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Torvaianica, stabilimenti balneari ancora senza rinnovi delle concessioni. Nasso: ‘Abbiamo tutto, ma manca la vocazione turistica’

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La primavera è ormai alle porte e con l’arrivo delle belle giornate, nonostante il Covid, si comincia a pensare al mare e alla stagione estiva. Lo scorso anno, proprio a causa della pandemia, il litorale romano e Torvaianica in particolare, ha visto il tutto esaurito, cosa che non succedeva da diverso tempo: non potendo andare all’estero e con le incertezze dovute al continuo susseguirsi dei Dpcm, i romani avevano preferito non allontanarsi troppo dalla Capitale, prendendo una casa in affitto per un mese o addirittura per tutta l’estate in posti che avrebbero probabilmente ignorato se non ci fosse stata l’emergenza sanitaria.

Quest’anno probabilmente si replicherà, visto l’andamento dei contagi: un anno dopo siamo nuovamente in lockdown e, anche se c’è il vaccino, al momento non è per tutti. Occorre quindi prepararsi per una stagione estiva presumibilmente casalinga, cosa che potrebbe essere – per la seconda volta consecutiva – un’occasione di rilancio turistico per Torvaianica. E se l’anno scorso non c’è stato il tempo di organizzarsi, adesso sì.

A partire dalle concessioni demaniali, per le quali gli attuali gestori (non soggetti alla decadenza) sono ancora in attesa di ricevere notizie riguardo alla proroga. Il Comune di Pomezia si è preso quasi quattro mesi di tempo – dal 1° gennaio al 24 aprile – per vagliare tutte le richieste di proroga pervenute.

“La speranza – spiega Davide Nasso, titolare dello stabilimento “Tinga” – era che venissero evase le prime 15 pratiche entro la fine di febbraio, ma questo non è avvenuto: a quella data nessuna domanda è stata conclusa, positivamente o negativamente”.

Quante sono le concessioni sul territorio?

“Ci sono circa trenta attività turistico-ricettive, comprese quelle con decadenza”.

Cosa comporta il fatto di non aver avuto le prime risposte entro febbraio?

“Anche se il Comune ha tempo fino al 24 aprile, il fatto di essere entrati in zona rossa e di doverci restare fino a Pasqua fa temere che possano esserci rallentamenti nell’espletamento delle pratiche: a voler essere ottimisti, speriamo quindi di poter avere risposte entro la fine di aprile. Se così non fosse dovremo richiedere un’altra proroga provvisoria in attesa di risposta alle domande”.

“Ormai la situazione sembra piuttosto chiara: il Comune sembra aver già deciso a chi rinnovare e a chi no, ma tutto tace. Questo è snervante: già la situazione dovuta al Covid ci fa vivere male, se dobbiamo stare anche con il dubbio di non sapere se quello che stiamo facendo per il ‘nostro’ stabilimento balneare è davvero per noi fa vivere male. Ci chiediamo: andrà tutto bene? Investo tempo, denaro, energie per un’attività che questa estate mi farà lavorare oppure no?”

La questione concessioni tocca inevitabilmente quello che sta succedendo in questi giorni, cioè il bando pubblico che riguarda La Perla Nera e il Cleopatra. “Reputo che sia giusto pagare il dovuto e per questo, almeno per quanto mi riguarda, ho sempre pagato tutto. Ma mi chiedo come mai il “Piccolo Porto”, che sarebbe dovuto essere il primo a dover andare a bando come concessione demaniale, non è invece stato messo a bando, mentre invece sono stati messi nel bando due stabilimenti che hanno fatto opposizione, tra cui uno che ha una sospensiva del Tar”.

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Come potrebbe avvenire il rilancio turistico di Torvaianica?

Il Comune da solo non può farcela, non ha le risorse economiche. Ha bisogno del privato o dell’aiuto degli enti superiori, ma pare non voglia approfittarne. Qui abbiamo veramente tutto: dalla vicinanza a Roma a lunghe spiagge dalla sabbia bianca che gli altri ci invidiano, dal mare con onde ideali per fare surf – tanto che persino il Financial Times ha dichiarato che Torvaianica è il posto perfetto per i surfisti d’Europa – ai parchi tematici fino alle zone archeologiche. Queste sono cose dette centinaia di volte, anche con le passate amministrazioni. Ma quello che manca è la vocazione turistica, che si ferma a Capocotta e riprende ad Anzio. Perché non riscoprirla, vista la situazione attuale? Si potrebbe riportare Torvaianica agli antichi fasti, visto tutto quello che ci porta Roma come affluenza: ma dobbiamo essere bravi a mantenere i turisti, a non farli scappare, offrendo dei servizi che siano competitivi rispetto a quelli offerti a Ostia, Fregene, Anzio e Nettuno. E per farlo si deve ripartire anche dagli stabilimenti balneari, perché al mare si viene principalmente per il mare. Ma stare così a fine marzo, senza sapere quando c’è la possibilità di sistemare il proprio stabilimento – sempre se ci sarà – è davvero pesante. Il Comune può obbligare i vari concessionari ad adeguarsi alle normative, ad esempio ‘non ampliarsi’: ebbene, ben vengano i controlli e le sanzioni, ma che ci sia anche il tempo per poter lavorare e anche di poter dare miglior servizi come prevede il PUA in proroga. Il turismo di Torvaianica è basato su chi va in spiaggia, non si possono sottovalutare le esigenze degli stabilimenti balneari, della ristorazione sul demanio. Questo tipo di turismo andrebbe ampliato, sia in termini di numeri che a livello temporale: vorremmo essere ascoltati proprio per rilanciare il turismo e dare a questo territorio il decoro e l’immagine che merita”.

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