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Manifestazione musulmana all’Esquilino: la Lega non ci sta

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E’ prevista per il 7 ottobre una manifestazione musulmana nel quartiere Esquilino, dove i migranti rivendicheranno più diritti sul suolo italiano e una tutela dei loro luoghi di preghiera. 

L’evento si svolgerà attraversando le strade di questo quadrante del centro storico romano, partendo da piazza Esquilino e giungendo alla fine di via Cavour

L’organizzatore della manifestazione e Bachcu Dhuumcati, presidente dell’omonima associazione pro-migrantes e già protagonista delle cronache romane in passato: fu lui a proporre negli anni passati l’idea di creare più moschee sul suolo romano e la creazione di un cimitero musulmano, adempiendo per questo progetto alle casse di Roma Capitale.

Il presidente dell’Associazione Dhuumcati è sostenuto da altre 15 associazioni di settore per il 7 ottobre, scrivendo ieri anche una lettera al Presidente della Repubblica per argomentare le proprie posizioni: “Illustrissimo Presidente, con tutto il nostro rispetto Vi informiamo che in Italia risiedono circa 3.5 milioni di immigrati e insieme i lavoratori del’ ex est-europa siamo circa 4.5 milioni dati che lei conosce meglio di noi. Vorrei informarvi su come conviviamo in Italia con la Burocrazia. Il primo punto illustra le procedure e le leggi che regolano l’ottenimento e il mantenimento del permesso o carta di soggiorno con successiva richiesta di cittadinanza, libertà che spetta di diritto a tutti coloro che possiedono i criteri di idoneità per le relative richieste: i suddetti criteri richiedono una fedina penale pulita, un regolare contratto di lavoro e la Residenza che spesso può comportare problemi non da poco, ricordiamo che funge come requisito padre per richiedere la cittadinanza e prevede un periodo ININTERROTTO di anni dieci“.

La comunicazione continua: “Onorevole Presidente della Repubblica considerando che i contrattempi possono accadere, come nel caso di un cittadino non Italiano sfortunato che vede la propria residenza finire nel momento di inoltro delle pratiche… i dieci anni iniziano nuovamente; si ricorda inoltre che le tempistiche di rilascio della documentazione, una volta inoltrata la richiesta, siano di anni quattro (proposta decreto Salvini), problematica analoga riguarda il rinnovo della carta di soggiorno che avviene ogni cinque anni a patto di conservare i criteri posseduti in sede di richiesta, inoltre non capiamo il senso di confermare ogni 5 anni un documento rilasciato dalla Questura con durata illimitata. Riassumendo il ‘non cittadino’ riscatterà diritto di cittadinanza dopo un totale di anni ventitre, difatti alcuni immigrati non hanno mai visto il proprio diritto rispettato in tempo e sfortunatamente la cittadinanza non è acquisibile post-mortem, altri dopo lunghe procedure rischiano di vedersi privato anche senza l’intervento di un giudice un titolo di legalità definito dalla legge italiana a vita“.

Bachcu Dhuumcatu continua nel suo scritto: “Chiediamo che venga valutata l’idea di permettere l’ottenimento della cittadinanza con la regolare permanenza in Italia invece della residenza, data l’instabilità dell’ultima e per il permesso di soggiorno e della Carta di Soggiorno valutare il domicilio, in questo modo arginiamo il fenomeno di essere irregolari partendo dalla regolarità. Il secondo argomento, che a nostro parere dovrebbe suscitare l’interesse dell’Onorevole Presidente della Repubblica, è la precaria situazione di tutti coloro che lavorano regolarmente nei settori itineranti: circo, turismo, commercio, ai fini di garantire a questi cittadini pari opportunità si chiede di valutare la registrazione della residenza presso le sedi ONLUS, proposta volta a salvaguardare il requisito collegato alla fissa residenza“.

Arriva una piena chiusura della Lega alla manifestazione, leggendo nelle parole Bachcu Dhuumcati una forzatura all’attuale legislatura italiana e un serio campanello d’allarme per l’ordine pubblico romano e nazionale. Fabrizio Santori si è espresso in questo modo: “Servono poche parole per commentare la manifestazione corteo pro-migranti che si terrà il prossimo 7 ottobre da piazza Esquilino fino a Via Cavour, dove molti migranti scenderanno in strada per rivendicare documenti, residenze e cittadinanze facili. Uno schiaffo all’attuale sistema giuridico italiano, poichè chi scenderà a manifestare rivendicherà addirittura la cittadinanza italiana dopo soli 730 giorni di dimora sul suolo italiano: questo un aspetto che ci preoccupa, calcolando come molte di persone dopo due anni trovano ancora difficoltà a integrarsi con il sistema sociale italiano e soprattutto ad apprendere la nostra lingua“.

Continua il dirigente regionale della Lega: “Fa riflettere come la manifestazione sosterrà anche la tutela di quelle sale di preghiera islamiche, nonostante alcuni di questi luoghi di culto sparsi in giro per l’Italia siano stati oggetto della cronaca italiana perché alcuni imam avvicinavano seguaci dell’Islam più radicale alla realtà terroristica di Isis o indottrinavano decine di persone con una visione estrema della religione musulmana. Una manifestazione che posta così va assolutamente fermata, poiché rivendica situazioni di totale illegalità in moltissime cause esposte e rivendica una forzatura del sistema giuridico italiano”.

Prosegue Fabrizio Santori sulla manifestazione dell’Esquilino: “Non c’è da meravigliarsi che questa manifestazione sia promossa anche da chi, già in passato promotore di iniziative per la creazione di moschee in luoghi impensabili e di difficile controllo o per l’apertura di un cimitero islamico a spese dei contribuenti italiani. Tutto questo avviene in un quadro difficile di Roma come il quartiere Esquilino, dove di romano e italiano ci è rimasto ben poco: basta camminare in questa zona, così come ad esempio a Tor Pignattara, per capire come qui siano presenti quasi interamente attività multietniche e di dubbia qualità, che negli ultimi anni hanno sostituito anche quelle attività commerciali che storicamente erano presenti da decenni nella nostra città. Una condizione che ha reso invivibile per i residenti la qualità della vita qui, con continue risse tra i gruppi delle minoranze etniche e scene di puro disagio sociale che toccano i migranti

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