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In fiamme accampamento abusivo di Ostia Antica, il fumo arriva a tutto l’entroterra del X Municipio – FOTO

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Il fumo si espandeva da lunedì scorso lungo il territorio di Ostia Antica, con i cittadini che avevano organizzato nei giorni scorsi anche ronde per individuare quei focolai che tanti disagi stavano portando in quel quadrante lidense tra la puzza di fumo e l’aria irrespirabile a tutte le ore del giorno.

Il responso è arrivato ieri pomeriggio, dove un accampamento nomade situato in una strada adiacente a via dei Romagnoli è andato in fiamme e ha sprigionato per tutta la giornata dei fumi neri ben visibili che hanno invaso tutto il territorio del X Municipio di Roma Capitale.

La baraccopoli situata in uno sterrato vicino a via Giovanni Becatti, da diversi giorni era stata segnalata da volontari appartenenti ad associazioni locali alle istituzioni del X Municipio e soprattutto alle Forze dell’Ordine. Le persone infatti in diverse occasioni si erano interessate alla questione dei roghi provenienti dall’accampamento, denunciando in più occasioni la presenza di queste situazioni giornalmente e soprattutto la nocività di tali episodi per la salute umana. Ma anche il problema della sicurezza in quei quadranti dove sorgono le baracche spesso abitate dai nomadi, dove si registravano picchi di disordine o violenze come nella recente tragedia di via Fratelli Palma (sempre a Ostia Antica).

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Chi abitava questi accampamenti aveva l’abitudine di dare alle fiamme materiali di tipo plastico o edilizio, noncurante di come simili sostanze potessero essere potenzialmente tossiche e nocive per la salute dei residenti locali. Non meraviglia come nell’incendio di via dei Romagnoli siano andate in fiamme sostanze di dubbia entità e che dovranno essere chiarite dall’operato della Polizia scientifica: per ora dalla cittadinanza c’è solo la grande paura che il rogo abbia dato alle bruciato materiali in amianto, in un episodio che potrebbe conseguire nel tempo a gravissimi problemi per la salute umana da parte di chi ha inspirato tali fumi tossici

Un problema questo sollevato anche da chi è intervenuto oggi nel domare le fiamme, dubbioso delle corrette protezioni – trovandosi vicino alle fiamme – per eseguire lo spegnimento del disastroso incendio e soprattutto salvare eventuali vite umane. 

Sulla faccenda è intervenuto il gruppo locale di Fratelli d’Italia, dove Pietro Malara insieme al Direttivo lidense del partito hanno evidenziato la portata della problematica in tutto il quadrante Ostia Antica-Saline: “Lo scorso 24 giugno Fratelli d’Italia ha fatto un flash mob ad Ostia Antica per chiedere maggiore sicurezza, anche attraverso il monitoraggio e la rimozione degli insediamenti abusivi nel nostro Municipio. Ieri, 5 luglio, sempre ad Ostia Antica, un grosso incendio è divampato alla fine di Via Felice Caronni. Casualità vuole che le fiamme si siano sviluppate, per l’ennesima volta, proprio in un insediamento abusivo, arrivando ad aprire gli stabilimenti dell’adiacente zona artigianale. Il fumo, visibile da Casal Palocco, ha invaso tutta la zona arrivando fino ad Acilia. Tra l’altro, come sempre quando si interviene dentro gli insediamenti abusivi, Vigili del Fuoco e Volontari lavorano con la spada di Damocle della possibile presenza di bombole di gas o amianto.Continuiamo a ribadire la gravità del problema, che va affrontato con estrema urgenza; auspichiamo che il Consiglio Straordinario da noi richiesto proprio sulla sicurezza e sugli insediamenti abusivi sia calendarizzato al più presto“.

La Destra lidense da tempo s’interessa del problema degli accampamenti abusivi all’interno del X Municipio, chiamando già lo scorso anno un Consiglio Municipale Straordinario sul delicato argomento. Una situazione che il partito di Giorgia Meloni ha potuto studiare fino in fondo, considerato come numerosi militanti fanno associazionismo presso le unità d’intervento della Protezione Civile. 

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Va considerato come nella bidonville dietro via dei Romagnoli avveniva ogni sorta di smaltimento illecito, dando alle fiamme o sversando nel canale che attraversa Saline materiali chimici e soprattutto edilizi: tutte situazioni gravissime che da mesi andavano a influire pesantemente sulla tenuta dell’ambiente e sulla salute dei cittadini che vivevano in prossimità della baracca.

 

 

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