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Il chiosco di Piazza del Duomo a Firenze

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Siamo arrivati, come ogni lunedì, al nuovo appuntamento con il racconto di Nicola Genovese, autore del romanzo “Il Figlio del prete e la zammara”. I racconti, molto apprezzati, sono diventati ormai un piacevole appuntamento atteso atteso da sempre più lettori.

Erano gli anni 80. Anni d’amore e di speranze.

Ginevra e Cosimo s’incontravano tutte le mattine al chiosco-edicola di piazza Duomo.
Abitavano vicino. Lei a Via dei Calzaioli e lui in Via dell’Oriuolo.
Ginevra comprava la rivista di moda ”Anna Bella” e Cosimo il “Corriere dello Sport”.
Poi insieme si recavano al vicino Bar “Bruzzichelli” e ordinavano cappuccino con cornetto alla crema.
Infine, via di corsa. Lei prendeva il bus per recarsi alla Scuola di Moda Arte e Design Marangoni.
Sin da piccola aveva avuto questa grande passione.
I suoi quaderni erano pieni di schizzi di vestiti femminili.
I più belli li riportava su fogli grandi da disegno Fabriano e li colorava. Poi li appendeva alle pareti della sua stanza. Chi entrava aveva davanti agli occhi un piccolo museo di moda. Non appena ebbe finito il Liceo Artistico, si iscrisse subito alla scuola Marangoni.
Aveva 18 anni ed era fermamente decisa ad affermarsi.
Cosimo tutte le mattine si recava con la vecchia “600” del padre al Centro Sportivo Calcio US Affrico.
Aveva frequentato sin da piccolo la vicina Scuola Calcio Pulcini di Giovanni Galli.
Era un patito di questo sport, che sarebbe diventato con gli anni la sua professione.
Spesso la sera i due giovani innamorati andavano a cena nella caratteristica trattoria “Sostanza”. detta “Il Troia”, in via del Porcellana, a due passi da Piazza Ognissanti.

