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IV Municipio, parco Filippo Meda: la maxi rissa del 9 giugno è stato solo l’inizio di un attacco criminale nei confronti della cooperativa ‘On the Road’

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Si è trattato di un vero e proprio attacco nei confronti dell’associazione ‘On the Road‘, che da più di trent’anni si occupa della manutenzione del parco Meda e dell’organizzazione di eventi all’interno dell’area, quello del 9 giugno; alle cronache, quel giorno passò come una maxi rissa tra italiani e filippini.

Ma a quanto pare era da molto tempo che nel parco la tensione cresceva a dismisura tra chi usufruiva degli spazi dell’associazione e un gruppo di residenti del quartiere, contrari al fatto che ‘On the Road’ organizzasse eventi anche per gli stranieri. In particolare per la comunità filippina, che da qualche settimana era solita passare le proprie domeniche presso il parco Meda. Quel 9 giugno, infatti, era in corso la festa di compleanno di un cittadino filippino. “Questi sei, sette signori, italiani, ultras romanisti del gruppo ‘Boys’, alcuni dei quali noti pregiudicati del quartiere, hanno cominciato a rubare ai filippini varie bevande e cibi che erano stoccati all’interno dei locali dell’associazione“, ci racconta Maurizio Zaia, dirigente dell’associazione e successivamente aggredito a calci e pugni: “Ovviamente i filippini hanno protestato. A quel punto il gruppo di italiani hanno aggredito un filippino ed è nato l’enorme

Valerio, il 37nne sfregiato al volto durante la rissa del 9 giugno scorso

parapiglia“. A pagare lo scotto maggiore di quella rissa è stato Valerio, un ragazzo disabile di 37 anni che, a causa di un taglio con un oggetto contundente, ora si ritrova con uno sfregio permanente al volto; sette i punti di sutura sulla guancia, e altri tre alla schiena.

A impedire l’accesso alla sede di ‘On the Road’ oggi c’è un presidio permanente 

Da quel 9 giugno, nella piazza denominata proprio ‘On the Road’, davanti alla sede dell’associazione le stesse persone protagoniste della rissa, con l’ausilio di altri sodali, pongono in essere un vero e proprio presidio di guardia al fine di impedirne l’accesso ai soci e quindi, sostanzialmente, di non far più lavorare la cooperativa. Per ben due volte, infatti, questo gruppo di persone, che varie fonti del territorio indicano come “Ultras romanisti e pregiudicati per fatti di droga“, hanno cambiato i lucchetti alle porte degli spazi, in barba alle forze dell’ordine e ai diritti dei membri volontari della cooperativa. 

La versione di Maurizio Zaia di ‘On the Road’

Ha visibilmente paura Maurizio Zaia. Lo incontriamo a 500 metri circa dal parco, una distanza che a lui è parsa sicura per poterci parlare. Balbetta e fatica a mettere in ordine i pensieri; sono state numerosissime infatti le volte in cui gli abbiamo chiesto di ripeterci i fatti dal principio. Ha un taglio sulla fronte e non si tranquillizza finché non gli mostriamo il tesserino: “Io non lo so chi sei te veramente!” Poi possiamo finalmente apprendere che: “Questi balordi dal quel 9 giugno ci hanno cambiato per ben due volte i lucchetti per impedirci di entrare. E sono state almeno due le aggressioni fisiche ai danni miei e del mio socio Giorgio Di Fazio“. Pare infatti che la mattina del 10 giugno Giorgio Di Fazio sia stato letteralmente buttato fuori dalla sede a suon di schiaffi e pugni dallo stesso giro di persone che ora presidiano la sede. “Hanno quindi cambiato i lucchetti una prima volta. Poi ci siamo recati a rimuoverli con le forze dell’ordine per ben due volte, perché appena riuscivamo a riaccedere nella sede loro provvedevano a rimuovere i nostri sigilli e ad apporre i loro“. 

La terza volta è scattata l’ennesima aggressione: “Nella prima serata del 15 giugno io e Di Fazio ci siamo recati nuovamente presso la sede a controllare, ma questa volta senza l’ausilio delle forze dell’ordine che ci hanno ribadito di non poter fare altro. Ho subìto personalmente due aggressioni quella sera; la prima appena varcati i cancelli del parco e la seconda davanti alla nostra sede. Ho ricevuto un pugno sul costato e uno sulla nuca da dietro e cadendo ho sbattuto la testa“, dice Zaia indicandoci il taglio sulla fronte. Ed è un fiume in piena quando, a questo punto, tiene a precisare che: “Questi signori che, ripeto, sono un gruppo di sodali del territorio, alcuni dei quali anche criminali, si sono recati in otto presso la mia abitazione chiedendo a mia moglie dove fossi, con fare spavaldo e intimidatorio“. Per tutti questi fatti Zaia e Di Fazio hanno sporto formale querela.

