricchezza e consumi, lavoro, ambiente e servizi, giustizia e sicurezza, demografia e cultura.

Tra i nuovi indicatori inseriti da ‘Il Sole’ rispetto agli studi pregressi ci sono: acquisti on line, gap retributivo, spesa in farmaci, consumo di suolo, anni di studio e indice di litigiosità. Cambia anche il metodo di calcolo dei punti: la provincia che per ogni indicatore è prima classificata guadagna mille punti, si tiene conto della distanza rispetto alla prima posizione e nel caso i valori siano troppo lontani viene attribuito un voto d’ufficio. La classifica finale è così frutto di una media aritmetica.
Dunque ecco la differenza sostanziale rispetto allo studio de ‘La Sapienza’; ad osservare la classifica del quotidiano economico la dicotomia rimane quella tra nord e sud, con gap apparentemente incolmabili. Il primo posto è stavolta di Belluno, ma sono sempre le province alpine a contendersi la zona alta della classifica, con Milano che però, come tutti i grandi centri urbani, scende di sei posizioni (dal secondo all’ottavo posto) rimanendo comunque nella top ten. Guadagna due posizioni Palermo, che è comunque al 99° posto, mentre Napoli è quartultima. La prima classificata del sud è Oristano al 52° posto.

A trascinare in basso le città del meridione sono soprattutto i parametri relativi alla sicurezza mentre quelli sulla ricchezza e lavoro e sul tempo libero incrementano le posizioni di quelle del nord.

 

Metodi di indagine diversi dunque, che non autorizzano a sbilanciarsi sia nella posizione che vede una Roma meglio vivibile di un anno fa sia in quella opposta, ma che a conti fatti e ad un occhio attento ci offrono il dato di una capitale statica e con problemi strutturali sedimentati che non si riescono proprio a risolvere.

D’altra parte è stata proprio la prima università romana, dopo la pubblicazione su ‘Italia Oggi’ della propria indagine, a mettere in guardia i fruitori: “Si tratta di un risultato contingente, fortemente condizionato dagli stretti legami con la congiuntura internazionale, per cui è rischioso dedurne uno stabile miglioramento della qualità della vita per i residenti della Capitale”.

Alberto Salmè

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