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Ardea dopo la mancata sfiducia, Sperandio: «La politica ha le sue regole»

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Ieri sera, nel corso del consiglio comunale, è stata rigettata la mozione di sfiducia al sindaco di Ardea Luca Di Fiori. L’atto – votato per appello nominale – ha avuto sette voti contrari (Massimiliano Giordani, Policarpo Volante, Alessandro Quartuccio, Francesco Paolo Corso, Mauro Iacoangeli, Franco Marcucci, Alberto Montesi), sette favorevoli (Luca Fanco, Antonino Abate, Mauro Giordani, Stefano Ludovici, Giancarlo Rossi, Umberto Tantari, Cristina Capraro) e due astenuti (Nazareno Sperandio, Fabrizio Acquarelli).

Nazareno Sperandio, che il 18 febbraio dichiarava testualmente «Queste dimissioni sono l’unica soluzione per dare un diverso futuro alla città. Io continuo per i miei passi, e sono pronto a sfiduciarlo in caso di ripensamenti repentini. Spero vivamente ad un cambio politico radicale basato sulla credibilità e soprattutto sul raggiungimento delle promesse programmatiche», si è astenuto, così come l’ormai ex presidente del consiglio Fabrizio Acquarelli.

Dopo il rigetto della mozione di sfiducia di ieri, la Redazione de  Il Corriere della Città ha voluto intervistare il consigliere Nazareno Sperandio per capire il motivo di tale sua scelta.

«La politica  ha le sue regole – dichiara Nazareno Sperandio – i cittadini e i nostri elettori devono capire che la situazione che si è venuta a creare non ha secondi fini».

Il sindaco ieri ha dimostrato ancora una volta di essere capace di ricompattare una maggioranza data per spacciata. Il disagio politico che lei stesso denunciava il 18 febbraio sembra svanito. Cosa è successo veramente?

«Vi faccio una cronistoria per far capire meglio i fatti: alla fine di febbraio eravamo convinti che il disaggio politico ed amministrativo che versava la città di Ardea fosse irreversibile.  Su questa idea abbiamo avuto colloqui con Mauro Giordani, che ringrazio, come interlocutore unico della minoranza, per poter determinare un programma condiviso e poter ridare verve politica ad una città in stasi quasi perenne. Ci siamo confrontati e abbiamo deciso di far finire questa amministrazione e dare la possibilità ai cittadini di votare ed eleggere un nuovo sindaco. Naturalmente i fuoriusciti dalla maggioranza avevano dettato i termini per andare alle elezioni e così poter determinare un eventuale nuovo sindaco, tenendo fuori chi secondo noi non era in grado di servire con onestà il nostro paese. Convinti della loro parola, ci siamo presentati dal notaio, dove ci siamo resi conto che unodell’opposizione era assente,  assenza dettata da divergenze politiche con il PD. In questo modo il numero di consiglieri che avrebbe determinato la fine del sindaco Di Fiori poteva essere raggiunto con Luca Fanco, esponente della lista Eufemi eletto in maggioranza, ma poi per screzi tra i consiglieri della lista e il sindaco si è messo in disparte, attuando una politica estremista. Il problema di certo non è per noi Luca Fanco quanto tale, certo è che il messaggio politico anche verso i nostri elettori moderati non volgeva a nostro favore e soprattutto non erano stati mantenuti i patti stabiliti con il pur affidabile Mauro Giordani».

Accertato che il problema non era Luca Fanco, cosa è successo con le forze di minoranza?

«La politica vuole che i patti si rispettino nei tempi stabiliti, infatti ci siamo fermati e chiesti se era opportuno cercare un dialogo con le forze di minoranza che non hanno espresso compattezza. Poi si sono incontrati tra di loro, hanno determinato e sottoscritto una mozione di sfiducia al sindaco senza interpellarci, anzi qualcuno di loro ha invitato il consigliere Fabrizio Acquarelli a non intraprendere azione contrarie alla maggioranza».

Cosa è successo ieri in consiglio comunale? Perchè lei si è astenuto?

«In consiglio siamo andati e, senza sottoscrivere nessun documento di rivalsa, ci siamo astenuti per dare un segnale che non stiamo convergendo su una amministrazione che finora non ci è piaciuta, abbiamo avuto rassicurazione per prendere incarichi o spazi politici  ma non ci siamo accordati su niente, vogliamo ora solo vigilare che vengono fatte tutte quelle azioni che servono a ristabilire un rapporto con i cittadini, a recuperare credibilità attraverso atti che da tempo sono in attesa di essere votati per il bene della città e vogliamo soprattutto che si impieghino tutte le risorse umane ed economiche affinchè si possano definire tutti i lavori di ordinaria amministrazione per la sicurezza delle strade e degli immobili come le scuole, vogliamo dare una dimostrazione di maturità per garantire decoro urbano e affidabilità amministrativa: su questo vigileremo e contrasteremo ogni azione contraria».

Lei e gli altri due consiglieri che avevano proposto le dimissioni del sindaco adesso siete attaccati e criticati non solo dall’opposizione, ma anche da tutti i cittadini che si sentono presi in giro. Cosa risponde a queste accuse? E come pensa che in pochi mesi si possa rimediare alle mancanze di 4 anni?

«In parte ho già risposto in precedenza: non ci hanno informato della sfiducia e nemmeno chiesto come poter determinare il futuro politico di questo paese. Credo che Corso abbia fatto una scelta diversa, mentre io e Acquarelli ci siamo posti come osservatori. Crediamo che saremo attenti alle cose che si dovranno fare, in particolare riguardo la sicurezza sia stradale che negli stabili comunali come le scuole, infine voteremo solo ciò che è per noi importante per la città di Ardea».

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