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Studenti occupano il liceo Socrate, gli insegnanti: ‘Anche noi chiediamo una sede aggiuntiva dove studiare’

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Da questa mattina il Liceo Socrate della Garbatella è in stato di occupazione. Gli studenti – che hanno fatto precedere l’azione da un documento lungo e articolato – si sono mobilitati anche a causa delle gravi condizioni di sovraffollamento dell’istituto, per chiedere alle autorità che vengano concessi altri spazi succursali ad uso del Liceo ed impedire che il prossimo anno venga ridotto drasticamente il numero degli iscritti per problemi di capienza. 

PROFESSORI DALLA PARTE DEGLI STUDENTI

I docenti del Liceo hanno da tempo costituito una commissione interna che si occupa di seguire la questione “succursale”, cercando interlocutori istituzionali e individuando spazi utilizzabili del territorio. Oggi un ampio gruppo di docenti, riunitosi in assemblea, ha espresso rammarico di fronte alla mancanza di supporto da parte delle istituzioni in una questione che rischia di danneggiare non solo la popolazione scolastica del territorio, ma l’intera offerta formativa del quadrante centro sud di Roma. Nell’ottica di riportare al centro dell’azione la qualità della didattica, ora in parte compromessa dal disagio che comporta un sistema di rotazione delle classi, l’utilizzo di laboratori come aule e in generale l’aumento della popolazione all’interno di un ambiente limitato come il plesso di Via Padre Reginaldo Giuliani, questa rappresentanza di docenti condivide la piattaforma di mobilitazione degli studenti – pur non approvando la forma di lotta intrapresa – e si unisce alla loro urgente richiesta di intervento in merito all’assegnazione di una sede aggiuntiva dove studiare e fare cultura.

LA PROTESTA DEGLI STUDENTI

Oggi, 2 novembre 2017, noi Studenti e Studentesse del Liceo Socrate abbiamo scelto di mobilitarci in difesa dei nostri diritti e della nostra scuola. Dopo mesi di malcontento generale provocato da costanti misure di oppressione e da un mancato confronto tra le varie componenti del Liceo, scegliamo oggi di occupare il nostro Istituto.

Questa comune volontà di far sentire forte e chiara la nostra voce e di attivarci affinché la situazione attuale cambi radicalmente, si concretizza in questa forma di protesta forte e largamente condivisa. Sarà una mobilitazione che porteremo avanti con serietà e dinamicità, con chiarezza e voglia di cambiare.

Questo è ciò che vogliamo far emergere con questo primo documento, che indirizziamo alle Famiglie, ai Docenti, al Personale ATA, alla stampa e ai cittadini del nostro territorio.

Una protesta forte, la nostra

Rispetto al passato, nel corso degli ultimi due anni abbiamo riscontrato e riscontriamo una totale chiusura da parte della Presidenza e rapporti più difficili con il corpo docente: nella nostra analisi, questi sintomi sono dovuti al clima di tensione che è stato volutamente creato all’interno del Socrate con l’obiettivo di romperne gli storici equilibri. Questa volontà di rottura e di delegittimazione della nostra voce ha reso impossibile qualsiasi forma di collaborazione positiva tra componenti, attitudine che in passato è invece sempre stata caratterizzante del nostro Liceo, pratica quotidiana e suo vanto.

Riteniamo, ad oggi, che l’occupazione sia il modo più efficace per manifestare il nostro dissenso facendoci sentire dentro e fuori la nostra scuola. Siamo stufi di mandare lettere, stufi di parlare e di ricevere come uniche risposte categorici “no” e fasulli “vedremo”. Attraverso momenti di aggregazione e di condivisione, di dibattito e di dialogo, vogliamo con quest’atto forte fissare un punto partenza per ricominciare da capo ristabilendo un clima di serenità tra noi e di lotta contro quest’amministrazione, riprendendoci un momento troppo a lungo negato che permetta a tutte e tutti di esprimere la propria opinione riguardo questa situazione insostenibile.

