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Sherbeth Festival, al 2° posto una gelateria di Anzio: premiato il gusto ‘Crema al vino cacchione Neroniano’

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l gusto “Coccole nocciolose” del maestro Celal Karaarslan della gelateria Alpz Gelato & Cafè di Salisburgo (Austria) ha vinto l’edizione 2021 dello Sherbeth Festival che si è tenuto al teatro Massimo di Palermo, aggiudicandosi così il premio Procopio Cutò. Seconda classificata Maria Chiara Sanna della gelateria “L’arte del Gelato” di Anzio con il gusto “Crema al vino cacchione Neroniano”; terzo classificato Paolo Di Lallo, originario di Roccamorice (Pescara) titolare di Mizzica gelateria e cafè di Toronto (Canada) che conquista il podio con il gusto “Giardini di Marzo”.

Sherbeth Festival

Edizione finalmente di nuovo in presenza, seppur non aperta al pubblico quella di quest’anno che ha coinvolto 33 maestri gelatieri provenienti dall’Italia e dall’estero. La giuria, dopo una sessione di degustazioni, ha decretato il gusto vincitore. Al tavolo dei giurati Pino Cuttaia, chef due stelle Michelin del ristorante La Madia di Licata in provincia di Agrigento; Luigi Buonansegna, Maestro Gelatiere della gelateria artigianale Officine del Gusto di Padova e vincitore di Sherbeth 2020, nominato presidente onorario; Salvatore Cannavò; Luca Bernardini, Maestro Gelatiere; Paolo Di Caro, Presidente della delegazione Sicilia Fondazione Italiana Sommelier; Davide Guidara, Chef de “I Tenerumi” del Therasia Sea & Spa Resort a Vulcano, nelle isole Eolie; Antonio Iacona, Giornalista Italia a Tavola; Paolo Marchi, Giornalista, Ideatore e curatore di Identità Golose; Stefano Predieri, Responsabile Laboratorio Analisi Sensoriale e Istituto di Bioeconomia Cnr Bologna; Mara Nocilla, Giornalista Gambero Rosso.

La parola ai vincitori

“Un’emozione indescrivibile- ha detto evidentemente emozionato il vincitore Celal Karaarslan – avere in mano questo premio alla mia prima partecipazione è uno sogno che si realizza”. “Siamo orgogliosi di quello che è diventato Sherbeth Festival – dicono Antonio Cappadonia e Giovanna Musumeci, rispettivamente direttore tecnico e co-direttore tecnico della manifestazione – speriamo davvero di poter tornare a celebrare il gelato artigianale fra la gente già dalla prossima edizione”.

“Su molti gelati ho trovato tanta passione e impegno dei gelatieri che qui a Sherbeth hanno voluto provare a portare qualcosa di nuovo – racconta Pino Cuttaia, chef de La Madia di Licata -. Ogni gelatiere però, deve essere ambasciatore del proprio prodotto, del territorio che racconta e dei prodotti che utilizza per trasmettere il concetto secondo la quale dietro ogni coppetta c’è una storia di impegno, di dedizione e lavoro. Ed è questo il messaggio che deve passare”.

“Abbiamo visto tanta sperimentazione tra i gelatieri e questo mi fa riflettere sul fatto che difficilmente alcuni gusti li vedremo in gelateria tutto l’anno – dice Paolo Marchi, giornalista di Identità Golose -. Nel complesso certi gusti ci hanno emozionato, altri ci hanno un po’ deluso ma sono felice perché qui a Sherbeth abbiamo avuto modo di assaggiare tanti gusti che sono frutto dell’innovazione e della voglia di sperimentare di molti gelatieri. Alla fine però, a vincere sono sempre i gusti più classici perché rispecchiano il nostro modo di essere”.

“E’ incredibile perché il gelato finalmente assume un valore culturale diverso rispetto al progetto pop a cui è stato legato in questi anni – afferma Davide Guidara, chef de I Tenerumi di Vulcano -. A Sherbeth sono state tracciate due strade, una super innovativa e una che segue il classicismo. Alcuni gelati hanno seguito la grande tradizione italiana del gelato, altri sono stati un’innovazione un po’ sbilanciata ma c’era tanta voglia di sperimentare, di provare nuovi abbinamenti e di tentare nuove strade. E da questo si riparte”.

“Sherbeth è una straordinaria storia d’amore per il gelato artigianale fatto rigorosamente con materie prime d’eccellenza, nata 13 anni fa in Sicilia – afferma l’ideatore dell’evento Davide Alamia – in tutti questi anni siamo riusciti a far venire in Sicilia tutti i migliori maestri gelatieri del mondo, sottolineando così l’identità tutta siciliana di uno dei prodotti alimentari più conosciuti, apprezzati e consumati al mondo”.

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