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Ostia, quando Pannella denunciò la mafia da presidente di Municipio

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Ieri mattina è morto il fondatore e leader del Partito Radicale Marco Pannella. Molte in queste ore sono le storie, gli aneddoti e le lodi che circolano intorno al suo nome, ma in pochi sanno e ricordano che egli fu anche presidente del XII Municipio romano, quello che oggi corrisponde al X: Ostia.

Correva l’anno 1992. Era il 7 agosto e Ostia, come oggi, era commissariata, allora per uno scandalo di tangenti. Proprio in quel momento buio Pannella fu chiamato a reggere il governo locale. Il presidentato durò appena 100 giorni e fu l’unica vera esperienza di amministrazione della sua lunga vita ma, come molte delle cose che fece, lasciò il segno.

La sua battaglia si concentrò sulla lotta all’abusivismo e l’illegalità edilizia nel quartiere Infernetto. Una melma in cui Pannella aveva sentito odor di mafia. E la denunciò.

Sul territorio dell’Infernetto, ed a partire da esso– si legge in un suo comunicato stampa del 27 ottobre di quell’anno- stiamo snidando situazioni letteralmente mafiose tentando di tornare ad un minimo di rispetto della legge e della ragionevolezza, dell’onestà intellettuale e della responsabilità sociale e solidale

Così, già 24 anni fa, egli fu uno dei primi ad usare la parola mafia in senso così specifico, intuendone la portata distruttiva per Ostia.
Sul litorale romano– dichiarò in quegli stessi giorni a Radio Radicale- c’è una organizzazione malavitosa che ha il controllo del territorio e di cantiere selvaggio. Una forma di economia sviluppatasi anche grazie al comportamento omissivo della magistratura che non ha saputo adoperare l’arma della sanzione“.

Ma non si limitò a questo, specificando che si trattava di un “insediamento sociale, marginale, ma di forte copertura, dietro al quale la cultura e la ferocia dei grandi interessi parassitari ed eversivi coprono a malapena la realtà della giungla romana“.

Insomma un sistema radicato e strutturato che si alimenta anche dell’omertà, giustificata da una “politica omissiva, concausa del disastro, che vanifica la opera delle polizie, dei vigili, dell’Amministrazione, del Consiglio“.

Sembra di rivedere la caduta dell’ex presidente Pd Tassone nel 2014, la venuta a galla delle trame tra famiglie malavitose e il commissariamento dello scorso agosto.

Il suo metodo di lavoro, consistente nella piena applicazione della legge sul condono edilizio, lo portò ad un intransigente utilizzo delle ruspe per abbattere gli immobili illegali e fu oggetto di una vera e propria protesta sociale. Ma anche chi non condivise le sue battaglie, ora, ricorda e rispetta il suo operato.

Come il movimento giovanile locale del PD, I Giovani Democratici, che a poche ore dalla sua morte hanno scritto in una nota: “Forse non condividiamo i suoi ideali, ma la politica di oggi avrebbe tanto bisogno di persone come Marco Pannella, di persone capaci di mettere in campo un’ideale. Oggi lo ricordiamo così, quando da presidente del nostro municipio, ben 24 anni fa, denunciò tra i primi la presenza mafiosa sul litorale. Riposa in pace Marco, grazie di tutto

 

 

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