Pregiudicati e ultras romanisti a guardia dello storico bus; le ombre inquietanti sul futuro del parco

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Maurizio Zaia con un membro della comunità filippina

È normale che Zaia abbia paura.
Ciò che non sembra normale è che si permetta a un gruppo di persone di esercitare in maniera coatta, violenta e arbitraria le proprie ragioni così reiteratamente e in barba a leggi e regole civili. Ci siamo recati per ben due volte di fronte alla sede di ‘On the Road’ e li abbiamo incontrati. Si chiamano l’un l’altro ‘er cinese’ o ‘er patata’. Sono tutti i giorni lì, seduti su un tavolino dell’associazione a giocare a carte; ogni tanto qualcuno di loro si stacca dal gruppo e gironzola attorno al parco. Sono ronde.
Ci presentiamo: “Basta che nun scrivi gnente contro de noi” avvertono. “Da quando ce stanno ‘sti due (Zaia e Di Fazio, ndr) qua è uno schifo. I filippini che si ubriacano e pisciano ovunque, rifiuti sotto gli alberi, i bracieri dei barbeque ovunque… fanno schifo, hanno portato solo quello nel parco e con loro e ‘sti filippini non si vive più“. Per loro, ‘On the Road’ invece di riqualificare il parco porterebbe soltanto degrado: “Organizzano rave party fino a tarda notte e per quanto ci riguarda ‘On the Road’ è una organizzazione a scopo di lucro, perché mettono a noleggio tavoli e sedie e affittano i loro locali per qualunque tipo di evento e a chiunque. Dove finiscono questi soldi?“.

Queste le loro ragioni: per loro, che vivono nel quartiere, l’associazione, nella persona di Maurizio Zaia e Giorgio Di Fazio, sarebbe responsabile di un presunto degrado nel parco Meda, e la rissa scattata il 9 giugno scorso rappresenterebbe la conseguenza di una situazione insostenibile creata da loro: “Non è vero che abbiamo rubato cibo e bevande ai filippini“, ci dice un uomo che era presente alla rissa e vi ha partecipato: “La scintilla è scattata quando uno di loro mi ha rubato il cellulare. Per questo abbiamo reagito“.

Quando facciamo loro notare che stanno infrangendo la legge impedendo l’accesso alla sede ai membri della cooperativa, non fanno una piega: “Non ce ne frega niente. Noi adesso faremo una nostra associazione che si occuperà veramente del decoro nel parco“. Insomma, in un modo o nell’altro, questi signori vogliono rimpiazzare ‘On the Road’.

Ma più fonti del quartiere azzardano una tesi inquietante: “Alcune delle persone a presidio della sede sono pregiudicati per fatti di droga. Vogliono farne una piazza di spaccio“, e queste voci effettivamente vanno moltiplicandosi.

‘On the Road’; la situazione amministrativa e gli eventuali problemi di opportunità

Abbiamo quindi cercato di capire la situazione dal punto di vista politico e amministrativo. Nel 2010 l’allora Municipio V riconobbe, e di fatto legittimò, ‘On the Road’ mediante una delibera di giunta: “La giunta del V Municipio“, si legge nel documento: “delibera di prendere atto dell’importante attività sociale e culturale svolta dalla cooperativa […] e riconosce il ruolo attivo svolto dalla stessa nel quartiere attraverso la stipula di una specifica convenzione che disciplini il rapporto tra Municipio V e ‘On the Road’“. L’organo di prossimità dunque riconosce ‘On the Road’ come soggetto di rilevanza sociale e culturale e rimanda ad una specifica convenzione che però ad oggi non si trova; o meglio, non si sa nemmeno se sia mai stata stipulata. Anche per questo il capogruppo PD nel consiglio del IV Municipio, Massimiliano Umberti, ha proposto una interrogazione per fare chiarezza una volta per tutte su questa storia, ma la presidente Della Casa è in ferie e non si avranno risposte a breve termine. Si evince quindi, sebbene momentanea, una situazione di vuoto amministrativo che spiegherebbe in parte tutta la criticità rispetto agli spazi interni al parco. A prescindere dalle modalità criminali delle forzature raccontate esiste sicuramente un problema di opportunità: “Finché non ci sarà chiarezza rispetto a concessioni ed autorizzazioni di questi spazi permarrà questo momento di scontro“, ci dice il consigliere Luca Scerbo di Fratelli D’Italia, aggiungendo che: “e anche se queste autorizzazioni ci fossero bisogna vederne i termini: non può esistere una assegnazione ad libitum“. Come ovvio tutti si dissociano dagli atti di violenza in essere ma probabilmente nasce anche da qua l’attuale intolleranza verso chi gestisce ‘On the Road’, oltre che dal presunto fine di lucro contestato alla cooperativa. Fonti raccontano infatti che: “La sala viene affittata per eventi e feste a 150 euro a serata, tavolini e sedie sono a noleggio a 2 euro“, e di ciò non esiste alcuna rendicontazione. Dice infatti lo stesso Umberti: “Anche se la presidente è assente, la mia interrogazione verrà comunque riproposta, perché anche io voglio capirci di più; per me tutta questa situazione rimane assurda“.

Già. Per tanti motivi è una storia assurda.
In mezzo c’è Valerio. A lui basta dire che tifi per la Roma per strappargli un sorriso. Sul quale adesso c’è però uno sfregio che ricorderà per sempre a tutti gli attori di questo racconto che un parco non è un campo di battaglia.

 

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