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Rischio Biometano a Tivoli, la famiglia storica del travertino Pacifici si reinventa?

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impianto biogas tivoli

Una centrale biometano a Tivoli. In un periodo in cui i rifiuti, specie quelli di Roma Capitale, sono al centro dell’attenzione, il progetto che proprio in questi giorni è stato presentato per la valutazione di impatto ambientale al Comune di Tivoli comincia a far tremare i cittadini. Ma tutto dipenderà, oltre che dalle decisioni dell’amministrazione comunale, anche dalla conferenza dei servizi in Regione Lazio, che dovrà valutare l’impatto ambientale in un territorio che è già compromesso da una serie di fattori di inquinamento. La qualità dell’aria è da anni un problema evidente per i cittadini di Tivoli Terme, Guidonia e delle aree limitrofe, se pensiamo allo sfruttamento del territorio e alle industrie presenti.

Sul progetto del Biometano, al momento, ci sono da riportare i dettagli illustrati in letteratura e della pubblicazione dell’ Atto di organizzazione della Regione Lazio del 12 novembre 2021 col protocollo numero G13877, nel quale si stabilisce lo svolgimento della «procedura di Via (valutazione di impatto ambientale) – Provvedimento autorizzatorio unico sul progetto di “impianto di digestione anaerobica della Forsu con produzione di biometano”».

I biodigestore sono stazioni di riciclaggio per lo smaltimento dei rifiuti organici, che trasformano in energia. Si tratta di una tecnologia in Italia presente soprattutto al Nord con 43 impianti. Ma l’Osservatorio ambientale mette in guardia dai rischi per la salute:
“L’impianto trasforma i rifiuti organici e li miscela con dei batteri. Si ottiene quindi una miscela detta biogas. Questi impianti sono stati presentati come fonti rinnovabili, in quanto ridurrebbero le emissioni di gas serra. Quello che si ottiene da questa elaborazione è gas metano, che unito all’anidride carbonica produce energia elettrica termica.
Da alcune statistiche risulta che i rifiuti organici crescono, per cui si sono cercate alternative allo smaltimento. Le centrali biodigestore, producono una fermentazione, che produce gas, immesso successivamente in vasche dove avviene la combustione.”

E quindi parliamo nuovamente di immondizia che proviene dalla raccolta del cosiddetto “umido”. Se la «conferenza di servizi decisoria si concluderà nella direzione auspicata dalla «Fratelli Pacifici Ing. Cesare e Lorenzo S.p.A»  a investire è la famiglia storica del travertino e l’«impianto di digestione anaerobica con produzione di biometano verrà installato in pianura, sull’altro lato della Tiburtina opposto a Villalba, Guidonia Montecelio.

Nell’Atto di organizzazione della Regione Lazio, del 12 novembre 2021, nel quale si stabilisce la procedura della Valutazione di impatto ambientale, non si fa alcun cenno però alle quantità di organico da trattare. Quante saranno? Che impatto può avere nel territorio a livello ambientale?

Però se ascoltiamo le valutazioni dell’Osservatorio Ambientale, il biodigestore non sarebbe innocuo. L’accostamento bio a questi impianti è un tentativo di attribuire il sistema alla green economy. Poiché le imprese che realizzano tali opere godono di generosi incentivi statali, molte sono le critiche mosse da più parti contro questo sistema di riciclaggio. Il processo prevede la produzione di batteri sporigeni anaerobi. Il concime ottenuto sparso sui campi potrebbe avere ripercussioni serie sugli animali. Inoltre il biogas ottenuto inquina, in quanto gas.
La combustione può dare origine a spore. Nel 2011 in Germania ci fu una epidemia da escherichia coli ed alcuni ricercatori tedeschi attribuirono l’epidemia alla presenza di centrali biogas.

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