Vogliamo essere ascoltati, vogliamo riprenderci i nostri spazi, vogliamo ricevere risposte concrete, vogliamo cambiare le cose.
Di seguito esponiamo, nel modo che riteniamo il più chiaro ed esplicativo possibile nonostante la loro complessità, quali sono le ragioni della nostra mobilitazione.

1. Del sovraffollamento

Al ritorno dalle vacanze estive abbiamo ritrovato una scuola radicalmente diversa da quella che avevamo lasciato a giugno: con l’ingresso di dodici classi prime a fronte di cinque quinte che hanno superato l’Esame di Stato, il numero di classi è aumentato d trentuno a trentotto, con un conseguente aumento della popolazione studentesca da circa 650 a circa 950 unità.

Questa situazione purtroppo non ci ha colti di sorpresa: ci siamo infatti trovati costretti, già dalla scorsa primavera, a convocare un’Assemblea d’Istituto straordinaria il 13 maggio 2017, come unica risposta possibile ai tentativi subdoli e meschini della Preside di non metterci al corrente dei problemi gestionali della scuola e delle iscrizioni. Abbiamo chiesto a gran voce, insieme a oltre 400 genitori presenti, quali fosse la linea con cui s’intendeva procedere: abbiamo contattato l’Ufficio Scolastico Regionale, la Provincia e il Municipio per chiedere un loro intervento, ma non ci è stata data nessuna risposta. Solamente arrivati a metà giugno siamo stati costretti a votare un piano d’emergenza per la rotazione delle classi nei pochi spazi disponibili in una scuola sovraffollata, senza servizi sufficienti e senza prospettive di benessere e tranquillità per tutte le sue componenti.

I nostri sospetti, nati dalla preoccupazione per il futuro della nostra Scuola e dall’attaccamento ad essa, si sono purtroppo tutti concretizzati, in modo ancor più drammatico e lesivo dei nostri diritti e della nostra dignità.

Dal 12 settembre ci troviamo a studiare in una situazione surreale: siamo costretti a ruotare per le aule al cambio d’ora divincolandoci tra corridoi congestionati e locali non adatti ad accogliere l’attuale popolazione scolastica.
I Docenti, essendo l’aula a loro precedentemente assegnata divenuta una classe, sono costretti a stazionare in un locale buio, ricavato da un angolo dell’Aula Magna, dove le relazioni umane tra di loro e con noi sono limitate dall’assenza di uno spazio reale di incontro. Il nuovo spazio “riservatogli”, inoltre diminuisce la capienza dell’Aula Magna, da sempre esigua e da quest’anno gravemente insufficiente ad accogliere gli Studenti durante le assemblee, costringendoci a sedersi per terra e limitando le possibilità di ascolto e partecipazione.

La criticità maggiore, però, è il totale disinteresse per le norme di sicurezza antincendio: l’eccessivo incremento della popolazione scolastica in una struttura inadatta a contenerla è, come pare ovvio, un atto grave e sconsiderato. Le misure di sicurezza previste dalla legge per l’evacuazione sicura di tutta la popolazione scolastica non sono ora rispettate, mettendo di conseguenza a rischio l’incolumità degli studenti. La risposta della Preside a tutto ciò vorrebbe essere un drastico taglio delle iscrizioni per il prossimo anno, con la conseguente perdita di posto per molti insegnanti con basse posizioni in graduatoria. Ci siamo spesso chiesti il perché di una tale mossa gestionale, una sostanziale autodistruzione della scuola, attuata e difesa dalla Presidenza: l’unica risposta che quest’autunno ci siamo dati sta nella crescita apparente dimostrata dalla scuola al Ministero della Pubblica Istruzione, che all’aumentare vertiginoso del numero degli iscritti, da una parte aumenta i finanziamenti per il nostro Istituto, dall’altra premia il Dirigente “virtuoso”.

