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Ardea, manca il numero legale in Consiglio: Niente surroghe dei consiglieri dimissionari

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Niente surroghe dei consiglieri comunali dimissionari ad Ardea. Nel Consiglio comunale riunitosi questa mattina alle 7 è venuto inaspettatamente a mancare il numero legale.

Giorno insolito, domenica, orario insolito, le sette del mattino, insolita anche la luce del sole che illuminava il banco della presidenza e quello della maggioranza lasciando totalmente in ombra l’opposizione.

Erano in nove i presenti, cinque di maggioranza e 4 di opposizione, pronti a procede per surrogare i due consiglieri dimissionari: Franco Marcucci che sarebbe stato sostituito da Andrea Meneghello e Daniele Occhiodoro che avrebbe preso il posto di Antonino Abate. Puntuale l’appello alle delle 7; a scandire i nomi dei consiglieri il segretario vicario comandante Sciaudone in sostituzione della dottoressa Inches che ha lasciato il suo posto ad Ardea per andare ad Anzio con lo stesso incarico.

Corso, Sperandio, Volante, Iacoangeli e Montesi. Di opposizione Giordani (presidente) Capraro, Ludovici e Tantari

Aperto il consiglio con il numero minimo dei presenti previsto da regolamento, mestamente i cinque della maggioranza, Corso, Sperandio, Volante, Iacoangeli e Montesi hanno lasciato l’aula. Stupiti dal comportamento imprevisto in minoranza è stato Tantari a chiedere la verifica del numero legale e al consigliere anziano Mauro Giordani non è rimasto che dichiarare sciolta la seduta. Lasciando l’aula Giordani ha dichiarato la sua intenzione di riconvocare nelle 48 ore il consiglio che si dovrebbe dunque tenere, in seconda convocazione, martedì sera.

Inutile cercare in questo comportamento della politica ad Ardea una logica motivazione; ogni ipotesi sarebbe destinata, come oggi stesso è accaduto, ad essere smentita. Tra il pubblico che sorpreso e deluso lasciava l’aula in molti si sono chiesti quali possano essere i motivi di questa inutile agonia; tra pochissimi giorni scadrà il termine ultimo concesso dal prefetto per approvare il bilancio e tecnicamente non ci sono più i tempi per rispettare quella scadenza. Due sole le opzioni a questo punto: l’improbabile ulteriore proroga concessa dal neo prefetto di Roma Paola Basilone, o il commissariamento immediato dell’ente.

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