Come se non bastasse il Coronavirus e la pandemia che da due anni ha stravolto il mondo, in Italia, più precisamente a Gorizia, si è registrato pochi giorni fa un primo caso di “febbre del topo“, un’infezione causata da Hantavirus.
Febbre del topo in Italia: cos’è e quali sono i sintomi
La febbre del topo sarebbe arrivata dalla Slovenia, Paese dove – secondo il quotidiano Primorski Dnevnik – sono stati individuati oltre 200 casi. E anche l’uomo risultato positivo a quest’infezione è sloveno, vive al confine con il Friuli Venezia Giulia e pochi giorni fa, come spiega il Messaggero, si sarebbe recato al Pronto Soccorso con dei sintomi riconducibili alla febbre del topo. Si tratta di un’infezione che viene trasmessa all’uomo in una percentuale fino al 10% dei casi di morso e l’uomo può contagiarsi o inalando gli escrementi o toccando il terreno dove ci sono. La febbre del topo non si trasmette da uomo a uomo, ma dipende dal morso di qualsiasi roditore o carnivoro che mangia roditori.
Per sapere se si è affetti da questo virus basterà sopporsi a un esame culturale, con l’infezione che dura generalmente da due a quattro settimane. Tra i sintomi: febbre alta, brividi, mal di testa, dolori al fianco e all’addome, dolore ai bulbi oculari, congiuntivite, rossore al fisico. La febbre del topo è molto semplice da trattare, ma non bisogna prenderla ‘sottogamba’ perché può portare, proprio come il Covid, anche a sindromi polmonari. Ma non solo. Tra le complicanze anche la nefropatia epidemica ed emorragie.
Per sfuggire al contagio, la scheda del Ministero della Salute consiglia di evitare l’esposizione ai roditori e ai loro escrementi. Importante lavare spesso le mani, indossare la mascherina se si stanno pulendo aree contaminate e cercare di non sedersi a terra nelle zone a rischio.