Tutto ciò è inaccettabile: la Dirigenza ha ottenuto finanziamenti sulla nostra pelle, sottoponendoci ad un rischio reale e costante, e peggiorando la qualità della vita scolastica e, conseguentemente, dell’insegnamento
Siamo stati presi in giro, sfruttati e strumentalizzati.

I danni provocati dall’irresponsabile assunzione di Studenti, e dal conseguente sovrappopolamento del Socrate, precedentemente indicati, sono ormai irreversibili, e la responsabilità di tutto questo ricade solo sulla nostra Dirigente Scolastica.

 

Oltre al danno, la beffa: per gli Studenti, non il riconoscimento degli errori fatti, ma solo una propaganda paradossale che parla di “successo” e di “crescita”.
La nostra pazienza, oggi, è finita.

1.1 Sicurezza degli Studenti e dei Lavoratori

La mancanza di sicurezza nella nostra scuola rappresenta il problema più evidente e grave contro il quale ci troviamo oggi a manifestare: le maggiori criticità derivanti dalla noncuranza delle norme di sicurezza sono già state segnalate con un’accurata relazione depositata in sede di Consiglio d’Istituto da un genitore della scuola, architetto e tecnico operante nell’ambito della sicurezza. Nonostante questo documento e nonostante le nostre molteplici richieste ufficiali, la Preside non ha mai dato risposte concrete ed esaurienti nelle sedi preposte. Siamo disponibili a fornire questa relazione a chiunque lo richiederà:

  1. allo stato attuale, per il numero di Studenti presenti ai piani primo e secondo non ci sono i presupposti per l’evacuazione sicura di tutti gli individui; soltanto il piano terra risulterebbe a norma. Le porte delle scale antincendio, infatti, permettono l’esodo sicuro di 240 persone per i piani primo e secondo: quest’anno al primo sono presenti circa 315 persone mentre al secondo 314. Ciò significa che attualmente almeno 150 studenti, professori e collaboratori non riuscirebbero ad evacuare in sicurezza i piani superiori in caso di emergenza;
  2. la rotazione degli Studenti e la conversione di molti ambienti del piano terra in aule didattiche ha creato un congestionamento delle vie di uscita, con l’inevitabile aggravarsi delle misure di sicurezza, già precarie e insufficienti, dei piani superiori;
  3. anche cercando di ovviare al problema dell’insufficienza delle vie di esodo per i piani primo e secondo utilizzando le scale interne per l’evacuazione (possibile solo dopo ingenti lavori di chiusura e messa in sicurezza delle scale stesse), possibilità non contemplata dai Piani che conosciamo e con i quali svolgiamo le simulazioni ogni anno, il deflusso dei piani superiori non consentirebbe comunque un’evacuazione sicura per gli ospiti presenti al piano terra.

Questo, è vero, non è un problema nuovo nelle scuole italiane, ma in un prefabbricato del 1969 rappresenta un rischio non più sopportabile.

1.2 Servizi insufficienti per tutti

Nonostante il numero dei nuovi studenti fosse noto alla Preside già dalla scorsa primavera alla chiusura delle iscrizioni, nulla è stato fatto per adeguare i servizi della scuola al drastico incremento della popolazione scolastica: la fila lunga e lenta ai distributori di caffè e bottigliette d’acqua durante l’intervallo crea ogni giorno sui ballatoi dei piani un pericoloso affollamento che si unisce all’interminabile fila ai bagni, di cui molti sono chiusi e inagibili da più di un anno, e comunque non sufficienti da progetto per un numero così alto di utenti, senza contare il nostro ovvio disagio, costretti a passare l’intervallo in fila, considerando solo sei distributori per più di mille persone.

