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Roma, il “blocco barella” è ormai la regola: picchi di 60 ambulanze ferme nei PS, è caos

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Ambulanze bloccate al pronto soccorso

L’emergenza nell’emergenza. Come denunciamo da tempo insieme ad alcune sigle sindacali il problema della gestione dei soccorsi a Roma e provincia continua ad essere all’ordine del giorno ma purtroppo di soluzioni concrete da parte della Regione ancora non ne sono state trovate. Tra le questioni maggiormente critiche c’è ancora quella del “blocco barelle“: a causa della mancanza di posti letto negli Ospedali i pronto soccorso sono costretti a far stazionare i pazienti nei propri locali sulle barelle delle ambulanze provocando il fenomeno del blocco barella, con la conseguenza che il mezzo non è più operativo. 

Il blocco delle ambulanze è ormai la regola

Nella giornata di lunedì scorso, come riporta il Sindacato USB, erano circa 60 le ambulanze bloccate nei pronto soccorso di Roma e Provincia. Unità che vengono così sottratte al servizio di emergenza con conseguenze talvolta drammatiche. Ma il vero problema è che non si tratta di un’eccezione ma di una regola ormai: il mese scorso in un solo Ospedale – il San Giovanni – ben undici ambulanze erano rimaste ferme. E le attese possono durare anche fino ad oltre sette ore. 

La revisione del piano per la gestione del flusso di ricovero e del sovraffollamento in Pronto Soccorso 

Nei giorni scorsi la Regione ha pubblicato le linee guida di “revisione  del piano per la gestione del flusso di ricovero e del sovraffollamento in Pronto Soccorso” per cercare di mettere mano alla situazione. Tra le soluzioni prospettate c’è quella di creare “un’area dedicata, preferibilmente collocata fuori dall’area di emergenza” dove collocare i pazienti. Ma il problema resta a monte ovvero la mancanza di personale medico che dovrebbe occuparsi di loro in queste apposite zone. Inoltre, come riporta il Messaggero stamani, si chiede agli Ospedali di non respingere più le ambulanze per indirizzarle verso altri pronto soccorso. Il piano è stato trasmesso tutte le Asl e Aziende Ospedaliere dopodiché entro il 31 dicembre 2022 le stesse Asl e Aziende Ospedaliere dovranno deliberarne uno proprio.

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L’USB

Sul caso è intervenuto il Sindacato USB che si è espresso sia sul fronte del problema del blocco barelle che sulle nuove direttive. 

“Ares 118 ha organizzato al livello di Centrale Operativa il servizio di smistamento ambulanze con pessimi risultati. Roma non è una città ma una metropoli, con tutte le criticità che essa comporta. I tempi di arrivo da nord a sud e da est a ovest non permettono di “fare la differenza” fondamentale per un servizio di emergenza-urgenza che deve salvare vite umane. Forse dovrebbe prendere esempio da altre nazioni europee che questo scellerato invio lo hanno diminuito pur mantenendo un elevata qualità del servizio”.

“Siamo alla completa confusione del servizio di emergenza-urgenza ed in balia del caso. Dal post-pandemia, quando le istituzioni avevano annunciato una massiccia assunzione di personale nel Servizio Sanitario Regionale, ad oggi sono riusciti a completare la graduatoria del concorso per infermieri del Sant’Andrea che non ha colmato la già critica mancanza di personale, non ha aumentato i servizi al cittadino, non ha diminuito le liste di attesa non ha aumentato i posti letto ed i reparti di degenza. Ora tutti a correre ai ripari con piani accroccati o a chiedere più ambulanze. “Il virus non vi ha insegnato niente”, gridavamo sotto i palazzi del potere non per veggenza ma, lavorando tutti i giorni h 24 nel SSR a contatto con la popolazione, era evidente che saremmo arrivati al caos più completo”.

Massimiliano Scermino, UGL Salute Lazio

Un altro problema riguarda i precari della sanità, questione che abbiamo affrontato anche in questo precedente servizio (Roma, da eroi contro il Covid a “esuberi”: adesso i precari della sanità rischiano il posto). Sul caso è tornato oggi Massimiliano Scermino per UGL Salute Lazio: “Ci sono altri lavoratori della sanità assunti a tempo Determinato in piena pandemia Covid con contratti prorogati ogni anno, ogni sei mesi, fino ad arrivare al 31/12 ca. Alcuni di loro purtroppo sono attualmente a casa dal 24 ottobre. Sono Infermieri assunti presso la Centrale operativa assistenziale di continuità, quella che risponde al numero 0658526811 e che bypassa l’intervista alla guardia medica, dove ogni cittadino chiama quotidianamente. Siamo abituati oramai a vedere situazioni che ci lasciano perplessi, ma credo che si debba trovare una soluzione per gli Infermieri assunto a tempo determinato, oltre a fare scorrere la graduatoria del concorso passato in standby per gli autisti del 118 che sono anch’essi a casa”.

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