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Viaggiatori “intrappolati” sul treno, per la Cassazione: “È un danno esistenziale e va risarcito”

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treno alta velocità

La Cassazione dà ragione ai pendolari “schiavi” dei treni e dei rinvii con cui troppo spesso si deve fare i conti: “È un danno esistenziale”.

Il treno in ritardo è un problema. I pendolari lo dicono spesso senza essere creduti o peggio ancora calcolati. È finito quel tempo: la Cassazione ha stabilito che essere schiavi dei disagi dei treni può essere considerato danno e, quindi, oggetto di risarcimento. Nella Capitale e in tutto il Lazio queste problematiche sono all’ordine del giorno.

Ora, però, c’è anche la rassicurazione del Diritto: le voci di protesta non cadranno nel vuoto. Episodi come quello del febbraio 2012 quando i pendolari rimasero intrappolati per 24 ore senza cibo né acqua sulla Roma-Cassino, a causa dell’interruzione di circolazione dovuta a una nevicata, non accadranno più. Semmai dovessero capitare ancora situazioni limite, al pari di quella di 11 anni fa (ma anche meno gravi) scatterà il risarcimento per “danno esistenziale”.

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Nella fattispecie la Cassazione ha stabilito un risarcimento pari a 400 euro per il costo del biglietto pari a 5 euro. La motivazione è data dall’accuratezza che c’era stata nel fornire dettagli legati alla meteorologia di quel periodo. Questa situazione crea un precedente e potrà servire a decine o centinaia di utenti intrappolati nella burocrazia dei rimborsi e l’imprevisto dei disguidi.

Nello specifico 28244/2023. Una pagina di storia del Diritto che non passerà inosservata ai tanti pendolari che devono, per esigenze lavorative e non solo, passare gran parte del loro tempo sui treni. Solo nel Lazio sono più del 25%. Una scelta obbligata che, però, non presuppone più una remissione anticipata: far sentire la propria voce, da oggi in poi, sarà un po’ più facile. Gli estremi per ripartire ci sono, anche lontano dai binari. 

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