 
 

1.3 Un “Codice della Strada” per gli spostamenti

Al mancato rispetto delle più basilari norme di sicurezza si aggiunge una circolare monocratica e autoritaria che vorrebbe regolare gli spostamenti ai cambi d’ora. Questo regolamento fatto di soli imperativi e di norme ridicole, da noi definito “squallido e sanzionatorio” già in Consiglio d’Istituto, impone azioni come quella di impiegare massimo quattro minuti per spostarsi tra le aule, di camminare in fila indiana rasenti al muro destro, di usare una scala solo per salire e un’altra solo per scendere. Più che le nuove norme “di circolazione”, in parte anche comprensibili in questa situazione di emergenza, a indignarci sono le forti sanzioni che vengono promesse a chiunque infranga una o più regole. La cosa più paradossale e ironica è che le sanzioni vengono oggi comminate con la ratio di punire il “mancato rispetto delle norme di sicurezza”!

Volendo adottare quest’ottica punitiva, quali sanzioni spetterebbero a chi un problema di sicurezza lo ha creato realmente?

Dei rapporti che non esistono più

La richiesta di un plesso succursale da parte della Preside, allo stato attuale unica soluzione è stata inviata più volte, ma agli Uffici sbagliati e fuori dalle scadenze fissate per legge! Errori su errori che, sommandosi, creano un quadro inquietante fatto di volontà deviate, di incompetenza e di inopportunità, con il forte sospetto di essere vittime di una vergognosa, inutile e dannosa mossa politico-economica.

Sosteniamo, nel nome dell’unità de Socrate, la mobilitazione dei docenti per chiedere nuove aule, pur consapevoli dell’effettiva assenza di spazi adeguati per una succursale nel nostro quartiere.

La nostra scuola non è stata danneggiata soltanto riguardo la sicurezza ma anche, cosa che ci addolora ancor più profondamente, a livello di rapporti tra noi Studenti e Studentesse con gli altri membri della comunità del Socrate: Docenti, Genitori, Personale ATA.

La gestione della scuola, sempre più autoritaria e monocratica, ha portato ad un’irrimediabile frattura nelle relazioni umane e didattiche con i Docenti, vanto per anni di una scuola come la nostra: un modello di crescita didattica e morale per gli Studenti.

La feroce attività di repressione degli scambi sociali e dell’attività politica ha ridotto notevolmente le possibilità di ristabilire e portare avanti un dialogo costruttivo fra le varie componenti della scuola. Sembra quasi sottointeso ribadire che, allo stato attuale, la voce di noi Studenti è totalmente ignorata.

Constatiamo che oramai, nella nostra scuola, uno dei problemi maggiori sembra essere per la Dirigente quello degli Studenti che si prendono un caffè appena passate le 8:15. Questa misura assurda vede professori e personale ATA obbligati a controllare come piantoni le macchinette e a dover strappare letteralmente i bicchieri di chi sta consumando fuori orario. Ciò si riflette anche nella didattica, creando un clima di tensione tra chi apprende e chi insegna o cura e gestisce la struttura.

Questa frattura è visibile anche nei Consigli di Classe, nei quali il conflitto interno incide sulle proposte portate avanti dai Rappresentanti degli Studenti, troppo spesso ritenuti una debole minoranza (numerica e morale) ed osteggiati dalla Preside, divenuta onnipresente durante lo svolgimento dei Consigli: questa ingerenza mina, a nostro parere, la libertà d’espressione e di voto di Docenti e Studenti, consapevoli del potere effettivamente assoluto che il DS detiene e della sua completa autonomia decisionale.

Secondo la nostra ottica democratica e partecipativa, il parere dei Rappresentati dovrebbe godere di un’alta considerazione proprio perché espresso da sole due persone, diretta emanazione della volontà degli Studenti della classe.
Disinformazione e cattiva comunicazione sono le armi con cui, quotidianamente, si cerca di escludere gli Studenti dalla vita politica e gestionale della scuola, che dovrebbe invece vivere di collegialità e di democrazia: il nostro parere all’interno del Consiglio di Istituto, a cui partecipano quattro rappresentanti degli Studenti, non è stato ascoltato (ma anzi, deriso) neanche quando si è deciso che la nostra scuola avrebbe quasi raddoppiato il numero di iscritti.

