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Fiumicino: negozi di barbieri che spuntano come funghi dopo il Covid. La nuova frontiera del crimine organizzato

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“Aho’ ce l’hai ‘e caramelle?”: sarebbe una domanda innocente se a formularla fosse un bambino. Non è così. Un uomo vestito di nero, cappuccio ben calzato sulla testa e mascherina dalla quale si intravedono appena due occhi verdi tutt’altro che limpidi, si è appena affacciato sulla soglia di un negozio di barbiere, uno dei tanti spuntati come funghi durante e dopo l’emergenza Covid nel Comune di Fiumicino. Lo stesso barbiere dove abbiamo più volte sorpreso stranieri fumare cannabis sul tratto di marciapiede antistante l’attività commerciale.

Almeno 20 nuove barberie sono state registrate presso il comune di Fiumicino negli ultimi mesi. Il sospetto è che si tratti di “money laundering” (riciclaggio di denaro sporco) poiché in alcuni casi decine di migliaia di euro sono stati investiti per aprire questi negozi, a dispetto della (inevitabilmente) scarsa clientela. Un po’ come sta succedendo in Germania con i clan arabo-turchi che hanno scelto proprio questo business, soprattutto nei quartieri multietnici, per smerciare sostanze stupefacenti di ogni tipo. Il suo incremento ha allertato le forze dell’ordine che hanno subito intensificato i controlli per verificare i legami con la malavita organizzata.

E’ la nuova frontiera del riciclaggio, soprattutto derivante dai traffici della droga. Sempre più Fiumicino – vuoi per la presenza dell’aeroporto internazionale, vuoi per il progressivo insediarsi di clan di diversa matrice e provenienza – si conferma nel triste primato della malavita e dello spaccio di stupefacenti.

E’ di pochi minuti fa la notizia dell’arresto da parte degli agenti del locale commissariato, di un 39enne sorpreso in casa con 500 grammi di hashish. Il colpo più grosso messo a segno dall’inizio della pandemia. Sembra evidente che se da un lato l’emergenza Coronavirus ha mandato in rovina gli onesti, dall’altro ha favorito il prolificare delle attività illecite. E dei pusher che spesso stazionano seduti in fondo agli spazi esterni dei caffè e nei nuovi bistrot in attesa dei “clienti”.

Purtroppo, tra questi, molti giovanissimi, ancora minorenni che sono soliti fermarsi per pochi secondi e, senza scendere dalla bicicletta, attendono che la dose giornaliera gli venga consegnata brevi manu dallo spacciatore abituale – avvolta in un pacchetto fatto di volantini pubblicitari – per dileguarsi in pochi secondi a grande velocità. Tutto questo accade in pieno giorno e senza che nessuno intervenga.

Ristoranti, sale giochi, agenzie immobiliari, centri cosmetici vengono anch’essi aperti e spesso chiusi con la stessa rapidità ad uso e consumo dei trafficanti.

L’allarme era già stato lanciato nel 2017, anno in cui dalle Relazioni del Ministero dell’Interno Fiumicino risultava fortemente a rischio riciclaggio. E proprio per questo, in osservanza di una precisa legge anti-corruzione – il Comune di Fiumicino avrebbe dovuto dotarsi del Piano Triennale di prevenzione della corruzione contenente il piano triennale per la trasparenza e l’integrità.

Che fine abbia fatto quel progetto non è dato sapere. Questa mattina dopo le 9:00, diverse auto della Polizia Locale pattugliavano le zone “a rischio”. Parecchie multe per divieto di sosta sono state emesse in pochi minuti. Purtroppo solo quelle.

Rosanna Sabella

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