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Regione Lazio, pronto soccorso in tilt e al collasso: ”Troppi tagli, mancano medici e oltre mille pazienti in attesa”

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FOTO UGL REGIONE LAZIO

Regione Lazio. Che la sanità sia uno dei fanalini di coda della nostra Italia – assieme a scuola e cultura – non è una notizia recente, né qualcosa che ormai desta più scandalo, tanto ci siamo abituati all’idea. Due anni di Covid non hanno insegnato nulla – o quasi – perché le condizioni dei pronto soccorso nel Paese e, nello specifico, nelle regioni sembrano essere ancora in stallo. L’ennesima conferma di tutto ciò arriva direttamente da una nota giunta in redazione dal Segretario Nazionale UGL Salute Gianluca Giuliano, che ha scritto: “Nei giorni scorsi è stata superata la quota dei mille pazienti in attesa negli ospedali del Lazio”, per poi aggiungere, subito dopo: “Il problema cronico di gestione dei pronto soccorso è lo specchio dello stato della sanità regionale.”

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Tagli al personale e mancanza di medici: ogni anno è lo stesso

”Non possono essere certamente – continua il sindacalista –  il picco influenzale e i casi covid a giustificare l’assenza di soluzioni dell’attuale giunta regionale a situazioni altamente preventivabili che si ripetono ogni anno ciclicamente. Nella capitale la situazione è al collasso con file di autoambulanze e una carenza di circa 100 medici nei pronto soccorso, con pesanti criticità su tutto il territorio come riportato dal quotidiano il Messaggero. Al CTO mancherebbero 20 medici , al Pertini 12, nei reparti d’emergenza degli Ospedali Santo Spirito, Grassi, Policlinico Umberto I e Tor Vergata sono segnalati 10 specialisti in meno, al Sant’Eugenio 6 e 5 al Sant’Andrea.”

Pronto Soccorso, da 69 a 40 presidi

”Dal 1997 al 2020 nel Lazio i Pronto Soccorso sono passati da 69 a 40.Tagli di posti letto e carenze croniche del personale hanno portato ad una situazione di non ritorno. Così a pagarne le conseguenze sono sempre i soliti noti : operatori sanitari, costretti a turni massacranti e soggetti ad una escalation di aggressioni e poi i cittadini che nonostante le addizionali irpef più alte d’Italia sono costretti a sostare molte volte per giorni su una barella prima di aver diritto ad un agognato posto letto” conclude il sindacalista.

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