Era un’ex macelleria con piastrelle bianche, tavoli di marmo e tante stampe alle pareti.
La cucina, posta in fondo alla sala, era ben visibile a tutti i clienti. Era costruita in muratura e con i fornelli per la brace.
I tavoli erano posti lungo le pareti e le panche in legno appoggiate al muro. Chi arrivava si accomodava insieme agli altri avventori. Non esistevano tavoli riservati.
Una bella trovata per potere comunicare e fare nuove amicizie.
Era uno dei locali dove si mangiava la migliore bistecca alla Fiorentina.
Ginevra e Cosimo ne ordinavano una e la dividevano in due. Lei gli dava sempre la parte più grande.
Diceva che ne aveva bisogno per l’attività sportiva che svolgeva. Lui invece le tagliava a pezzetti la sua parte. Erano semplici gesti, ma pieni di tanto amore.
Per contorno abbinavano i fagioli all’uccelletto, il tutto annaffiato da un buon bicchiere di Chianti servito in fiaschetti in vetro impagliato.
Il prezzo era modico e la qualità della carne ottima.
Il vero segreto era la cottura su carbone per la quale ormai al Troia erano degli specialisti.
Dopo facevano due passi per il Centro Storico e se il pied-à- terre di un amico era libero ci andavano a fare l’amore.
Quando il tempo lo permetteva, si recavano alle Cascine. Parcheggiavano la vecchia “600” in un luogo appartato sotto alla Fortezza da Basso e facevano due passi nel verde. Poi ritornavano alla macchina e dopo aver controllato che non ci fossero occhi indiscreti facevano l’amore.
Certo non era comodo!… ma era vero amore.
Ginevra era una donna forte e volitiva.
Stava per completare il Corso ed aveva scritto alla IFA –Fashion School Of Luxury and Design di Parigi.
Chiedeva di fare uno stage e aveva allegato il suo curriculum con alcuni disegni.
Dopo alcune settimane le risposero. Avevano accettato la sua domanda e la convocavano a Parigi entro quattro giorni per l’inizio dello stage.
Giusto in tempo per completare il corso alla Marangoni.
La mattina dopo s’incontrò con Cosimo alla solita edicola di Piazza Duomo. Era raggiante e non riusciva a nascondere la sua felicità.
Lui incuriosito le chiese: “Ginevra cosa ti è successo?” “Una notizia bomba – rispose – sono stata chiamata per uno stage al prestigioso IFA di Parigi”.
“Sediamoci al bar, anch’io ho una sorpresa”.
Ordinarono il solito cappuccino con cornetto alla crema e Cosimo riprese il filo del discorso: “Ginevra, sono contento, te lo meriti. Sei brava, ci tenevi tanto a sfondare nel campo della moda e sono certo che ce la farai. Tu non ti arrendi mai. Inutile confessarti che mi mancherai tanto… amore mio”.
“Ma che dici?… anche se con il pensiero ti sarò sempre vicina e ci telefoneremo spesso”.
“Si dice sempre così – replicò lui – per rendere la pillola meno amara, ma poi passa il tempo, i ricordi diventano sempre più sfumati fino a quando vengono del tutto cancellati”.
“Ma no! no! Cosimo, non sarà così per noi. Ci conosciamo da quando eravamo bambini e non ti scorderò mai. E poi lo stage non durerà in eterno. Penso di ritornare a Firenze tra sei mesi. Ma tu piuttosto non avevi una sorpresa per me?”
“Già vero! Proprio ieri la Federazione Calcio ha comunicato di avermi ingaggiato nella squadra giovanile della Fiorentina. Ero felice e pensavo al nostro futuro. Potevo contare su uno stipendio fisso che ci avrebbe permesso di mettere su famiglia. Ma adesso è tutto cambiato!”
“Ma no Cosimo! È una bellissima notizia! Con la tua bravura presto arriverai a giocare in serie A e tra qualche anno riparleremo dei nostri progetti”.
Si salutarono e si dettero appuntamento per la sera.
Cosimo si fece dare dal suo amico la chiave del pied-à-terre, comprò una bottiglia di Moet Chandon per festeggiare i due avvenimenti.
Lui andò in anticipo e preparò l’ambiente adatto per una notte d’amore. Luci soffuse, musica romantica in sottofondo, due coppe e un secchiello con champagne e ghiaccio.
Quando lei arrivò fu visibilmente commossa per l’accoglienza. Era elegantissima e profumata.
Si abbracciarono in un lungo e appassionato bacio.
Cosimo le versò da bere e insieme brindarono al loro amore. Iniziarono a ballare e i loro corpi affondarono uno nell’altra. Sulle note della musica iniziarono a spogliarsi fino a restare nudi. Com’era bella e sexy Ginevra!
Lentamente si sdraiarono sul letto e lui approcciò con dolcezza alla sua intimità. Si accarezzarono in tutte le parti più sensibili e i loro corpi s’intrecciarono in una
vorticosa stretta carnale. Quella notte raggiunsero più volte l’orgasmo.
Il giorno dopo l’accompagnò alla stazione dove lei prese il treno che la conduceva a Parigi. Si salutarono ancora mentre lei affacciata al finestrino si allontanava sempre più. Nei primi tempi si telefonavano spesso e si scrivevano lunghe lettere d’amore. Con il passare del tempo si diradarono sempre più fino al cessare del tutto.
Era stato profetico Cosimo!
Ogni volta che passava da piazza del Duomo guardava con nostalgia quel chiosco di giornali e poi…veloce …accompagnava il figlio a scuola.

Nicola Genovese

Il romanzo di Nicola Genovese “Il figlio del prete e la zammara” è reperibile su Ibs libri, oppure richiedendolo direttamente all’editore Aulino Tel.3284793977 oppure via e-mail:info@Aulinoeditore.it

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