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Omicidio Giovanni Fidaleo, la donna ferita difende il carabiniere che ha sparato

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Arrestato dai carabinieri per estorsione un uomo che ha minacciato il titolare di un ristorante affinché gli consegnasse del denaro.

Sull’omicidio di Giovanni Fidaleo, il direttore d’albergo deceduto lo scorso 7 marzo proprio davanti all’hotel Nuova Suio, arrivano ora le testimonianze e il racconto della donna contesa e rimasta ferita. La sparatoria è avvenuta precisamente a Suio, nel sud della provincia di Latina. L’avvenimento, poi, aveva condotto al fermo per omicidio e tentato omicidio del carabiniere in servizio a Carinola, in provincia di Caserta, da febbraio scorso in licenza straordinaria per gravi motivi di salute.

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Lei, Miriam Mignano, 31 anni di età, è stata interrogata per ben cinque ore e ha dovuto rispondere a tutte le domande che le hanno sottoposto i carabinieri che ininterrottamente, da giorni, stanno indagando sulla drammatica vicenda. Intanto, per l’omicidio di Fidaleo, Giuseppe Molinaro, con il quale la Mignano aveva avuto una storia, si trova al momento in carcere con gravi e pesanti accuse. Tuttavia, come riporta anche il Messaggero, il triangolo tra la donna, Fidaleo e Molinaro è ancora tutto da chiarire. Nonostante la tortuosa e drammatica vicenda, proprio la storia raccontata dalla donna ha un certo peso e valore, dal momento che si tratta dell’unica testimone dell’accaduto. Dopo due delicate operazioni chirurgiche – era stata ferita da due proiettili all’addome e inguine – la donna pare essersi dimostrata molto collaborativa, e concedendo indicazioni precise dei rapporti che intercorrevano tra di loro.

La drammatica dinamica secondo la 31enne

In sostanza, Miriam pare confermare la versione raccontata anche da Molinaro, il quale aveva riferito che si era recato in quell’albergo per avere un chiarimento con Fidaleo, il quale aveva avuto una relazione con la ragazza 31enne. Secondo il suo racconto, la vittima, dopo aver visto i due avvicinarsi all’ingresso, sarebbe andato in escandescenze, per poi afferrare una spranga. Solamente a quel punto, Molinaro avrebbe estratto la pistola, sparando quattro colpi con l’arma di ordinanza e uccidendolo. Durante la dinamica anche la donna era rimasta ferita, nel tentativo di bloccare il carabiniere. Al momento, le dichiarazioni della 31enne sono al vaglio degli investigatori che confronteranno la ricostruzione con i risultati delle perizie balistiche condotte dai Ris di Roma. Nel frattempo, gli avvocati del carabiniere chiedono il ricorso, con l’obiettivo di raggiungere gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

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