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Guerra e corsa ai supermercati: paura cronicizzata

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Il tempo passa, la paura no
Sono trascorsi due anni da quando ci è stato chiesto di restare in casa per una pandemia che avrebbe travolto tutto il mondo; siamo passati dall’incredulità al gioco incosciente delle canzonette e dei dolci in casa, per arrivare dove siamo ancora oggi: nella rabbia e nella stanchezza.
Oggi, a seguito dei timori legati alla guerra in Ucraina e all’annunciato sciopero dei trasportatori per l’aumento del carburante, è scattato l’assalto ai supermercati da parte di cittadini che temono la carenza di beni di prima necessità o l’aumento dei prezzi.
Un comportamento che racconta senza troppe interpretazioni l’ansia generalizzata che affligge la nostra società.


Paura dell’accaparramento

Si tratta di un disturbo d’ansia che provoca la costante sensazione di avere necessità di prendere e portare via prima che la merce si esaurisca, una corsa a chi fa prima.
Chi ha un disordine da accaparramento acquista continuamente perché teme di averne bisogno, che possano alla fine diventare preziosi o di rimanerne senza e si sente al sicuro quando casa ne è piena.
Un disturbo legato al compulsivo ossessivo, inquadrato in un disagio d’ansia generalizzato.
Tali sintomi sono l’evidenza che i due anni trascorsi non ce li siamo affatto lasciati alle spalle, anzi, possiamo affermare di essere sul punto di scoppiare in una grossa paura incontrollata.


Comunicazione ansiogena

Dai dati dei morti Covid a quelli dei vaccini, ai morti in Ucraina e ora il rialzo dei prezzi e scioperi con blocchi di beni di prima necessità. Tensioni per difficoltà economiche, per una terza guerra mondiale e tutte le notizie annesse, per non parlare delle fake news.
Tutto questo è diventato insostenibile, veniamo continuamente bombardati da immagini spaventose e ci si chiede come non ammalarsi in un contesto del genere.
La paura fisiologicamente ha un tempo di durata breve, ma se diventa continua mette sotto fatica il nostro organismo provocando danni quali: cefalee, insonnia, problemi digestivi, irritabilità, pianto immotivato, calo dell’umore, disordine ormonale, e così via.
In questo scenario mi sembra quasi ovvia l’ansia dell’accaparramento, stiamo parlando di un comportamento non razionale e del tutto giustificato dalle notizie vere o false che siano.


Società nevrotica

Alcuni sottolineano che di guerre nel mondo ce ne sono tante e che quella in Ucraina non è una novità, gli stessi però non considerano il fatto che quando si è stanchi ogni cosa viene amplificata e vissuta in maniera esasperata.
Si è radicata nell’individuo una forma di paura che lo ricollega ad atteggiamenti primordiali di difesa del proprio sé e dei propri bisogni, che si manifesta attraverso una maggiore impulsività e irritabilità.
Siamo di fronte ad uno stress post traumatico mai elaborato sul quale oggi pesano altri allarmismi, e può determinare dei cambiamenti di abitudini e di prospettive con ripercussioni negative sulle emozioni.
Le persone hanno bisogno di supporto da parte di specialisti della salute mentale, devono poter raccontare le proprie ansie e ricevere consigli pratici sulla gestione del panico.
Il consiglio che sento di dare è di non giudicare o deridere, ognuno di noi vive le emozioni in maniera diversa e nessuna è quella giusta o sbagliata.
Proviamo a seguire un solo tg al giorno ed eliminiamo le notizie social. E se possibile, ritagliamoci un’ora al giorno da dedicare all’attività che ci piace, circondiamoci di poche persone che amiamo e con le quali parlare – anche – di cose frivole.

Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it
Vi aspetto.
Dott.ssa Sabrina Rodogno

Psicostress

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