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Sabato 28 maggio a Latina presentazione del romanzo “Finis terrae” di Gian Luca Campagna

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Omicidi e misteri in una città di provincia all’ombra delle ecomafie

“Se si guarda al territorio di Latina con la lente d’ingrandimento si resta stupiti per due motivi: per la bellezza di un territorio che non s’è piegato alla volontà degli uomini e per l’incapacità degli uomini di non aver trasformato il territorio a loro uso e consumo. Quindi, da una parte hai una natura selvaggia che insiste sul lato mare e sui laghi palustri e dall’altra le storture e le contraddizioni urbane che non hanno concesso alla prima città del Lazio di vivere come fosse un’oasi felice”.

E forse per questo il romanzo di Gian Luca Campagna ha un titolo singolare, ‘Finis terrae’ (pp 470, euro 19, Oltre edizioni), dove il senso dello spazio è ‘delimitato’ dall’aspetto placido dei laghi salmastri e dall’infinito del mare, divisi da una lingua di terra, che forse ti fa capovolgere un territorio all’apparenza calmo ma che cova e sussulta di continuo.

E per questo forse non siamo a Latina e al Circeo, ma nell’ipotetica Villareale, che non è certo un non luogo, ma una cittadina di provincia, seppure immaginaria, compassata e borghese, selvaggia e ovattata, vigliacca e seducente, scossa da un delitto inquietante (un parroco trovato incaprettato), preceduto da un caso irrisolto (un bambino ucciso e seviziato 7 anni prima) e seguito da un’altra sparizione (un’affascinante ballerina di un night club).

Chi indaga in questi casi da matrioska se non un giornalista, probabile alter ego del narratore Campagna, giornalista nella vita reale? Ma non è il solo a cercare un volto all’assassino. Ci sono anche un gruppo di donne, illuse e tradite dai rispettivi fidanzati e mariti, e un ex portiere di calcio, scommettitore incallito. Del resto, è sufficiente sbirciare la quarta di copertina per restare intrigati da una trama che non sai se possa mai appartenere a un solo genere o invece a una fusione tra i vari generi: “Un parroco che sapeva troppo trovato incaprettato nella canonica del suo borgo, un comitato ambientalista che scava nei segreti di una discarica e di una centrale nucleare dismessa, una prostituta di un night sparita nel nulla, una squadra di calcio che perde per pagarsi lo stipendio, un cronista indolente che non sa come impiegare il proprio tempo, un gruppo di imprenditori che avvia una centrale a biomasse per dare futuro a se stessi, un gruppo di amiche sull’orlo di una crisi isterica per i tradimenti dei mariti, una commessa di una boutique che aspetta ancora il principe azzurro, un ex calciatore col vizio della cocaina, un faccendiere serbocroato che tratta puttane, calciatori, scommettitori come se fosse ancora un cecchino durante l’assedio di Sarajevo. E sullo sfondo lo Scirocco che avvolge una città, sospesa tra mare, laghi paludosi e macchia mediterranea, in una sorta di finis terrae”.

E che dire della definizione che concede il giornalista e scrittore Diego Zandel sul romanzo di Campagna? “Il romanzo di Gian Luca Campagna si inserisce in quel filone d’inchiesta narrativa cominciato da Giancarlo De Cataldo e Massimo Carlotto. Ecomafie, compravendita del sesso, calcioscomesse, politica miope: prendendo spunto dalla realtà, osservando i fatti di cronaca con occhi tridimensionali e scavando nelle torbide passioni umane, fondendo con la propria abilità narrativa i fatti alla fantasia romanzata, ‘Finis terrae’ lancia l’autore come una delle nuove promesse del noir italiano, strizzando l’occhio a quello mediterraneo. Un romanzo che si legge tutto d’un fiato, maledicendo l’autore che ti costringe a fare le ore piccole per scoprire pezzo dopo pezzo, parola dopo parola, come una moderna sciarada, il nome dell’assassino. Ma, attenzione, come nella realtà, niente è come potrebbe apparire in un primo –e in un secondo- momento”: così Diego Zandel, curatore della collana di narrativa dell’editrice Oltre.

Ecco, questo è un altro aspetto che emerge dalla lettura del romanzo di Campagna. E sì, perché lo scrittore non ama esprimersi con fronzoli, il miele è lontano dai personaggi come lo è nella vita reale: “Si dice che il noir racconti tramite uno specchio deformante la vita reale, io credo che non ci sia una definizione più errata di questa, perché il noir ti racconta la quotidianità così com’è, la sbatte in prima pagina tutti i giorni sui giornali. E spesso la realtà è sin troppo fantasiosa rispetto alla creatività di un romanziere”.

La presentazione del romanzo ‘Finis terrae’ avverrà sabato 28 maggio alle 18.30 nella ztl adiacente alla libreria La Feltrinelli di via Diaz a Latina. Con l’autore Gian Luca Campagna ci saranno l’editore della Oltre Paolo Paganetto, il curatore della collana di narrativa Diego Zandel, la scrittrice e giornalista Stefania Nardini, i cui libri odorano di quel noir mediterraneo narrato da Campagna, gli scrittori Pierluigi Felli e Alessandro Vizzino, modera la blogger Stefania De Caro.

FINIS-TERRAE-STESA 5 maggio

Foto: Gian Luca Campagna
Foto: Gian Luca Campagna

 

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