Troppo spesso ci sentiamo impotenti, partecipando a riunioni già pianificate e organizzate. Veniamo bollati come ideologici, come faziosi, come ostruzionisti: si preferisce al dibattito (anche lungo e acceso, se serve) una procedura veloce, nella quale le delibere si votano su due piedi, con maggioranze già composte e chiuse, delegittimando l’organo centrale dell’autonomia scolastica italiana e rendendolo una formalità burocratica per dare il via libera ai diktat della Presidenza.

3. Di una Scuola che ci sta stretta

Pur essendo aumentato notevolmente il numero di persone (Studenti, Docenti, Personale ATA, Genitori) che frequentano ogni giorno il Liceo Socrate, gli itinera per la concessione di spazi e locali a tutte le componenti si sono fermati bruscamente, come se l’accettazione di tali richieste proceda in modo diametralmente opposto a quella delle iscrizioni.

Possediamo nella scuola un ampio giardino nascosto tra le sue mura, che ci permetterebbe di trascorrere all’aria aperta e in modo più vivibile la ricreazione, vista la circolazione difficoltosa nei corridoi. Nonostante le nostre continue richieste (Provvedimento n°016/1617 del Comitato Studentesco del 24 febbraio 2017, richieste in Consiglio d’Istituto del 19 aprile e 31 maggio 2017) e l’evidente necessità, la risposta negativa da parte della presidenza viene sempre difesa da scuse irricevibili e poco concrete. Come studenti abbiamo già iniziato un percorso di riqualificazione di questo spazio, dalla pulizia all’organizzazione di una merenda settimanale per ridar vita al nostro giardino. Durante questa mobilitazione ci daremo da fare per portare avanti il nostro impegno.

Crediamo in un modello di scuola che permetta agli studenti di vivere il proprio istituto anche durante l’orario pomeridiano. Tuttavia spesso l’accesso a noi ragazzi nell’orario extrascolastico viene negato da misure restrittive: una semplice richiesta non basta, ma c’è bisogno di una procedura interminabile e disincentivante

4. Dell’Alternanza Scuola-Lavoro

I progetti di Alternanza Scuola-Lavoro (A.S.L.) allo stato attuale non rappresentano per gli Studenti una valida opportunità di formazione, apprendimento, crescita personale e professionale. Citiamo qualche esempio: un corso di economia aziendale presso un ateneo privato, seminari sull’analisi scientifica della scena del crimine, sulla giurisprudenza sportiva, traduzione in latino ciceroniano dell’interfaccia di un’applicazione statistica per telefoni…

Siamo fermamente contrari a questo programma di svalutazione formativa e perdita di ore didattiche e non riteniamo ammissibile che la scelta delle attività sia delegata esclusivamente alla Preside e alla Coordinatrice dell’A.S.L., voci uniche riguardo la gestione dei progetti. Pur consapevoli dell’obbligatorietà del monte ore di A.S.L. per l’accesso agli Esami di Stato, vogliamo con questa protesta denunciarne l’inutilità, e l’attuale sfruttamento di molti studenti degli Istituti tecnici e professionali. Troppo spesso ultimamente sentiamo di intere classi costrette a lavorare in fabbrica con turni di 8 ore, sostituendo di fatto decine di lavoratori, nonostante la piaga sociale rappresentata dall’11,1% di disoccupazione in Italia (dati Istat 2017). Come altre scuole italiane, abbiamo già consegnato al Ministero una relazione sulle criticità del’Alternanza, ricevendo però dalla Ministra nessuna apertura sul tema.

Essendo lo studio universitario una scelta quasi obbligata per chi si licenzia con maturità classica o scientifica, essendo al 15% il tasso di cambio facoltà tra le matricole (dati ricerca Luiss, 2011) ed essendo le attività oggi svolte niente di più diverso dai famosi stage lavorativi imposti dalla Buona Scuola, riteniamo per esempio che sia più utile per il nostro percorso di studi utilizzare le ore destinate all’A.S.L. per rafforzare il progetto di Orientamento in uscita, le cui ore sono oggi insufficienti per assistere realmente gli Studenti nella scelta della facoltà.

