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Ostia, la Sapienza organizza due giornate di studio e incontro all’Idroscalo. Dem: “Tutelare i residenti”, Sinistra Italiana: “Priorità al problema idraulico”

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Domani e dopodomani, all’Idroscalo di Ostia, alcuni ricercatori dell’università “La Sapienza” (dottorandi in ingegneria dell’Architettura e dell’Urbanistica) e una serie di volontari hanno organizzato il progetto “Presente e Futuro dell’Idroscalo”, due giornate di studio ed incontro per discutere del problema dell’abusivismo e dei disagi dei cittadini e analizzare soluzioni per evitare la scomparsa del quartiere alla foce del Tevere.

L’iniziativa si svolgerà presso l’Idropark, a piazza dei Piroscafi. Si inizia alle 11 di domani con una serie di attività ludiche per bambini, ragazzi e adulti per costruire un primo incontro tra i partecipanti e sarà esposta la mostra fotografica “La mia Ostia” dell’artista Aldo Marinelli.

Domenica, invece, si partirà alle ore 12 e dopo pranzo ci sarà un seminario formale con la partecipazione di professori universitari, studenti ed esperti di sociologia e di urbanistica (tra cui Enzo Scandurra, urbanista, Carlo Cellamare, sociologo e Roberto De Angelis, antropologo).

Stefano Portelli, antropologo dottorando in ingegneria alla Sapienza ha dichiarato ad OstiaeDintorni: “È da un anno e mezzo che studiamo le vicende e la vita degli abitanti dell’Idroscalo. Si tratta di un ambiente difficile per i residenti che vivono sotto la continua minaccia di sfratto del Campidoglio. Noi studiamo gli effetti sociali delle pianificazioni urbanistiche secondarie e questa realtà ostiense è particolarmente interessante al punto che abbiamo voluto unire le forze chiamando studenti e professori di diverse aree disciplinari affinché ciascuno possa contribuire secondo le proprie competenze e saperi a cercare di risolvere i problemi del borgo”.

Con questo evento, dunque, torna in rilievo la questione Idroscalo. Le forze politiche in relazione a questo tema sono molto sensibili perché sanno che da esso passa una fetta importante del consenso dei cittadini Ostia. Il centro-sinistra, in particolare, è recentemente insorto per sostenere, così dicono, una soluzione che vada incontro alle necessità dei cittadini.

Qualche giorno fa i Giovani Democratici hanno chiesto tramite una nota che il candidato a sindaco di Roma dem, Roberto Giachetti, si impegni per regolarizzare la zona “mettendo al primo posto il diritto alla dignità di avere un tetto degli abitanti, all’insegna della SICUREZZA e della LEGALITA'”.

“La zona- scrivono– è quasi del tutto abbandonata dallo Stato. Queste persone hanno provveduto a rendere quel territorio più vivibile, curandone l’aspetto: hanno costruito e decorato le case, hanno impiantato le tubature, hanno realizzato la loro piccola chiesa.
Spesso, la politica, anche quella di sinistra, dimentica il proprio scopo principale: la tutela dei diritti delle persone. Per troppi anni si sono trattati questi cittadini come oggetti, pensando che si potesse “sbaraccare” o “demolire” un intero quartiere senza tener conto delle esigenze e delle aspirazioni dei suoi abitanti”.

L’altra parte della sinistra, chiamata in causa, è d’accordo, ma cerca una soluzione più specifica.

Marco Possanzini, coordinatore di Sinistra Italiana del X Municipio, sostiene ai nostri microfoni: “Quando si parla di famiglie residenti bisogna stare molto attenti. Lì c’è una situazione di insicurezza idraulica dovuta proprio alla struttura e alla posizione dell’Idroscalo. Si rischiano allagamenti e si rischia la vita. E’ necessario studiare un piano che metta assieme sia le esigenze dei residenti, anche con soluzioni abitative alternative, sia il fatto che quell’area va messa in sicurezza. Ma ai bordi del fiume non si può costruire, quindi bisogna risolvere innanzitutto il problema di sicurezza idraulica. Poi, solo dopo, verificare quali sono le condizioni abitative che si possono salvaguardare e quelle che non si possono salvaguardare. L’amministrazione, però, deve farsi carico delle esigenze di queste persone e non può buttare giù le case lasciando i residenti in mezzo alla strada. Bisogna unire in una formula salvaguardia della vita e necessità abitative”.

 

 

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