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Tumore al seno, curarlo è un diritto universale

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tumore al seno

La cura a malattie tumorali, come altre, è un diritto sacrosanto, così come illustra da anni Fabio Ricci e la Breast Unit, specie nei periodi di campagna.

Siamo agli sgoccioli del mese di ottobre, dedicato proprio alla prevenzione del tumore al seno, e la Lilt così fa il punto della situazione, nella sanità e, in particolare nel campo della oncologia e senologia.

“<<Lodiamo la vita finché ci è propizia, e poi, il caos, le / malattie, le sofferenze e d’improvviso il palese nonsenso / dell’esistenza, dietro il quale bisogna cercare un altro senso>> (Julia Hartwig). 
“Nell’attuale periodo di profonda crisi economica, quindi di una crescente, progressiva precarietà delle strutture “assistenziali”, il diritto alla salute si impone come una tra le necessità prioritarie ed assolute.

“Attanagliato dalla paura e da angosciose insicurezze, il cittadino ha assoluto bisogno di essere rassicurato sui fondamentali diritti umani. Quei diritti che tanti secoli or sono furono sanciti dalla gloriosa Magna Charta Libertatum, emanata dal Re d’Inghilterra Giovanni senza Terra nel 1215 e da allora, divenuta il mito – simbolo della difesa delle libertà, ovvero dei diritti dell’uomo, senza distinzioni di razze e di nazionalità. Guardando ad essa, nel caso del tumore al seno, potremmo riferirci idealmente ad una ideale “ Magna Charta Rosa ”. Un richiamo, se si vuole un’affinità culturale, le cui linee strategiche si prefiggono di individuare e dare un senso valoriale e sistematico alla collaborazione tra malati, operatori sanitari, istituzioni e società civile al fine di riaffermare con la stessa valenza di quella Charta: l’inviolabilità dei diritti individuali rispetto ad ogni arbitrio di potere.
“Di fatto, un moderno “ Contratto Sociale ” per il diritto alla salute delle donne.
Un diritto Naturale, Universale, Indivisibile, Inalienabile.
Una sorta di Manifesto pro salute pubblica per ribadire le improrogabili urgenze o necessità di garantire da un lato, le migliori possibilità di cura, dall’altro di liberare, quanto meno di assicurare le donne circa la possibilità di superare l’oppressione o l’incubo della malattia al seno, affiancandole e sostenendole con spirito solidale, garantendo loro insieme ad una diffusa solidarietà, una non effimera qualità della vita. Efficienza sanitaria, dunque, e sostegno morale mediante una solida confederazione umanitaria.
“Come ha previsto il Leopardi ne “ La Ginestra ” che possiamo ritenere essere il manifesto della solidarietà per combattere la spesso dura e crudele natura. Alla stregua dell’ “ odorosa ed umile ginestra ”, che cresce sui dirupi o tra zolle rocciose e, se pur flagellata dal vento, si piega ma non viene abbattuta, anche la donna, aggredita dal cancro, deve/può dare prova della stessa tenacia e resistenza non senza una sincera umiltà. Insomma, deve accettare l’insulto e restituirlo al mittente!
Concludiamo con una riflessione sulle donne, un “ inno sacro ”.
<<Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe, i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni. Però ciò che è importante non cambia; la tua forza e la tua convinzione non hanno età. Fino a quando sei viva, sentiti viva. Non vivere di foto ingiallite. Insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni. Quando non potrai correre, cammina veloce. Quando non potrai camminare veloce, cammina. Quando non potrai camminare usa il bastone. Però non trattenerti mai.>> (Madre Teresa di Calcutta).”

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