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Direttiva macchine: tutto quello che c’è da sapere sulla marcatura CE

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Nel mondo aziendale e industriale l’utilizzo di macchine varie è ormai sempre più diffuso e frequente. I processi produttivi sono infatti sempre più automatizzati e l’utilizzo di macchinari specifici permette di centrare un duplice obiettivo: da una parte si riducono i rischi legati a operazioni particolari, dall’altra si aumenta la produttività.

A ciò si aggiunga che le macchine industriali hanno reso possibili tutta una serie di attività che, altrimenti, sarebbero risultate oltremodo complesse, se non addirittura impossibili per l’essere umano: in tal senso, si pensi a pratiche che abbiano a che fare con il sollevamento o lo spostamento di oggetti o materiali molto pesanti, così come alle varie operazioni di deformazione, fusione o trasformazione di materiali, ormai tipiche del mondo industriale.

Insomma, le macchine hanno ampliato a dismisura le nostre possibilità ed è proprio per la loro grandissima utilità che, al giorno d’oggi, devono rispettare tutta una serie di rigide normative europee: norme legate soprattutto alla sicurezza, pensate sia per tutelare coloro che fisicamente si serviranno della macchina nell’ambito di un processo produttivo, sia per difendere gli investimenti di quegli imprenditori che si impegnano nel loro acquisto o nel loro noleggio.

In tal senso, è fondamentale che i macchinari abbiano la marcatura CE, necessaria per garantire la conformità di un qualsiasi prodotto ai requisiti essenziali di sicurezza che lo riguardano.

A cosa serve la marcatura CE

In linea generale, la marcatura ce delle macchine certifica il rispetto dei cosiddetti RESS, ovvero i Requisiti Essenziali di Sicurezza e Salute.

Questa marcatura assicura dunque la libera circolazione di prodotti sicuri, oltre a dare indicazioni chiare sulle condizioni che renderanno necessaria la sostituzione o il ritiro di un eventuale prodotto non più conforme.

La marcatura CE viene apposta direttamente dal fabbricante del macchinario, o, al massimo, da un suo mandatario utilizzando però la stessa tecnica produttiva.

Stando alle ultime direttive, sono previsti i seguenti tipi di dichiarazione: dichiarazione CE di conformità alla Direttiva; dichiarazione d’incorporazione per le quasi macchine; dichiarazione CE di conformità di un componente. 

Valutazione del rischio e fascicolo tecnico

A ciò si aggiunga che, per ottenere la marcatura CE, è necessario disporre del cosiddetto “fascicolò tecnico”: un insieme di documenti tra cui rientra ad esempio il manuale di uso e manutenzione, ovvero l’insieme di informazioni e istruzioni necessarie per indicare quali siano le giuste modalità di utilizzo di un prodotto qualsiasi.

All’interno del fascicolo tecnico però si trovano però tanti altri documenti, tra cui ad esempio la DICO: dichiarazione di conformità che attesta il rispetto degli standard della legge nazionale.

Questi documenti hanno tutti a che vedere con la cosiddetta valutazione del rischio di una macchina: quell’insieme di processi necessari a individuare possibili elementi di pericolo all’interno del ciclo vitale di un macchinario. Un ulteriore aspetto da sottolineare quando si parla di fascicolo tecnico è che questo genere di documentazione deve venire redatta da figure autorizzate.

Nel caso specifico è necessario che firmino la documentazione per lo meno due figure: il preparatore da una parte, il datore di lavoro (o il responsabile dei macchinari) dall’altra.

In determinate circostanze queste due figure potrebbero coincidere, ma, in questo momento storico, sono effettivamente sempre di più le persone che decidono di affidare l’intero iter di valutazione del rischio e di preparazione di documenti a professionisti del settore. Questo genere di soluzione conviene soprattutto a chiunque produca macchinari al di fuori dell’Unione Europea e che però stai interessato a vendere i suoi prodotti all’interno della comunità. 

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