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Ardea, dipendenti Igiene Urbana e addette agli scuolabus in protesta

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Doppia protesta ad Ardea nella giornata di oggi. Già Giovedì scorso i lavoratori dell’azienda “Igiene Urbana” (il primo dei due blocchi di protesta) incaricata della raccolta ‘porta a porta’ del Comune, avevano protestato per denunciare i continui ritardi nei pagamenti delle mensilità ed oggi hanno deciso di replicare l’iniziativa manifestando davanti all’Ufficio della sede distaccata di Ardea in via Pontina Vecchia. I lavoratori hanno poi chiamato i Carabinieri, i quali, giunti sul posto, hanno dapprima identificato i manifestanti per poi farsi carico delle loro richieste contattando la ditta. “Gli stipendi arriveranno entro Martedì”, la rassicurazione che arriva dall’altro capo del telefono insieme però allo scarico di responsabilità sul Comune, il vero ‘colpevole’, secondo la ditta, di tale situazione. L’amministrazione fa però sapere di essere in regola con tutti i pagamenti rispendendo così al mittente il messaggio.

Ma non sono soltanto i dipendenti della raccolta “porta a porta” a protestare. A loro infatti si sono uniti, sempre nella giornata di oggi, anche le addette agli Scuolabus, dipendenti della Cooperativa Global Team Sic. Il motivo del contendere è però sempre lo stesso, ovvero gli stipendi che non arrivano. Le 16 lavoratrici – alle quali si aggiungono altre tre provvissorie – non riceverebbero i pagamenti da Febbraio. La Cooperativa dipende però dall’Asso Mobilità, la titolare dell’appalto che ha affidato a quest’ultima la parte relativa alle assistenti dei Pulmini, che, interpellata dalle lavoratrici ha assicurato loro di non aver nessun arretrato. “Non escludiamo manifestazioni di sciopero – ha allora dichiarato una delle lavoratrici –  tant’è che stiamo prendendo contatti con i sindacati. Speriamo intervenga l’amministrazione perché noi così non ce la facciamo. Lavoriamo per meno di cinque euro l’ora e per quasi tutte noi è l’unica entrata. Facciamo fatica ad andare avanti già con lo stipendio che riceviamo figuriamoci quando non lo prendiamo!”.

Insomma, come al solito tutti sono in regola e nessuno è responsabile. A rimetterci però, ancora una volta, sono ancora i lavoratori e i cittadini…

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