I nostri obiettivi

Occupando oggi il nostro Liceo, compiuta un’attenta analisi dei problemi precedentemente esposti, concludiamo questo documento con le nostre richieste che sottoponiamo all’attenzione della cittadinanza:

  •   Chiediamo che siano ripristinate al più presto le condizioni di Sicurezza dell’Istituto, se necessario compiendo lavori di ristrutturazione che vadano a creare nuove vie di esodo, producendo relazioni e attestati che ci assicurino sulla reale sicurezza dell’intero Istituto, riponendo ormai poca speranza nell’assegnazione di aule e locali per un plesso succursale, pur sostenendo gli sforzi dei docenti per trovarne uno.
  •   Chiediamo che le attività di Alternanza Scuola-Lavoro siano preventivamente proposte, discusse e approvate nei Consigli di Classe, o che sia formata una commissione mista composta dalla Coordinatrice dell’A.S.L., da Docenti e da Studenti, al fine di concordare insieme quali progetti proporre alle classi.Ci sentiamo esclusi da tutte le decisioni concernenti l’Alternanza Scuola-Lavoro, ci sentiamo solo un problema da risolvere o pacchi da inviare a qualche azienda privata.
 

Se siamo costretti a perdere ore di lezione per un progetto che riteniamo eticamente e politicamente sbagliato, vogliamo almeno che questo sia serio e coerente, e vogliamo avere voce in capitolo sulla sua scelta.

 Chiediamo l’assegnazione di un locale ai Docenti, come lo abbiamo noi Studenti e come è diritto di ogni componente, perché riteniamo che per migliorare i rapporti tra noi e i nostri insegnanti sia fondamentale riconoscere questo diritto. Come ottenemmo con l’occupazione del 2015 l’Aula Autogestita “Don Chisciotte” che oggi rappresenta un centro importante della nostra vita relazionale e sociale al Socrate, abbiamo quest’anno l’obiettivo concreto di far sì che i Docenti non siano più relegati in uno spazio ricavato ma godano di un’aula luminosa, spaziosa e adatta alle loro necessità.

 Chiediamo l’immediata apertura del giardino interno per lo svolgimento della ricreazione: riteniamo infatti che le reticenze e i rifiuti ad oggi pervenuti a seguito delle nostre numerose richieste siano mossi da volontà politiche, e non da esigenze tecnico-logistiche. Oltre a rappresentare la degna conclusione di tre anni di lavori di sistemazione, di pulizia e riqualificazione, l’apertura di uno spazio esterno è oggi una soluzione concreta all’attuale sovraffollamento pericoloso e caotico durante l’intervallo, un problema di cui tutti noi sentiamo le gravi conseguenze.

Chiediamo infine, visti i danni incalcolabili e irreparabili dal punto di vista economico, sociale, relazionale, sindacale arrecati negli ultimi anni da quest’amministrazione, mettendo in pericolo la salute pubblica e danneggiando il nostro benessere, che la gestione del nostro Liceo sia rimessa nelle mani dell’Ufficio Scolastico Regionale perché siano al più presto risolti i problemi sovrascritti per il bene del Socrate e di tutte le sue componenti.

Una protesta che non finisce qui.

Oggi occupiamo la nostra Scuola a causa di problemi concreti e con obiettivi precisi, esponendo in questo documento tutte le nostre ragioni.

Oggi occupiamo la nostra Scuola perché è fallito ogni tentativo di comunicazione istituzionale con la Presidenza, con il Ministero e con le Amministrazioni locali.

Oggi occupiamo la nostra Scuola perché siamo stufi di subire e aspettare, e abbiamo voglia di farci sentire, in direzione contraria e con ostinato rigore.

Occuperemo la nostra Scuola fino a quando non avremo ottenuto risposte concrete, e rientreremo nelle nostre aule quando saremo consapevoli di studiare in sicurezza e in un ambiente democratico, dove la nostra voce ha un peso e un valore.

Il Socrate è vivo, il Socrate siamo noi.

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